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1- VAN ROMPUY OSCURA LA PARTITA
Marco Galluzzo per il "Corriere della Sera"
La notizia dei gol di un altro Mario gli arriva via sms, nei frangenti in cui si prende la responsabilità di bloccare il Consiglio europeo. Primo sms; primo gol di Balotelli, mentre la Merkel è costretta ad annullare la conferenza stampa: non credeva che Monti ponesse una sorta di veto, così come Klose e compagni non credevano possibile quell'uno-due della punta azzurra. Il secondo sms, il secondo gol, arriva sul cellulare del presidente del Consiglio più o meno quanto la notizia che Roma e Madrid, con il consenso tacito di Parigi, «congelano» il vertice europeo filtra ai cronisti.
Le immagini della partita scorrono poco distante dalla sala dove sono riuniti i leader: un eco dei gol arriva intorno al tavolo dove sono parlano, senza capirsi, la Cancelliera e il premier italiano. Qualche piano più giù, nei bar del palazzo Justus Lipsius, che ospita il Consiglio europeo, si formano due grandi gruppi di giornalisti: i tedeschi da una parte, gli italiani dall'altra. Tutti incollati davanti ai piccoli schermi affissi alle pareti: cori da stadio, urla di gioia, imprecazioni che di solito non si ascoltano in ambienti che riservano agli ospiti decoro e sobrietà , fanno parte dell'insolita cornice. Per tutto il giorno, anche a Bruxelles, è tutto un rincorrersi di metafore.
Produzione, in prevalenza, di marca tedesca, accompagnata da una certa sicumera: «Monti non è Pirlo, che è più bravo», scrive la versione tedesca del Financial Times, per il quale il premier italiano non ha perizia tecnica, la raffinatezza del nostro centrocampista; se il giocatore della Juventus ha beffato il portiere della nazionale inglese, al nostro capo del governo non toccherà un sorte altrettanto favorevole: in porta c'è Angela Merkel, e l'italiano non passerà .
Si vedrà oggi se la politica avrà risultati differenti dal campo di calcio di Varsavia. Con la vittoria degli azzurri almeno un pronostico è stato smentito; la delegazione tedesca arriva in mattinata al vertice che deve salvare l'euro e al bar scherza sul calcio: «Batteremo tutti e due, il Mario di Varsavia e quello di Bruxelles».
Nel pre-partita il gioco delle metafore si allarga alle alleanze: qui a Bruxelles il presidente francese, Hollande, è a fianco degli italiani, almeno alla ricerca di una misura urgente per stabilizzare gli spread; in Polonia invece un francese dovrà arbitrare, si chiama Stephan Lannoy, «e vedrete che questo favorirà noi», scrive nel pomeriggio la Welt on line, sicura della 500esima vittoria della storia della nazionale tedesca.
I tedeschi sono «maledettamente» forti dice Buffon alla Bild, prima del calcio d'inizio. Nella notte, qui a Bruxelles, dopo i due gol di Balotelli, la Cancelliera pensa forse che Monti è «maledettamente» ostinato, tanto da bloccare il più importante vertice europeo degli ultimi anni. Anche se Van Rompuy riassume il clima dei negoziati in questo modo: «Niente calcio, siamo seri».
2- ANGELA TIFOSA CORRE A VEDERE I GOL DEL KO
Elena Polidori per "la Repubblica"
Poveri leader, senza partita. E soprattutto, povera Merkel che adora così tanto il calcio. Niente da fare. Stavolta, per gustarsi il match la signora è costretta ad uscire di tanto in tanto dalla sala, ma solo per i replay dei gol di Balotelli: le tv sono state posizionate solo fuori, subito appena girato il corridoio. Guai ad assentarsi più a lungo, del resto. Il premier polacco Tusk glielo dice senza troppi giri di parole: «Se vai a vedere la partita, l'Europa potrebbe diventare molto costosa per la Germania. E' meglio che non lascia gli altri a discutere».
E dire che il Cancelliere tedesco ha fatto il possibile, in questi ultimi tempi, per non rinunciare al pallone. La scorsa settimana, per esempio, ha chiesto e ottenuto che il vertice di villa Madama, a Roma, fosse anticipato per consentirle di volare a Danzica. C'era Germania-Grecia, quel giorno, finita 4 a 2. Le foto la immortalano mentre alza festosa le braccia ai ripetuti goal della nazionale tedesca.
Si ricordano anche le sue esultanze da tifosa a Camp David, quando è incollata a teleschermi insieme a Obama e Cameron a godersi la finale di Champions League. Ma stavolta no. E la rinuncia deve esserle costata parecchio, anche considerato il valore simbolico di questo incontro. I risultati le sono comunque ben noti: la eco delle urla per i gol italiani si sentivano ovunque.
Anche Monti salta il match. Il presidente del consiglio, per la verità , non ama troppo il calcio. O meglio, era «molto appassionato » da giovane. Adesso invece il suo cuore non batte certo per il pallone. Addirittura di recente, di fronte all'ennesimo scandalo del calcio, ha pure suggerito di sospendere le partite per due, tre anni. «Non sto facendo una proposta e men che meno una proposta che viene dal governo. Ma è un desiderio che qualche volta io sento dentro di me».... Perciò ieri non deve aver patito molto. Il batticuore, lui, l'ha avuto soprattutto sul difficile negoziato per far passare la proposta italiana sullo scudo anti-spread. «Niente calcio, siamo seri. Qui stiamo facendo cose serie», taglia corto il presidente del Consiglio Ue, Van Rompuy, gelando le aspettative di quei leader che speravano in una pausa, in un po' di relax.
Clima da stadio, invece, in sala stampa. Tam Tam sui tavoli e applausi ad ogni goal. Preoccupati di eventuali eccessi, al bar del palazzone dove si svolge il summit viene bandita la birra. "Ordine tassativo della direzione", è scritto su un foglio appeso al muro.
Curiosamente tra i giornalisti si ripropongono gli stessi schemi (e dunque le stesse alleanze) che sono in corso nel vertice. C'è una signora giovane che sfoggia la maglietta della nazionale tedesca con su scritto Muller, l'attaccante che è entrato nel secondo tempo. Ma non è una connazionale: è danese.
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