piazza della passera vannacci

“VANNACCI RIENTRA NELL’INSIGNIFICANZA” – FRANCESCO MERLO RIDUCE AI MINIMI TERMINI IL GENERALE LEGHISTA, USCITO MACIULLATO DAL VOTO IN TOSCANA: "L'ESTREMA DESTRA LO HA RIFIUTATO, LA LEGA NON LO RICONOSCE, PER I PATRIOTI EUROPEI È IMPRESENTABILE. IL MONDO DEL QUALE VOLEVA RIVENDICARE I VALORI E RIMESCOLARE I SENTIMENTI NON HA BISOGNO DEI SUOI RADUNI E DELLE SUE TRISTI GAG DA BULLO. LA VERITÀ È CHE QUALCUNO DOVREBBE VERGOGNARSI DELL'ACCANIMENTO SAPIENZIALE PRATICATO SU UN GENERALE CHE POLITICAMENTE È SEMPRE STATO, AVREBBE DETTO GILLO DORFLES, “NON UN FATTO, MA UN FATTOIDE”

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Dalla rubrica delle lettere di “Repubblica” 

 

Caro Merlo, Vannacci va sotto e il mondo torna sopra? 

Livia Ramo, Firenze  

 

Risposta di Francesco Merlo  

MATTEO SALVINI E ROBERTO VANNACCI - PONTIDA 2025

No, il mondo rimane sottosopra o al contrario. Solo Vannacci rientra nell'insignificanza. È stato, infatti, nell'estrema destra, il fenomeno "un colpo e basta", il successo che non si ripete, quello che la seconda volta è sempre un flop.

 

È infatti l'estrema destra che lo ha rifiutato, la Lega che non lo riconosce, gli ex Msi ai quali aveva rubato gli ingredienti fascistoidi, i patrioti europei per i quali è impresentabile. Il mondo del quale voleva rivendicare i valori e rimescolare i sentimenti non ha bisogno dei suoi raduni e delle sue tristi gag da bullo.

 

Al governo, in Rai, in Parlamento sono già pensiero dominante: lo statista Mussolini, la non normalità degli omosessuali, l'aborto da evitare a tutti i costi, il bianco della pelle da difendere, il militarismo come stile, i confini della patria e la religione della famiglia, le divise, le armi e i valori di ieri, l'insofferenza per l'antifascismo, il machismo. 

francesco merlo

 

Vannacci ha cercato di farsi notare in tutti i modi, anche contendendo a Giuseppe Conte la bandiera filorussa e pacifinta, e persino minacciando di abbassarsi i pantaloni e mostrare in tv quant'è maschio, ma più si agitava e più andava a fondo, più si estremizzava e più si marginalizzava.

 

La verità è che qualcuno dovrebbe vergognarsi dell'accanimento sapienziale praticato su un generale che politicamente è sempre stato, avrebbe detto Gillo Dorfles, «non un fatto, ma un fattoide». 

 

 

 

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