emmanuel macron donald trump giorgia meloni

LA VARIABILE IMPAZZITA TRUMP COSTRINGE MELONI E MACRON A UNIRE LE LORO DEBOLEZZE – IL 3 GIUGNO IL TOY BOY DELL’ELISEO INCONTRA A ROMA LA DUCETTA: SI CERCA, CON LA REGIA DEL QUIRINALE, IL DISGELO DOPO LA FRATTURA DI TIRANA, CON LA STATISTA DELLA GARBATELLA ESCLUSA DAL COLLOQUIO DEI LEADER CON TRUMP, E POI RIMBROTTATA DA MACRON PER AVER VEICOLATO LA BUFALA DI AVER DISERTATO PERCHÉ SI SAREBBE PARLATO DI UNA MISSIONE MILITARE IN UCRAINA - IN QUESTA INATTESA CONVERGENZA MELONI-MACRON PESEREBBE ANCHE IL NUOVO ATTIVISMO DELLA GERMANIA, CON IL CANCELLIERE FRIEDRICH MERZ CHE…

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Ilario Lombardo per la Stampa - Estratti

emmanuel macron giorgia meloni foto lapresse

 

«Finalmente!»: questa reazione, identica, di due fonti diplomatiche italiane descrive benissimo il sospiro di sollievo con cui è stata accolta la notizia di un incontro a Roma, a Palazzo Chigi, tra Giorgia Meloni e Emmanuel Macron, martedì 3 giugno. È– nella forma innanzitutto – la conferma di un disgelo obbligato.

 

La frattura di Tirana, con Meloni esclusa dal colloquio dei leader con Donald Trump, e poi rimbrottata da Macron per aver veicolato la bufala di aver disertato perché si sarebbe parlato di una missione militare in Ucraina, ha rischiato di rappresentare il naufragio definitivo di ogni relazione tra Roma e Parigi.

 

Da quel punto si poteva tornare solo così: con una mossa di distensione, con un colloquio a due a tutto campo, provando ad azzerare il passato di incomprensioni. Come nei migliori rapporti di interesse, antipatie e ripicche personali lasciano il posto a una collaborazione strategica.

 

GIORGIA MELONI CON DONALD TRUMP NELLO STUDIO OVALE

Significativo, in questo senso, è stato il ruolo dell'ambasciatore francese a Roma Martin Briens. È stato lui, informando il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a cercare i colleghi diplomatici della Farnesina e di Palazzo Chigi. Tutti convinti che si dovesse arrivare a una tregua tra i due leader.

 

A Roma Macron dovrebbe vedere anche papa Leone XIV. Mentre non è in agenda un faccia a faccia con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Proprio per la sua portata politica, a Palazzo Chigi questa visita viene infatti considerata un'eccezione, rispetto anche ai precedenti e al protocollo che prevederebbe un passaggio al Quirinale per un colloquio tra omologhi Capi di Stato.

 

Secondo quanto riferito dall'entourage di Meloni si tratta di un «incontro di lavoro» e che «al centro avrà i principali temi dell'agenda bilaterale, europea e internazionale». Più che le forze, Macron e Meloni si trovano costretti a unire due debolezze che si sono manifestate in questa fase.

 

emmanuel macron e giorgia meloni foto lapresse

Entrambi vittime dell'imprevedibilità di Trump: il francese aveva provato a intestarsi assieme al britannico Keir Starmer e al gruppo dei cosiddetti Volenterosi un piano di mediazione sull'Ucraina per arrivare al cessate il fuoco; l'italiana insegue da settimane – anche attraverso i tentativi di organizzare nei primi dieci giorni di giugno un vertice europeo – il riconoscimento di un ruolo di pontiera tra Ue e Usa sui dazi, reso complicato dalle improvvise minacce dell'americano.

 

L'incontro del 3 giugno è stato preparato da una serie di telefonate tra Meloni e Macron. Rese necessarie non solo per svelenire il clima dopo lo scontro del 16 maggio a Tirana, ma anche per trovare una compattezza europea sui due principali dossier che alimentano il nervosismo di Trump nei confronti degli alleati.

FUNERALE DI PAPA FRANCESCO - LA STRETTA DI MANO TRA TRUMP E MACRON

 

Sono soprattutto le incertezze sul fronte ucraino a essere fonte di preoccupazione per i due leader. La convinzione che Vladimir Putin stia esasperando il presidente americano, già poco convinto di voler continuare a finanziare e a sostenere una guerra di resistenza che per il suo popolo Maga (gli ultra-conservatori isolazionisti di Make America Great Again) è affare dei Paesi Ue.

 

EMMANUEL MACRON - keir starmer - DONALD TRUMP - ZELENSKY - INCONTRO PRIMA DEL FUNERALE DI PAPA FRANCESCO

Fanno notare fonti informate che in questa inattesa convergenza peserebbe anche il nuovo attivismo della Germania, con il cancelliere Friedrich Merz che si è spinto fino a proporre al presidente ucraino Volodymyr Zelensky una compartecipazione industriale nella produzione dei missili a lungo raggio.

 

La Germania ha soprattutto una sua autonomia fiscale e una forza economica che le permette ciò che per due Paesi gravati dal debito non è possibile, specialmente ora che si discute di come finanziare l'aumento delle spese militari. Sono infatti l'economia e l'industria della Difesa a tenere uniti i destini di Francia e Italia, a rendere impossibile andare oltre con la deriva astiosa. A meno che non si voglia rendere carta straccia il Trattato del Quirinale...

von der leyen macron meloniKEIR STARMER - EMMANUEL MACRON - FRIEDRICH MERZ - IN TRENO PER KIEV STARMER - ZELENSKY - MACRON - TUSK - MERZ - A KIEVgiorgia meloni emmanuel macron foto lapresse