DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
1. "VELINA ROSSA" LA TRIONFERÃ? MARIO DRAGHI, ULTIMO SPERANZA PER BORDELLO ITALIA
Dal "Giornale di Sicilia" - «Negli ambienti parlamentari, e soprattutto in quelli istituzionali e politici, corre una voce insistente che circolava ieri sera che, di fronte all'eventuale venir meno della candidatura Marini - scrive la Velina Rossa - vedrebbe il presidente della Bce Mario Draghi accettare la candidatura per il Quirinale data la grave situazione politica ed economica dell'Italia».
2. PENISOLA DEI FAMOSI
E se Bersani invece di essere un "fesso" della politica,un kamikaze che si butta sulla propria nave per suicidarsi,un matto che cammina su una lastra di ghiaccio per affogare nel discredito,fosse invece un tattico piu' abile di cio' che appare?
La domanda sembra assurda come assurdo appare, fuori e dentro il suo partito, il comportamento che ha portato alla sconfitta e al sicuro ritiro dell' ex-sindacalista marsicano.
Pero' vale la pena pulire la testa dalle emozioni e ragionare a mente fredda perche' non tutto cio' che appare dietro il profilo ammaccato del leader PD puo' essere privo di logica. Forse non e' sbagliato pensare che sin dall'inizio sapesse di andare incontro allo smacco perche' questo era il prezzo da pagare all'anima cattolico-popolare del suo partito,alla Chiesa iperattiva dietro le quinte, e alle pressioni che a partire dal Colle invocavano un candidato unitario che potesse placare le ansie del Cavaliere. Chi non l'ha capito e' stato Marini ,che non essendo mai stato una testa fine, si e' prestato al gioco per una vanita' senile che avrebbe dovuto indurlo a ritirarsi.
Resta il fatto che bruciando la prima candidatura il vituperato Bersani ha pagato il suo prezzo e adesso puo' giocare le carte "vere" dopo la quarta votazione.
Le vecchie volpi della politica, quelle che non sono state generate dal web e nelle corti dei palazzi fiorentini,hanno gia' visto in passato questi giochetti dove la tattica prevale sulla strategia e i moribondi alla fine risultano vincenti. E allora c'e' da chiedersi che cosa succederebbe se Romano Prodi alla quarta votazione raccogliesse il suffragio del popolo grillino che ancora oggi non lo ha rigettato, del Nichi Vendola turbato, e di quel sindaco post-rinascimentale che con la sua frenesia non riesce a separare il "nunc" dal "semper" di gramsciana memoria.
Ma sopratutto: in quale labirinto infernale finirebbero le speranze di Berlusconi che fa ruotare la giostra sempre e soltanto intorno ai suoi problemi giudiziari?
Tutto questo per dire che se oggi Bersani si e' venduto la pelle dell'orso marsicano, non lo ha fatto perche' si e' bevuto il cervello a costo di spaccare il partito. Ha camminato sul filo del rasoio e si e' ferito in modo grave,ma se per caso dopo i presidenti delle due Camere riuscisse anche portare un suo uomo al Quirinale allora riscatterebbe l'immagine dell'idiota di famiglia che gli e' piovuta addosso nelle ultime ore. E nessuno dentro il suo partito avrebbe il coraggio di aprire un processo.
Fantasie? Sublime benevolenza? Staremo a vedere, ma calma ragazzi: la partita e' appena cominciata. E si deciderà ai supplementari.
MARIO DRAGHI BERSANI luigi FRANCO MARINI ESCE DI CASA PRODI Massimo Dalema
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