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Massimo Vanni per "la Repubblica"
«Se vinciamo noi, sarà Berlusconi il primo rottamato». Il sindaco Matteo Renzi replica così al Cavaliere che lo riconosce come uno dei suoi: «Renzi porta avanti le nostre idee sotto le insegne del Pd», dice a fine mattinata dalla nave da crociera dei lettori del Giornale. «Siamo più forti delle sue trappole mediatiche», aggiunge Renzi nel pomeriggio via facebook. E Walter Veltroni, che in serata sale sul palco della festa Pd di Firenze proprio assieme a Renzi, avverte: «Nessuno si permetta di utilizzare contro Matteo le frasi che Berlusconi ha usato, perché l´obiettivo è quello di spaccare il Pd».
«Se Renzi vince si verifica il miracolo, il Pd diventa finalmente socialdemocratico», dice pure Berlusconi. E Renzi ironizza: «Oggi scopriamo che Berlusconi è socialdemocratico a sua insaputa». Sul palco di Firenze, davanti a quasi duemila persone, il dialogo tra Renzi e Veltroni prende subito la piega del primo faccia a faccia tra i Rottamatori e i «vecchi dirigenti».
Il primo duello, senza esclusione di colpi, sebbene lo stesso Renzi riconosca il debito d´ispirazione che deve al Pd del Lingotto e del primo segretario Veltroni: «Ci avevamo creduto, ma il Pd di oggi non è quello che avevi pensato», dice il sindaco rivolgendosi a Veltroni. E lui: «Matteo devi riflettere sui toni, non devi dare l´impressione di non avere rispetto per persone che hanno lavorato onestamente e hanno contribuito a portare il centrosinistra al governo».
Veltroni riconosce forse in Renzi il suo erede politico? «Ne voglio star fuori, come Prodi. Guardo alle primarie con questo spirito: il Pd è stato il sogno della mia vita politica, non sciupatelo», dice Veltroni. Salta fuori il giudizio ben poco lusinghiero espresso nei confronti dell´ex segretario: «I successi maggiori li ha avuti come romanziere», aveva detto giorni fa. Una âcafoneria´, ammette adesso Renzi. «Però dire che oggi serve una pagina nuova non è in contraddizione con quello che dicevi quando eri segretario».
E Veltroni impassibile: «Meglio come romanziere che come politico? Non mi sento offeso, significa che riconosci che un politico ha anche un´altra dimensione. Eppoi significa che devi avere una buona stima di me come romanziere. E vorrei che si vendesse il mio ultimo libro ad almeno un italiano su tre, come i voti che raccolse il Primo Pd».
Renzi contrattacca sul ricambio: «Oggi non si può più fare politica per tutta la vita, prima succedeva così ma era il frutto di una vecchia idea di politica e anche del partito». Ma Veltroni lo ammonisce di nuovo: «La politica si fa per passione e certo serve il rinnovamento. Serve però sulla base delle idee politiche, non sulla base della carta d´identità », ribatte tra gli applausi della platea. Riprende il sindaco di Firenze: «C´è una diversità profonda tra la mia e la tua generazione, perché la tua è generazione incapace di raccontare se stessa come motore del cambiamento e dell´innovazione.
Adesso tocca a noi». Veltroni: «La tua posizione è chiara, tu chiedi ora di sottoporla alle primarie, vediamo. Ma dimostra di avere rispetto per la storia riformista di questo Paese.
La vera sconfitta è stata dopo il â96, con Prodi volevamo fare l´Ulivo, è da allora che sostengo la necessità del Pd, di un partito che potesse rappresentare una sintesi nuova». Veltroni avverte comunque che sarà decisiva la legge elettorale: «Se rimane l´attuale Porcellum, il vincitore delle primarie sarà il candidato premier del centrosinistra, ma se invece si introdurrà un sistema proporzionale chi uscirà dalle primarie sarà il capolista del partito. Una dinamica diversa». La platea della festa concede applausi bipartisan, anche se si alza qualche contestazione nei confronti del sindaco Renzi.
Che ribatte a Veltroni: «Lasciami dire che la vostra generazione ha dimostrato una visione ospedaliera della politica, senza alti orizzonti. Il futuro è stato sempre considerato una discarica per tutte le scelte rinviate e non fatte». Non sarà l´unico confronto di queste primarie.
Alle quali, dopo Bersani, Renzi, Vendola e Tabacci potrebbe candidarsi anche Valdo Spini, oggi consigliere comunale d´opposizione a Firenze: «Sto ricevendo molte spinte, chiedono che ci sia un rappresentante dell´area laico socialista, deciderò dopo l´assemblea sulle regole del 6 ottobre», dice Spini. Intanto anche i bersaniani battono un colpo. Stefano Fassina, responsabile economia e lavoro del Pd, assicura: «Un governo Bersani alleggerirebbe l´Irpef per lavoratori e imprese».
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