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“IL VETO DI DECARO? LE INCOMPRENSIONI FANNO PARTE DELLA POLITICA, SIAMO CAPACI ENTRAMBI DI VOLTARE PAGINA” – PARLA L’EX GOVERNATORE NICHI VENDOLA, CHE SI RICANDIDA PER AVS COME CONSIGLIERE REGIONALE: "NON MI SONO MAI SENTITO 'FUORI GIOCO', SI PUÒ FAR POLITICA ANCHE LONTANO DAI TALK E DALLE ISTITUZIONI, IO L'HO FATTA SCRIVENDO DUE LIBRI DI POESIA" – E SUL VENTILATO PATTO CON DECARO PER LASCIARE LO SCRANNO DA CONSIGLIERE PER CANDIDARSI IN PARLAMENTO ALLE POLITICHE: “INVIDIO QUELLI CHE FANNO PROGRAMMI A LUNGA SCADENZA”
Giovanna Vitale per “la Repubblica” - Estratti
In giro per feste di partito, kermesse culturali e apparizioni tv, a 67 anni Nichi Vendola sta vivendo una nuova stagione militante. Al centro di una contesa con Antonio Decaro, candidato governatore della Puglia, che lo voleva fuori dalla corsa.
Dopo dieci anni di lontananza dall'agone politico ha deciso di rimettersi in gioco, cosa l'ha spinta?
«Sinceramente non mi sono mai sentito "fuori gioco", si può far politica anche lontano dai talk e dalle istituzioni, io l'ho fatta scrivendo due libri di poesia e traslocando dai palchi al palcoscenico, portando in scena un esperimento di teatro di parole».
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Come ha vissuto il veto di Decaro che la considera ingombrante?
«Conosco il talento, la tenacia, l'operosità di Decaro. E lui conosce il mio stile di lavoro e la mia generosità. Le incomprensioni fanno parte della vita oltre che della politica. Credo che siamo capaci entrambi di voltar pagina».
L'anatema su Emiliano ha colto nel segno: ha fatto bene a ritirarsi?
«Noi abbiamo rivendicato l'autonomia di Avs sulle scelte dei propri candidati, rispettiamo l'autonomia del Pd».
Visto che lei è rimasto in campo, ci ripenserà e correrà lo stesso?
«Lo deciderà lui. Non ho la sfera di cristallo per leggere il futuro».
Il centrosinistra è unito in tutte le regioni: può essere lo snodo cruciale per costruire una coalizione stabile in vista delle politiche?
«È la condizione preliminare per sfidare la destra post-fascista che ci governa in sciagurata sintonia con quell'internazionale nera di Trump, che lavora per rompere l'Europa e tutelare la ricchezza speculativa».
Si fida dei 5Stelle? Non teme che possano sfilarsi?
«Credo che abbiano fatto un percorso importante per elaborare una propria visione del mondo e selezionare una classe dirigente non improvvisata. Lotta per la pace, giustizia sociale e ambientale, diritti: su questo il centrosinistra può trovare il suo "programma fondamentale" e la sua bandiera».
Serve una gamba di centro?
«Serve un rapporto molto serio con il cattolicesimo democratico, con l'arcipelago del civismo, con la cultura liberal democratica. Ciò che non serve è una sinistra che si suicidi nel centro».
Renzi ha giurato fedeltà al campo progressista, scelta obbligata o crede davvero nell'alternativa?
«Sarebbe bene discutere sugli esiti non solo italiani di ciò che si è chiamato "riformismo" nell'ultimo trentennio, sulla sua torsione liberista. Non servono veti, né metterli né subirli.
Serve un confronto franco e la cognizione di quale sia oggi il nemico da combattere: un sistema economico con un'ideologia potente e feroce, che si nutre di guerra, di stupro ecologico, di precarietà del lavoro e della vita. Non è il vecchio fascismo che avanza, ma dall'America viene una spinta verso un nuovo fascismo delle cripovalute, dell'intelligenza artificiale, della criminalizzazione dei poveri e del dissenso».
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Lei è diventato padre a 58 anni, cosa le ha insegnato la paternità?
«La bellezza del gioco, del reciproco apprendimento, l'emozione di un amore assoluto».
Tobia è nato da una madre surrogata, lo ha spiegato a suo figlio? E cosa pensa della legge che ha configurato questa pratica come reato universale?
«Mio figlio ha 9 anni, è consapevole del suo percorso di nascita, è un bambino sereno e felice, ed è molto orgoglioso della sua famiglia. Se cercava un reato universale, Meloni poteva trovarlo affacciandosi sul Mediterraneo, vedere i lager libici, o denunciare il genocidio del popolo palestinese».
Alle politiche lascerà lo scranno per candidarsi in Parlamento? È questo il patto stretto con Decaro?
«Invidio molto quelli che fanno programmi a lunga scadenza, io per il momento spero di essere utile per Avs e per il centrosinistra impegnandomi nel Consiglio regionale della mia terra».
nichi vendola edward testa (3)
MICHELE EMILIANO NICHI VENDOLA
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