UNA SCALA DI FISCHI E FIASCHI - ISOTTA INDIGNADO PER IL VERDI IN MASCHERA: “VERGOGNOSO IL BALLO DI MICHIELETTO”

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1. IL "BALLO" TRADISCE LA DELICATEZZA DI VERDI

Paolo Isotta per "Il Corriere della Sera"
Dopo il vergognoso Ballo in maschera di martedì della Scala, qualcuno si aspetterà da parte mia un articolo brillante e spiritoso. Non lo farò perché non ho nessuna voglia di ridere: sono profondamente indignato.

L'allestimento si deve a un regista di nome Damiano Michieletto, con scene di Paolo Fantin e costumi di Carla Teti. Una delle Opere di Verdi di maggiore delicatezza e complessità psicologica, colla più pura psicologia femminile creata da Verdi, Amelia, viene infangata con un'ambientazione contemporanea.

Si dica in una parola: ho parlato dell'odio che si abbatte su Wagner, descrivendo regie specie tedesche che lo esplicitano; ma ora siamo a quella che Federico Nietzsche chiama la «rivolta degli schiavi» contro ciò ch'è grande e nobile. La rivolta degli schiavi si abbatte anche su Verdi. Ma vorrei dire che tale aspetto passa quasi in secondo piano, tanto peraltro siamo vaccinati, e abbiamo avuto in stagione il Macbeth e l'Oberto , di fronte alla miseria musicale di questo Ballo.

Il direttore d'orchestra Daniele Rustioni ha fornito una prestazione al di sotto della decenza minima, già sotto il profilo tecnico stretto. È un ragazzino presuntuoso che sta peraltro col cappello in mano di fronte ad arbitri da bassa provincia da parte dei cantanti. Al n. 46 (pag. 454 della partitura Ricordi) è stato in una spaventosa difficoltà, e se non fosse stato per la bravura del direttore musicale di palcoscenico la recita si sarebbe interrotta. Lo stesso va detto per l'orchestra interna (n. 63, pag. 490).

La locandina non porta il nome di questo «salvatore della patria». Dopo la recita sono andato dal direttore di sala per averne il nome e questo gentilissimo ragazzo non è riuscito a rintracciare nessuno che me lo desse. Resti dunque ricordato come il Milite Ignoto. Va precisato che ancor più che prendersela col temerario Rustioni occorre stigmatizzare chi lo ha scritturato. E sia espressa la più ferma deplorazione verso l'orchestra della Scala che contesta il pessimo direttore Wellber (Aida ) ma non lo protesta e non protesta Rustioni.

Marcelo Alvarez, Riccardo, canta con un sovrappiù espressivo che rende la sua prestazione una vera e propria caricatura della parte pensata dal genio di Verdi. Zeljko Lucic, Renato, è l'incarnazione stessa di quel gusto efferato che un tempo si sintetizzava col termine «provincia».

Sondra Radvanovsky, Amelia, è appena dignitosa. Marianne Cornetti, Ulrica, è imbarazzante. Patrizia Ciofi, fulgida un tempo, quale Oscar è penosa, ne sembra il fantasma: anche qui le responsabilità della direzione artistica del Teatro sono gravissime. Alessio Arduini, Silvano, è il migliore in campo, e fa un cammeo.

2. MICHIELETTO: "SONO PRONTO AD AFFRONTARE IL PUBBLICO"
Da "Il Corriere della Sera"

Damiano Michieletto si aspettava i fischi e le contestazioni alla Scala per la sua regia di Un ballo in maschera trasportato dal Seicento ai giorni nostri. «Mi farebbe piacere fare un confronto con il pubblico - ha detto il regista -, perché se non c'è dialogo resterà l'incomprensione». Aggiunge: «Ho fatto spettacoli molto più trasgressivi. Il pubblico all'estero è diverso. Gli spettatori sono più disponibili al confronto. Vogliono vedere qualcosa di diverso da ciò che conoscono già. Rispetto per la tradizione significa dialogo con la tradizione, non riproporre senza farsi domande».

 

 

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