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VERDINI SI CHIAMA FUORI - MOLLATO DA RENZI, DENIS ABBANDONA L’ARMATA BRANCALEONE DI “ALA”: NON SI RICANDIDERA’ - MA NON E' UN GRANDE SFORZO: I CENTRISTI, SENZA LEADER E CON LA SOGLIA DEL 5%, VEDONO IL PARLAMENTO CON IL BINOCOLO – STEFANO PARISI HA DETTO “NO” ED ALFANO RESTA “SENZA QUID” E SENZA QUORUM
Carmelo Lopapa per la Repubblica
«Inutile insistere, fijoli, non mi faccio cuocere, io mi fermo qui, non mi ricandiderò alle prossime politiche». L' appuntamento ai senatori e deputati di Ala e Scelta civica lo ha fissato per mezzogiorno di oggi a Palazzo Madama, sala della commissione Difesa. All' ordine del giorno, sulla carta, gli sviluppi post legge elettorale «ammazza-piccoli » e la manovra economica. Fuori sacco, il piatto forte Denis Verdini lo ha già preannunciato agli amici della sua ultima avventura: l' annuncio del forfait.
«Resto alla guida del progetto politico, ma intendo difendermi nei processi da cittadino, non da parlamentare. Vediamo - questa la speranza - se finisce la persecuzione». Appena a marzo scorso il Tribunale di Firenze ha condannato l' ex coordinatore Pdl a 9 anni nell' ambito del processo per il crac del Credito cooperativo fiorentino (prescritta invece la condanna a due anni in primo grado per la vicenda "Grandi appalti"). Verdini è convinto che anche la nascita della federazione di centro con Alfano e gli altri moderati sarà agevolata da una sua uscita di scena, almeno formale. Al suo fianco oggi ci sarà anche Enrico Zanetti, in rappresentanza di Scelta civica.
Tra i parlamentari, la tentazione di un ritorno in massa alla casa madre di Forza Italia è diffusa, se non fosse che mancano forse poche settimane al voto anticipato e da quell' altra parte gli uscenti hanno già i loro problemi nel farsi ricandidare. «Il nostro progetto è ambizioso e andrà avanti - mette le mani avanti il capogruppo di Ala al Senato, Lucio Barani - Questo 5 per cento è da dittatura. Senza Denis? È una decisione che lui ha preso ma che ostacoleremo in ogni modo. Verdini è una luce in mezzo a tanto buio».
Si libereranno anche di una zavorra ingombrante, i verdiniani già allo sbando e sotto la tagliola del 5 per cento. Ma senza il capo per tutti loro si fa ancora più dura. «Il progetto dell' unione dei centristi doveva avvenire un anno fa - spiega in una pausa dei lavori domenicali in commissione Affari costituzionali Ignazio Abrignani, deputato e braccio destro di Verdini - Oggi si deve correre per trovare soprattutto un nuovo leader affidabile per gli elettori ».
Già, ma chi? Angelino Alfano sogna di esserlo, dopo i quattro anni di governo e forte del 2,5 di Ap, ma l' ipotesi primarie dei centristi da tenere dopo l' estate è già sfumata con l' anticipo folgorante delle urne. Il capo della Farnesina terrà nuovamente a rapporto i suoi in settimana, ora che i quattro "grandi" hanno messo nero su bianco lo sbarramento.
Guarda anche lui a Stefano Parisi, peccato che l' ideatore di Energie per l' Italia non ricambia, «per nulla interessato all' operazione salvagente centrista», al lavoro invece per un progetto tutto suo «liberale e popolare». Raffaele Fitto terrà il 17 giugno il congresso di Direzione Italia, ma con un occhio a Salvini e uno alla Meloni. Al centro, per ora, solo polvere di stelle.
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