1. MENTRE LETTANIPOTE ANDAVA DA VESPA A RACCONTARE CHE “SE NON CI FOSSERO STATE LE FIBRILLAZIONI DEGLI ULTIMI MESI LO SPREAD SAREBBE A 210 PUNTI E NON A 260”, SUI RAI3 “PRESA DIRETTA” MOSTRAVA IL VERO VOLTO DELLA CRISI ITALIANA, CON L’IMMIGRAZIONE VERSO LA GERMANIA CHE È RIPRESA IN GRANDE STILE COME NEGLI ANNI ‘50 2. NON CONTIAMO UN TUBO, ABBIAMO UNA SOVRANITÀ NAZIONALE DI MERA FACCIATA E L’EURO HA SOLO IMPOVERITO I PAESI DEL SUD EUROPA. GRECIA, PORTOGALLO, SPAGNA E ITALIA IN UNA PRIMA FASE SONO STATI DROGATI DI CREDITO FACILE PER COMPRARE LE MERCI STRANIERE, E ORA CHE SONO STROZZATI DALL’AUSTERITY FORNISCONO ALLA GERMANIA NUOVA MANO D’OPERA A BASSO COSTO. IN GREVE, IL DELITTO PERFETTO, SE ALLA FACCENDA SI GUARDA CON GLI OCCHI DEI BANCHIERI E DEGLI INDUSTRIALI TEDESCHI

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a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

1. NANO DECADENCE
Il mago della disinformazione colpisce ancora. Il Fiscal Compact di Hardcore, il diversamente alto col capello catramato che a fine luglio si è beccato una condanna definitiva per una gigantesca frode fiscale, oggi ammaestrerà via cavo la nazione sul grave problema della magistratura deviata.

Dopo due mesi passati a far sparire i fatti e a spostare l'attenzione sulla presunta incostituzionalità della legge Severino, il Cainano lancerà i soliti messaggi a Re Giorgio, al Piddimenoelle e alla Corte Costituzionale, appena impreziosita da quell'avanzo di garofano del Dottor Sottile, perché la Trattativa sulla sua salvezza personale vada in porto. E più fumogeni si lanciano, dalla manfrina sul voto palese in Senato alla rinascita di Forza Italia, e meglio riuscirà la porcatona finale.

Sul Giornale intestato al fratello minore, ecco la strategia politica del Banana: "Berlusconi anticipa la giunta: oggi in onda il messaggio tv. Il Cavaliere rientra a Roma e accelera. Il video, che sarà inviato a tutte le emittenti, contiene duri attacchi ai pm. Spunta il nome di Bertolaso nella nuova Forza Italia" (p. 3).

L'eroe del G8, e dei suoi appalti, è proprio l'uomo giusto per rilanciare il centrodestra italiano, casa del "fare" e anche del massaggiare. E sul fronte giudiziario ecco "La scelta dei servizi sociali per restare leader politico. Il pool difensivo di Berlusconi consulta un esperto di affidamento in prova. Già arrivate molte offerte dalle Onlus. Unico vincolo l'orario: rincasare entro le 20 e uscire dopo le 7-8" (Giornale, p. 4).

Tecnicamente, tra 20 e le 7 una bella "cena elegante" con ricco dopocena ci sta tutta. E non stupisce la corsa delle Onlus, notoriamente afflitte da minimalismo fiscale, ad assicurarsi i servigi di un esperto evasore come il miliardario ridens.

Sulla Stampa, Ugo Magri fa l'aruspice: "Pronti due video-messaggi. Ma Berlusconi non parla di crisi. Oggi sarà diffuso il primo, più moderato. Giovedì l'attacco alle toghe rosse. Il primo appello riguarderà il futuro del partito e sarà una sorta di chiamata alle armi" (p. 7). Vagamente iettatorio questo sommarietto di Repubblica: "L'ex premier ora rinuncia alla grazia: ‘Magari mi serve per un'altra condanna" (p. 7). Il riferimento è al processo Ruby e a quello sulla compravendita di senatori per far cadere il governo Prodi.

2. SIAMO SOLO SU GOOGLE MAPS
Mentre Lettanipote andava da Bruneo Vespa a raccontare che "se non ci fossero state le fibrillazioni degli ultimi mesi lo spread sarebbe a 210 punti e non a 260" (Corriere, p. 13), sui Rai3 "Presa diretta" mostrava il vero volto della crisi italiana, con l'immigrazione verso la Germania che è ripresa in grande stile come negli anni Cinquanta.

Non contiamo un tubo, abbiamo una sovranità nazionale di mera facciata e l'euro ha solo impoverito i paesi del Sud Europa. Grecia, Portogallo, Spagna e Italia in una prima fase sono stati drogati di credito facile per comprare le merci straniere, e ora che sono strozzati dall'austerity forniscono alla Germania nuova mano d'opera a basso costo e la scusa per ridiscutere (al ribasso) il proprio ottimo sistema di welfare. Praticamente il delitto perfetto, se alla faccenda si guarda con gli occhi dei banchieri e degli industriali tedeschi.

Questa breve premessa per introdurre le paginate sulla crisi infinita e sulla manovra che verrà dettata a Roma. Si comincia con la predica delle autorità monetarie, che onestamente sa anche un po' di presa per i fondelli: "Draghi: la ripresa è fragile. Disoccupazione troppo alta. Il presidente Bce: la priorità è riavviare il credito" (Corriere, p. 16). Ma va?

E ora vai con i compiti a casa per Lettanipote o chi per lui: "Conti pubblici, priorità al taglio del debito. Il programma di riforma punta sulla riduzione del cuneo fiscale. Le simulazioni dell'Istat sui fondi necessari per allentare le tasse. La bozza della Nota pronta per Bruxelles, obiettivo deficit al 2,5%, possibili risorse tra 7 e 8 miliardi di euro" (Corriere, p. 17).

Per il Giornale, "Il premier nei guai su Imu e Iva pensa alla stangata sulla benzina. Il governo rischia l'autogol sulle coperture: spunta l'ipotesi di ritoccare le accise sul carburante. E il viceministro Casero: ‘Via il superbollo, l'idea è sul tavolo'" (p. 8). Sulla Stampa sincera preoccupazione perché ancora non è pronto il carrozzone che deve svendere quel che resta del patrimonio pubblico: "La società ancora non c'è. La palude delle dismissioni. In cantiere dal 2011, Grilli la rilanciò. Il Tesoro: problemi burocratici. Più fonti dicono che il ministro Saccomanni nutre seri dubbi sullo strumento".

E soprattutto su colui che dovrebbe guidare la Sgr, l'ex potente mandarino tremontiano Vincenzo Fortunato (p. 4). Sul Messaggero, le (poche) gioie dello Stato impositore: "In aumento le entrate fiscali. +1,9% nei primi sette mesi. Boom per le tasse degli enti territoriali: hanno incassato oltre 30 miliardi. Recuperati 4,2 miliardi dall'evasione" (p. 6).

3. LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE
Niente spazio per principio, su questa rassegna, per un'arma di distrazione di massa come la rimozione del relitto della Costa Concordia. Pensano a salvare la nave, ma non l'isola del Giglio. E già questo la dice tutta. Ma non possiamo girarci dall'altra parte davanti a questo pezzo del Corriere dedicato al prefettesso Gabrielli, ex spione capo per volontà di Lettanipote&Pistelli e ora alla guida della Protezione Incivile. Titolo: "Gli sms letti alle 4.10 poi Gabrielli si gioca la partita della vita" (p. 6).

Alcune scie di bava: "L'uomo è fatto così, pratico con spiccata tendenza al fatalismo, non immune alle emozioni nonostante l'aspetto rigido (...). Ci sono storie che ti scelgono, perché il disastro della Concordia non è stato l'unico che si è trovato a gestire in questi anni. Ma anche lui è toscano, massese di Montignano. Il rapporto che ha costruito con gli abitanti del Giglio è forse uno dei fili che gli hanno fatto legare la sua sorte personale alla rimozione della Costa Concordia. Essere entrato negli affetti di questi isolani che avevano buone ragioni per nutrire diffidenza verso gli estranei, dopo quello che è toccato loro in sorte, lo riempie d'orgoglio".

4. SPOSTANDO RENZI SEMPRE PIU' IN LA'
Per il Piddimenoelle l'importante è continuare a perdere, perché in fondo il grande inciucio gestito da Re Giorgio piace alla Troika, alle banche e ai famosi mercati (stranieri). E allora libera lite in libero bordello. "Renzi ‘asfaltatore' nel mirino del Pdl. ‘Ma io continuo solo il mio lavoro'. Bersani al sindaco: non ferire più Letta. L'ex segretario: non è da compagni dirgli che è attaccato alla sedia. Vendola si avvicina all'ex rottamatore: ‘Cambia la natura del Pd, ci penserà Sel al riformismo".

"Il grande freddo tra Enrico e Matteo. Il premier tentato dal sì a Cuperlo. Ancora niente accordo su regole e data del congresso" (pp. 10-11). Curioso retroscena sulla Stampa: "Renziani e bersaniani uniti. ‘Non ci sarà un Letta bis'. Nel Pd lo scenario più accreditato in caso di crisi è un governo istituzionale a tempo. Molti credono che ‘pure a Enrico non converrebbe logorarsi se vuole battere Matteo ai gezebo" (p. 5).

5. IL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA FERROVIARIA
Grande imbarazzo sui giornaloni di Lor Signori, tutti rigorosamente Sì Tav, per l'ennesimo scandalo sull'alta velocità. Il piddimenoelle, naturalmente, c'è dentro fino al collo. Qualcuno ad esempio avvisi il senatore Stefano Esposito, profeta della libera trivella in Val Susa, che ci sono guai in vista per Coopsette e la dalemiana Lorenzetti.

Repubblica: "Appalti Tav, Lorenzetti arrestata per corruzione. Ai domiciliari l'ex governatrice Pd dell'Umbria, presidente Italferr. ‘Scambi di favori e consulenze al marito'. "Siamo una bella squadra', così la Maria Rita la zarina cacciava i tecnici scomodi. Le pressioni su Rossi e le raccomandazioni a Finocchiaro". Al telefono contro il funzionario scomodo, che si opponeva alla gestione allegra dei rifiuti: "Terrorista, bastardo, stronzo...Lo sai che Zita lo hanno cacciato? Non è più responsabile dell'ufficio Via" (p. 13).

Il personaggetto col caschetto è raccontato così dal Messaggero di Calta-mattone: "La zarina di Foligno, quattro volte deputata. Vicina a D'Alema, una carriera politica tra Parlamento e Regione Umbria" (p. 12). Ben più severo il Cetriolo Quotidiano: "Il triangolo magico di Lorenzetti: lo Stato, le Coop, gli amici potenti. Il politico che si fa manager" (p. 5)

6. OH, SAN NATTINO!
Anche oggi bisogna dedicarsi allo scavo per recuperare le notizie dal pezzo di Fiorenza Sarzanini sullo scandalo Ior (Corriere, p. 25). Nonostante la titolazione frou frou sui quadri preziosi trovati a monsignor Scarano, ecco la ciccia: "E al nucleo Valutario della Guardia di Finanza, guidato dal generale Giuseppe Bottillo, sono state delegate verifiche su tutti i passaggi di soldi, ma anche sulle ‘operazioni di aggiotaggio" che secondo Scarano sarebbero state compiute dal banchiere Nattino, il fondatore di Banca Finnat". Qui si vedrà la stoffa, più che dei finanzieri, della "nuova" procura di Roma guidata da Pignatone.

7. NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN
"Addio al mito del posto fisso in banca. Disdetto il contratto. Gli istituti: col Web dimezzate le operazioni allo sportello". Il Corriere delle banche annuncia in prima pagina la rivoluzione. Ovviamente l'addio al posto fisso vale per tutti meno che per Abramo Bazoli, Francesco Micheli, Bisy Cucchiani, Arrogance Profumo, Ghizzone Ghizzoni e compagnia sbancante.

Dentro (p. 35) pezzo onesto, che tiene conto delle migliaia di bancari che sulla piazza milanese leggono il giornale diretto da Don Flebuccio de Bortoli. Riportate le reazioni del moderatissimo sindacalista Giulio Romani (Fiba Cisl): "Se il modello è quello delle assicurazioni, noi non ci stiamo.

Le banche parlano dell'aumento delle sofferenze senza dire che parte di queste sono di natura politica. Dovute alla mala gestione. E ora si vogliono far pagare ai dipendenti gli errori di gestione di un management strapagato" (p. 35). Svegliatevi, cari bancari. Vi siete fatti maciullare per oltre 10 anni con le famose ristrutturazioni alla Passera, grazie a rappresentanze sindacali mediamente gialle o "ricattate" su fondi pensioni e immobili. Adesso vi chiederanno altro sangue e come sempre l'Abi avrà le spalle coperte, dai giornali che controlla e da un Piddimenoelle totalmente asservito.

8. IL SENSO DI SARMI PER CERNOBBIO
Grave errore di pubbliche relazioni non consegnare più le raccomandate in larga parte di Roma, la città con la maggior concentrazione di giornalisti d'Europa. Succede che uno di loro s'incazza, scava un po' e alla fine scaraventa sul Cetriolo Quotidiano questo bel pezzo: "Poste, quella ricerca da 300 mila euro" (p. 7). Nel quale si parte dagli appalti esterni e si finisce con le consulenze allo Studio Ambrosetti, quello che organizza Cernobbio e che fa ricchi affari con Poste, Enel, Ferrovie e Finmeccanica.

colinward@autistici.org

 

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