DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Estratto dell‘articolo di Enrico Ferro per www.repubblica.it
Matteo Salvini lava nel sangue il grande rifiuto di Zaia della candidatura alle Europee e per farlo non sceglie un luogo a caso. Lo fa a Treviso, il cuore dello “Zaiastan”, dove se ne esce con una dichiarazione dal potere distruttivo: «Per il dopo Zaia ho già in mente 10 nomi». E con questa frase Salvini dice almeno due cose: che ha già archiviato Luca Zaia e che comunque deciderà lui.
All’indomani del tour elettorale del Capitano, il Veneto si risveglia con un regolamento di conti tutto interno alla Lega, il partito che ha governato la regione negli ultimi 15 anni. Zaia e Salvini avevano trascorso il pomeriggio insieme a Vicenza, al raduno degli alpini, dove il presidente della Regione era stato acclamato come di consueto. Ma Salvini ha trovato il modo per assestare il colpo mortale.
MARIO CONTE SINDACO DI TREVISO
Dopo essersi sentito ripetere i no per la candidatura alle Europee nel momento in cui il partito avrebbe più bisogno di aiuto da parte di esponenti che godono di largo consenso, dopo aver incassato il rifiuto di sostegno a Vannacci, ecco la sua reazione. «Il terzo mandato l’abbiamo proposto e votato solo noi» ha detto Salvini. «Non posso riproporlo».
Tra gli zaiani c’è chi grida allo sgarbo istituzionale, ma un intervento del genere da parte del segretario federale ha anche un altro effetto perverso. E coincide con la natura verticistica della Lega. Dunque non è escluso che molti zaiani, pur masticando amaro, siano già lì a sperare di essere nella rosa dei 10 che Salvini ha in mente per la candidatura alla presidenza del Veneto. E già si discute su chi potrebbero essere.
Uno è sicuramente Mario Conte, sindaco di Treviso e per molti il vero delfino di Zaia, se non altro per lo stesso stile poco incline allo scontro e molto alla diplomazia. Un altro nome possibile nella testa di Salvini è quello di Alberto Stefani, il giovane deputato e segretario regionale del Carroccio. Ma c’è anche Elisa De Berti, assessora regionale alle Infrastrutture, che spesso si interfaccia con Salvini al Ministero.
E poi Erika Stefani, vicentina ed ex ministra leghista, molto ferrata sul fronte della riforma sull’autonomia differenziata. Nel cerchio magico di Salvini ci sono anche Massimo Bitonci, sottosegretario al Ministero delle Imprese del Made in Italy e poi pure Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia.
Ma nell’elenco potrebbe finirci pure Roberto Marcato, un vero mattatore da preferenze, che però in questi anni non ha lesinato esternazioni critiche nei confronti del nuovo corso della Lega nazionalista e populista. E vale la pena menzionare anche Luca Coletto, veronese doc, che attualmente sta ricoprendo il ruolo di assessore regionale alla Sanità in Umbria.
«Per noi che facciamo parte della sua squadra, Zaia rimane il numero uno», evidenzia con diplomazia Alberto Villanova. «Le parole di Salvini certificano che a Roma non c’è la volontà di concedere il terzo mandato. Nella Lega non mancano le alternative ma per noi la prima scelta resta Zaia». U[...]
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