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VIA COL VENETO – DOPO LO STOP AL TERZO MANDATO DA PARTE DELLA CONSULTA, CHE FA FUORI DEFINITIVAMENTE ZAIA, SALVINI AVVERTE GIORGIA: “LA TRADIZIONE DI BUON GOVERNO DELLA LEGA IN VENETO È SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI E QUINDI SQUADRA CHE VINCE NON SI CAMBIA” – MA IL SENATORE MELONIANO, LUCA DE CARLO, RESPONSABILE PER IL VENETO DI FDI, NON LA PENSA ALLO STESSO MODO: “ALLE EUROPEE, FDI IN VENETO HA OTTENUTO IL 37%. NON BISOGNA SFRUTTARE RENDITE DI POSIZIONE DI 5 O 10 ANNI FA...”

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SALVINI: «VENETO, SQUADRA CHE VINCE NON SI CAMBIA»

Estratto dell’articolo di Claudio Bozza per www.corriere.it

 

MATTEO SALVINI - LUCA ZAIA - FOTO LAPRESSE

Un altolà agli alleati, ribadendo di fatto che il Veneto «era e dovrà restare nostro», leghista. Poi ancora bordate, pesantissime, contro l'Europa. E infine un commento sulle immagini dei 40 migranti in manette al centro in Albania: «Mi stupisco di tutte queste reazioni di sdegno. Sono immigrati irregolari: cosa dovevamo dare loro? L'uovo di Pasqua? Le mimose?».

 

Matteo Salvini, a Roma, sale in cattedra per la decima edizione della Scuola politica della Lega e, al solito, non usa il fioretto per dire la sua sui nodi politici chiave. Dopo che la Consulta ha dichiarato illegittimo il terzo mandato (che in verità sarebbe il quarto) per il governatore del Veneto Luca Zaia, è ripartito un duro braccio di ferro all'interno del centrodestra, con Fratelli d'Italia che rivendica di candidare uno dei suoi.

 

luca zaia salvini

Ma Salvini non la vede affatto così: «Noi non imponiamo niente a nessuno, sicuramente la tradizione di buon governo della Lega in Veneto è sotto gli occhi di tutti e quindi tendenzialmente squadra che vince non si cambia, però siamo una coalizione, troveremo sicuramente l'accordo - avverte gli alleati -.

 

Diciamo che amministratori leghisti in Veneto, in grado di proseguire lo straordinario cammino di Zaia, ne abbiamo tanti». E quando i cronisti gli chiedono se, sulle candidature per le Regionali d'autunno è previsto un confronto dei leader del centrodestra, Salvini sa bene che c'è prima da gestire una quotidianità mondiale drammatica: «Niente vertici, la situazione economica è quello che mi riempie e ci riempie le giornate». [...]

 

VENETO: LEGA, 'IL DOPO ZAIA SPETTA A NOI'. FDI FRENA

LUCA DE CARLO

(ANSA) - GALLIO (VICENZA) - Il solo punto fermo del centrodestra veneto è che il candidato presidente della Regione deve essere un politico. Su questo i due segretari regionali di Fratelli d'Italia e Lega, Luca De Carlo e Alberto Stefani, sono concordi e con loro anche Piergiorgio Cortellazzo (Forza Italia) e Antonio De Poli (Udc), intervenuti alla scuola di formazione politica promossa da De Poli e in corso a Gallio (Vicenza).

 

Nulla però hanno aggiunto su chi dovrà essere il candidato presidente del dopo Zaia, che non potrà ricandidarsi a Palazzo Balbi per il limite al terzo mandato (per il governatore leghista, in realtà, sarebbe il quarto non consecutivo). Per Stefani, la partita della Lega in Veneto con un proprio candidato non è chiusa, "anche perché Zaia ha scritto una storia importante di questa terra e quindi è giusto e doveroso che la Lega abbia difeso il proprio presidente".

 

matteo salvini Alberto Stefani - festa per l autnomia a montecchio maggiore

Su questo De Carlo non è d'accordo, sottolineando che "nelle Marche noi vinceremo, in Campania ce la giocheremo alla grande e non darei come ultima spiaggia il Veneto, dove il centrodestra vince di sicuro. E guardando alle elezioni europee, FdI ha ottenuto il 37%...".

 

De Carlo ha sostanzialmente cassato l'idea che il candidato 'debba' essere del Carroccio, sfruttando "rendite di posizione di 5 e 10 anni fa". Anche il senatore meloniano ha però rimarcato come sia importante "che la coalizione rimanga unita" e ognuno "sia leale, come lo siamo stati noi".

 

matteo salvini giorgia meloni.

E ha spiegato: "Troveremo con gli alleati la giusta quadra tenendo conto che sia la miglior figura esprimibile dalla coalizione. Nessun veneto capirebbe un centrodestra non unito". Quindi ha concluso: "La coalizione è straordinariamente importante rispetto alle ambizioni personali di ciascuno di noi". 

Matteo Salvini e Luca Zaia