VIA IMU ED EQUITALIA! - IL BANANA STA GIA’ STAMPANDO I SEI PER TRE PER LA CAMPAGNA ELETTORALE E SI DIVERTE A DEPISTARE METTENDO IN GIRO LA VOCE DI VOLER CERCARE UN “TERZO NOME” COME CANDIDATO PREMIER E DI VOLER GUIDARE IL NUOVO PARTITO (E ANGELINO CHE FINE FAREBBE?) - AVANTI ITALIA? INDIETRO TUTTA! IL TOTONOMI IMPAZZA E GLI SMONTEZEMOLATI DEL PDL SI BEVONO L’IPOTESI CHE SILVIO POSSA PUNTARE SULL’ “AMICO LUCA”….

Carmelo Lopapa per "la Repubblica"

Contatta, chiama di persona, sonda, corteggia. Blindato ad Arcore, Silvio Berlusconi scopre che il suo «gran ritorno» non scatena il boom di consensi sperato. Si insinuano i primi dubbi. Il Cavaliere commissiona sondaggi a tappeto per cogliere gli umori e le preferenze su una candidatura a Palazzo Chigi alternativa alla sua e a quella, ormai tramontata, di Angelino Alfano. «Guiderò il nuovo partito perché sono ancora io ad avere i voti, ma cercherò fino all'ultimo una figura autorevole ed esterna che possa candidarsi premier del nuovo centrodestra», va ripetendo.

La caccia al "terzo" uomo è già partita, nella corte berlusconiana. La decisione non è ancora presa, il leader è testardo, non demorde, vuole capire se esista davvero qualcuno di «credibile e spendibile» - al pari di lui - per il ruolo più delicato. E ancora una volta si affida ai focus. Tornerà in campo, insomma, ma per tentare di salvare il patrimonio elettorale e garantirsi una squadra, la più numerosa possibile, di fedelissimi che difenda i suoi interessi nel prossimo Parlamento.

Non perché conti realmente di poter tornare a Palazzo Chigi. I contatti così si sono fatti in questi giorni più intensi con il vecchio amico e oggi presidente di Confindustria, il bergamasco Giorgio Squinzi. Le bordate tirate al governo Monti al Cavaliere sono piaciute eccome. Tra i due non è escluso un incontro in settimana. Ma il sogno nel cassetto resta Luca Cordero di Montezemolo.

Ad Arcore è stato apprezzato il no comment di Mr. Ferrari sulla «discesa in campo 2». Nessuna polemica o critica, a differenza di altri. «Ma solo perché il presidente evita sempre di aprire diatribe politiche spicciole, non ha commentato neanche i provvedimenti importanti del governo Monti» fa notare Giustina Destro, deputata assai vicina all'ex numero uno di Confindustria che prepara l'appuntamento di ItaliaFutura del 25 luglio. Il pressing berlusconiano cade nel vuoto, finora. Molto più fruttuosi sembrano siano stati negli ultimi giorni i contatti tra Casini e l'altra ex presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, lontana anni luce dal Cavaliere.

«Meglio stare tutti in guardia, perché Berlusconi torna da leader del partito ma non è affatto detto che sarà alla fine lui il candidato premier» è la tesi che del resto ha ripetuto in questi giorni ai suoi fedelissimi l'ex ministro Claudio Scajola, ben informato sui movimenti del capo. Il sondaggio pubblicato due sere fa dal tg de "La7" ha regalato al Pdl il 20,1: un incremento di un misero 0,1 per cento. Davvero poca cosa.

Non esattamente quello che Berlusconi si attendeva. Anche quelli commissionati in «casa» non sarebbero molto diversi. Tutto questo mentre nella Capitale, dalla quale si è tenuto volutamente lontano, soffiano venti di sedizione. Berlusconi resta ad Arcore per cenare e provare a convincere, a modo suo, Nicole Minetti a dimettersi dal Consiglio regionale. A Roma rientrerà oggi per una prima resa dei conti dopo le polemiche scatenate soprattutto dagli ex An. A Palazzo Grazioli, prima una colazione con i dirigenti del Pdl, poi un confronto proprio con gli ex "colonnelli".

«Alla rifondazione del partito non rinuncio - ha ripetuto ieri il Cavaliere ai pochi interlocutori sentiti da Villa San Martino, furibondo per i continui attacchi interni - Posso concedere che non si chiami Forza Italia, ma la parola Italia nel nuovo nome ci sarà». Una mezza concessione all'ala destra, in realtà una impuntatura, dato che si andrà verso una soluzione del tipo "Avanti Italia".

Guido Bertolaso, tra gli altri, sta lavorando al nuovo brand e alla macchina organizzativa. Due, invece, i punti forti del programma messi a punto dallo stesso Berlusconi. E annunciati sere fa al compleanno della deputata Catia Polidori e infine al summit economico di Villa Gernetto: «Diremo presto agli italiani che cancelleremo l'Imu e Equitalia» ha avvertito. Due bombe che, nella sua strategia, dovrebbero monopolizzare la campagna elettorale. Basteranno per la rimonta?

Anche molti ex forzisti ne dubitano. Lo zoccolo duro vicino ad Alfano - da Lupi a Fitto, dalla Meloni a Gelmini, da Crosetto a Fontana - ha tentato invano di convincere il segretario a lasciare libero Berlusconi di costruirsi il nuovo partito forzista e a tenere in vita invece l'attuale Pdl correndo da alleati. A questo punto gli ex An indossano l'elmetto e si preparano al peggio. Lanciano la mobilitazione per le preferenze. Ma mettono già nel conto l'addio al partito.

 

BERLUSCONI E ALFANOBERLUSCONI E ALFANO GUIDO BERTOLASO Luca Cordero di Montezemolo GIUSTINA DESTRO CLAUDIO SCAJOLANICOLE MINETTI IN SARDEGNA