1. IL BANANA CHE ASCENDE AL COLLE IN PREDA ALL’ANGOSCIA GIUDIZIARIA, E NE RIDISCENDE PER NULLA RASSICURATO DA RE GIORGIO, E’ L’EMBLEMA DI UNA VITTORIA AMARISSIMA 2. QUELLA DEL BERLUSCONISMO CHE NON RIESCE A SALVARE BERLUSCONI. PERCHÉ ORMAI, IL BERLUSCONISMO SI È REINCARNATO IN RENZI. LA VERITÀ SCAPPA PURE AD ALFANO: “RENZI FA POLITICHE DI CENTRODESTRA” (AVVERTITE IL POPOLO DELLE PRIMARIE) 3. “REPUBBLICA FESTEGGIA RE GIORGIO, “IL PRESIDENTE PIU’ LONGEVO DELLA STORIA”. UN BEL RECORD, NEL PAESE CHE PAGHERÀ PENSIONI DA FAME AI TRENTA-QUARANTENNI DI OGGI 4. PRIMA LA LETTERA DEL SENATORE DI MAIO AL ‘CORRIERE’, OGGI UN’INTERVISTA DEL CARO LEADER ALL’ODIATA ‘REPUBBLICA’. LE DIFFICOLTÀ DEI GRILLINI SI VEDONO ANCHE DA QUESTI BAGNI DI UMILTÀ. CASALEGGIO METTE LE MANI AVANTI: “PRONTI DEI DOSSIER PER INFANGARMI”

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery


a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)


1 - SE LA CADUTA DI SILVIO E' UN DRAMMA TUTTO SUO
Il Banana che sale da Re Giorgio in preda all'angoscia giudiziaria, e scende dal Quirinale per nulla rassicurato, è l'emblema di una vittoria amarissima. Quella del berlusconismo che non riesce a salvare Berlusconi Silvio.

L'ex Cavaliere ha vinto nella società, nei partiti, nel modello di leadership, nel mito aziendalista applicato alla gestione della Cosa pubblica, nella sedicente cultura, nei micidiali "stili di vita" studiati e propugnati da chiunque abbia qualcosa da vendere. Ma alla fine ha perso come singolo, come uomo di governo inadatto, deriso dagli altri leader europei, sfiduciato dai mercati dove le sue aziende sono quotate. E inseguito da una giustizia lenta ma implacabile, specie con chi ha perso la poltrona.

Da quando a Palazzo Chigi non c'è più lui, Mediaset e Mediolanum hanno preso il volo. E lui stesso, per sé, non sogna alcun ritorno al governo. Gli basterebbe garantirsi un bel pacchetto di seggi in Parlamento, per fare un po' di opposizione-ammuina e limitare i danni. E' come se il suo Milan puntasse dichiaratamente a una salvezza tranquilla e basta.

Adesso c'è Renzie che ha preso il suo posto. Farà lui le cose che "bisogna fare".
Il berlusconismo senza Berlusconi ha la faccia fresca di Matteuccio, la sua sfrontatezza, la capacità di abbinare le televendite berlusconiane a Twitter e al mito della velocità.

Dietro di lui si muove Angelino Alfano, al quale oggi scappa una verità sulla quale il cosiddetto popolo delle primarie del Pd farebbe bene a meditare: "Finché Renzi promuoverà politiche economiche di centrodestra (...) allora andremo avanti insieme" (Corriere, p. 11).

L'unica cosa che Alfano non può dire è che per continuare al momento serve ancora la finta opposizione del Banana. Che po' sempre decidere di far saltare il tavolo delle cosiddette riforme.

2 - QUELLA GRAZIA DA CHIEDERE, UMILIAZIONE FINALE
Le regie gazzette oggi sono chiare: per Bella Napoli si resta al comunicato del 13 agosto scorso, in cui si spiegavano le condizioni per accedere a un'ipotesi di grazia (Corriere, p. 8)

Repubblica non calcola i rischi per il governo dell'amico Renzie e gode così: "Berlusconi va al Quirinale e chiede ‘tutela politica' in cambio delle riforme ma Napolitano dice no. Colloquio a sorpresa nel tardo pomeriggio di ieri. I timori del Cavaliere in vista dell'udienza del 10 aprile. L'ex presidente del Consiglio conta di poter rimettere in agenda il tema della grazia" (p. 2). Grazia che però non ha mai voluto chiedere.

Il Corriere affida al commento di padre Massimo Franco ("Le mosse di un leader nell'angolo", p. 8) il compito di recapitare un messaggio chiaro a Palazzo Grazioli: "L'ex premier può anche avere la tentazione di far saltare le riforme, ma questo non cambierebbe le sentenze". Poi ammette, nella pagina a fianco, che "Anche per Renzi è più utile che resti in gioco". Ma va?

Sul Messaggero, il toto-figlia: "Barbara pronta a scendere in campo e FI promette: dentiere gratis per tutti. La figlia dell'ex Cav non esclude di correre: ‘Ne riparliamo..." (p. 2). E soprattutto, la chiara percezione di un mezzo ricatto del Banana: "Agibilità politica o salta tutto" (p. 3). Il Cetriolo Quotidiano privilegia le sfumature: "Un pregiudicato al Quirinale. Berlusconi ricatta il governo" (p. 1).

3 - AGENZIA MASTIKAZZI
"Napolitano diventa il Presidente più longevo. Con 88 anni 9 mesi e 5 giorni oggi sorpassa Pertini" (Repubblica, p. 4). Un Paese che gode di queste cose dà solo l'idea di essere spacciato.

4 - MA FACCE RIDE!
Tony Blair a Repubblica: "Matteo mio erede, con la sua corsa alle riforme cambierà l'Italia" (p. 6). Preoccupatissimo per la sua nuova fiamma Rupert Murdoch

5 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Alla fine lo ammette persino Repubblica (p. 15): "Coperture incerte per gli sconti fiscali. Deficit al 3% a rischio. Quasi due terzi delle entrate sono una tantum dubbie. Manca la sicurezza per 10 dei 18 miliardi da trovare. Il Tesoro chiede tagli di spesa permanenti, ma questi finora non superano i 7 miliardi". Ma come, Renzie non s'era vantato che abbiamo "coperture doppie"? Non male anche questo sommarietto, sempre di Repubblica: "Il governo cerca la soluzione per rispettare l'obiettivo di riportare l'ottimismo in Italia".

Veramente, visti i dati della disoccupazione giovanile, basterebbe anche un minimo di speranza. Perché l'ottimismo, al di là di chi campa sugli spot, è proprio fuori luogo per chi oggi ha solo lavori precari e da vecchio avrà pensioni ridicole. Come scrive anche il Corriere: "Parasubordinati e co.co.co. Dopo trent'anni assegno di 670 euro. Le simulazioni sugli assegni futuri. Per un quarantenne si scende a 590 euro" (p 5). Come disse una volta l'ex presidente Inps Mastrapasqua, "ci sarebbe un sommovimento sociale se dovessimo dare la simulazione della pensione".

Sulla Stampa torna la gioia: "Renzi-Padoan, la strana coppia. Dopo il gelo è l'ora della sintonia. L'assist del ministro: gli 80 euro in busta paga arriveranno in tempo" (p. 10).

6 - IL RITORNO DEL TANCHETO (QUANDO BERE FA MALE DAVVERO)
Ma come faremmo senza il Veneto? Moriremmo di noia. Corriere: "Presi i nuovi Serenissimi. ‘Pronti ad azioni violente'. Un trattore trasformato in carro armato. Le intercettazioni: ‘Altro che salame, carichiamo la dinamite'. Le conversazioni tra militanti: ‘Politica inutile, facciamo noi la storia". Il filosofo Massimo Cacciari parla di "Carnevale da neurodeliri" (pp. 2-3). Sulla Stampa, ecco il settantaquattrenne Giancarlo Orini: "Il fondatore: ‘Altro che Bin Laden, volevamo solo dare un segnale'. Orini ai domiciliari: ‘L'esplosivo? Una battuta. Al massimo abbiamo qualche fucilino'" (p. 5). Il Giornale titola a tutta prima: "Golpe da mona".

La vicenda potrebbe essere tranquillamente archiviata tra le notizie di colore se non ci fosse la Lega Nord che prova a lucrarci qualcosa all'insegna del vittimismo. Umberto Bossi, dall'osteria sotto casa, minaccia: "Sono stati i Servizi, la gente si incazzerà ancora di più" (Repubblica, p. 9). Flavio Tosi sentenzia sulla Stampa: "Un'inchiesta suicida. Così si creano solo martiri e si fomentano i secessionisti" (p. 5). Ma i leader della Lega hanno mai letto le carte delle inchieste sui No Tav?

7 - I TRAVAGLI DI GRILLOMAO
Prima una lettera del senatore Di Maio al Corriere per spiegare la posizione dei Cinque Stelle sulla riforma del Senato e oggi un'intervista del caro leader all'odiata Repubblica. Le difficoltà dei grillini si vedono anche da questi bagni di umiltà. Grillomao, come sempre, procede per proclami e ultimatum: "O vinciamo alle europee e li mandiamo a casa oppure mi ritiro. Dobbiamo conquistare i due milioni di schede bianche o nulle. Le tensioni con Pizzarotti? E' solo uno che cerca visibilità" (p. 11).

Non se la passa meglio il para-guru Casaleggio, che esce allo scoperto così: "Pronti dei dossier per infangarmi". Sul suo blog ha messo le mani avanti: "So di dossier in preparazione su di me, sulla mia famiglia e sulla mia società, come già accadde l'anno scorso. Voglio anticiparli: nelle prossime settimane rilascerò alcune interviste a giornalisti indipendenti. Invito i professionisti del fango a non perdere il loro tempo e a non farlo perdere a me con le querele" (Corriere, p. 13).

8 - SORGENIA, L'ENERGIA CHE TI FULMINA (I BILANCI)
Le banche creditrici hanno deciso la linea dura con la famiglia De Benedetti, come scrive il Corriere: "Sorgenia, le banche convertiranno i crediti. Cir passa in minoranza. Possibile conversione in azioni di 400 milioni di crediti e un convertendo per altri 200 milioni" (p. 26). Ancora più diretta la Stampa di Detroit: "Le banche verso il controllo di Sorgenia. Montepaschi, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Bpm, Banco Popolare e Ubi potrebbero diventare soci di maggioranza senza la Cir". "Investimenti sbagliati e prestiti facili, così si scarica l'energia di De Benedetti" (p. 23).

Non si distraggono al Giornale: "Le spine della Cir ora pungono anche l'Espresso. Bond da 100 milioni per il gruppo editoriale: un'altra manovra della holding del gruppo già alle prese con la crisi Sorgenia.Il titolo cede quasi il 5% in Borsa. Operazione molto diluitiva per i soci" (p. 19).

9 - E CONTI BRUCIO' SCARONI SUL GAS DI OBAMA
"Enel (con Endesa), accordo per lo ‘shale gas' dagli Usa. L'intesa con Cheniere, importazioni dal 2018" (Corriere, p. 25). Se il futuro energetico dell'Italia si gioca sull'allontanamento dal gas russo, e sull'avvicinamento al gas di scisti argillosi "made in Usa", L'Enel guidata Fulvio Conti ha piazzato un bel colpo, anticipando la "conversione" dell'Eni.

 

BERLUSCONI E ALFANO AL QUIRINALE FOTO LAPRESSEberlusconi bersani inciucio quirinale RENZI BERLUSCONI PREMIER berlusconi scaroni della valle TANKO INDIPENDENDISTI FRANCO ROCCHETTA TANKO RODOLFO DE BENEDETTI ALLA PRESENTAZIONE DEL MESSAGGERO FOTO OLYCOM DE BENEDETTI ipad index GIANROBERTO CASALEGGIO E BEPPE GRILLO FOTO LAPRESSE grillo casaleggio