mamdani schlein guerini

IL PROVINCIALISMO DEL PD: ANCHE LA VITTORIA DI MAMDANI A NEW YORK DIVIDE I DEM E METTE CONTRO SCHLEIN E I RIFORMISTI – ELLY E I SUOI TIRAPIEDI ESULTANO PER LA VITTORIA DEL SOCIALISTA ZOHRAN MAMDANI E INVOCANO BATTAGLIE PIU' DE' SINISTRA - I RIFORMISTI, RICORDANDO I SUCCESSI DEI DEMOCRATICI IN VIRGINIA E NEW JERSEY CON CANDIDATE "DI CENTRO", CHIEDONO MODERAZIONE - A NEW YORK, FORTINO LIBERAL, IL RADICALISMO VINCE MA ALTROVE SERVONO QUEI TONI MODERATI CHE PORTARONO ALLA VITTORIA BIDEN - DELLA SERIE: ELLY PUO' FARE LA SINISTRELLA IN TOSCANA E IN EMILIA ROMAGNA MA ALTROVE, NO...

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Francesca Schianchi per “la Stampa” - Estratti

 

Era un po' di tempo che non si svegliavano così ottimisti, nel Partito Democratico. Mica solo quello americano: per un riflesso automatico che abbiamo visto in occasione di ogni voto di là dell'Atlantico, anche quello italiano.

MAMDANI SCHLEIN GUERINI

 

Basta scorrere social e agenzie, è una carrellata di entusiasmo: dalla segretaria Elly Schlein - «splendida vittoria di Zohran Mamdani, la sinistra torna a vincere con parole e programmi chiari» - al responsabile esteri Peppe Provenzano - «socialista e democratico, c'è ancora domani» - fino a esponenti della minoranza cosiddetta riformista, come la senatrice Simona Malpezzi, che però ci tiene a sottolineare le vittorie anche delle candidate democratiche moderate di New Jersey e Virginia per elogiare «la forza di un partito plurale, capace di unire anime diverse».

 

Come dire: non vince solo il radicalismo di Mamdani. Tutti soddisfatti, tutti speranzosi, ognuno un po' a modo proprio. 

 

zohran mamdani

Perché in una fase di tensioni dentro al maggior partito di opposizione, dove sono venute a galla le critiche della minoranza verso la linea della segretaria considerata troppo sbilanciata a sinistra, persino una tornata elettorale vincente a settemila chilometri di distanza viene letta con le lenti italiane.

 

E allora, a scorrere in filigrana le dichiarazioni, si capisce che la leader dem non può che esultare per il trionfo del candidato di New York, senza miliardari alle spalle e capace di rivendicare con orgoglio proposte e posizioni radicali, battendo sui tasti di «stipendi dignitosi, sanità davvero universale, diritto alla casa, trasporti e nidi gratis per chi non ce la fa», elenca con una certa soddisfazione i temi che lei pronuncia in ogni comizio di campagna elettorale. Congratulazioni a lui e, sottotesto, la dimostrazione agli scettici fuori e dentro al partito che è su questi argomenti che si combatte la destra. 

ZOHRAN MAMDANI QUANDO ERA UN RAPPER

 

Se non arriva a dirlo, c'è chi lo fa per lei, come il fedelissimo Marco Furfaro, responsabile welfare del partito, che su Facebook si congratula con il neo sindaco della Grande Mela e individua quelle che ritiene siano le ragioni del trionfo: «Ha vinto come si dovrebbe sempre fare: mettendo gli orecchi a terra, tra la gente.

 

Ascoltando, camminando, rispondendo ai problemi veri – e fin qui siamo all'analisi – non rispondendo alle chiacchiere dei talk show o alle lezioni di chi da trent'anni perde le elezioni e continua a spiegarti come si vince», aggiunge, e qui difficilmente intende Bill Clinton che sosteneva Andrew Cuomo o qualche altro dirigente democratico americano: a occhio, è più un messaggio tutto a uso interno per le vecchie glorie dem.

 

ZOHRAN MAMDANI

(…) Tra i riformisti del Pd analoga passione, ma con congratulazioni più accentuate anche per le comprimarie di giornata: il protagonista è Mamdani, certo, per il suo profilo e per l'importanza della città che ha conquistato, ma dall'ex ministro Lorenzo Guerini via X al senatore Alessandro Alfieri, sono tutti a ricordare i successi delle altre vincitrici democratiche.

 

Un modo per suggerire che magari nella metropoli più grande d'America si vince col radicalismo, ma altrove servono quei toni moderati che loro predicano. E quel pluralismo di idee che, sostengono, rischia di mancare nel Pd. 

 

Quante letture, per una sola giornata di vittorie dall'altra parte dell'Oceano. 

 

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