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TRUMP AT WORK
Il presidente degli Stati Uniti ha firmato anche gli ordini esecutivi che certificano il ritiro dal Tpp e il congelamento delle assunzioni da parte del governo federale. Escluse le forze armate
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha appena firmato nello Studio Ovale tre ordini esecutivi. Uno ristabilisce il bando sull’erogazione di fondi federali alle Ong internazionali che praticano aborti o forniscono informazioni a riguardo. Si tratta di un provvedimento che, da quando è stato introdotto dall’amministrazione repubblicana nel 1984, è stato revocato dalle amministrazioni democratiche e reintrodotto da quelle repubblicane che si sono succedute. L’ultima volta era stato il presidente Barack Obama a cancellare il bando.
PROTESTA CONTRO APPLE FABBRICA FOXCONN barron bullizzato sul web
Trump ha inoltre firmato un ordine esecutivo tra cui quello in cui gli Stati Uniti si ritirano dal proposto Tpp, l’accordo commerciale Trans-Pacifico, come promesso in campagna elettorale. Si tratta tuttavia di una formalità visto che il Tpp non era stato ancora ratificato al Senato.
Il terzo ordine esecutivo firmato da Trump certifica invece il congelamento delle assunzioni da parte del governo federale, fatta eccezione per le forze armate.
2. FOXCONN VALUTA UN INVESTIMENTO DA 7 MILIARDI NEGLI STATI UNITI
SI TRATTEREBBE DI 50 MILA POSTI DI LAVORO. TRUMP PRONTO A INCASSARE UN ALTRO SUCCESSO
Cecilia Attanasio Ghezzi per La Stampa.it
Il più grande supplier di elettronica, l’azienda taiwanese Foxconn nota alle cronache per la catena di suicidi dei suoi operai cinesi e per gli straordinari fuorilegge a cui obbliga i dipendenti ogni qual volta Apple lancia un nuovo prodotto, sta prendendo in considerazione di fare un investimento da 7 miliardi in Usa. Si tratterebbe di 30-50 mila posti di lavoro secondo quanto affermato da Terry Gou, l’amministratore delegato dell’azienda. Una potenziale vittoria del neoinsediato Donald Trump che in campagna elettorale ha più volte dichiarato di voler riportare i posti di lavoro «rubati dalla Cina» negli Stati Uniti. Una decisione di cui la Repubblica popolare non sarà per niente contenta se dovesse trasformarsi in realtà. Nonostante tutte le polemiche Foxconn è una delle aziende private più grandi che operano in Cina e impiega circa un milione di persone su tutto il territorio.
il giorno dell insediamento di donald trump 22FOXCONN
Indiscrezioni riportate da Bloomberg senza fonte farebbero riferimento a «un alto funzionario cinese» che si sarebbe già lamentato con Terry Gou, ottenendo da quest’ultimo rassicurazione che l’azienda non ha intenzione di ritirare capitali e investimenti dalla Cina. Secondo quanto dichiarato dall’amministratore delegato infatti il piano americano «più che una promessa è un desiderio».
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La notizia sarebbe nata a seguito dell’annuncio di Masayoshi Son, presidente della SoftBank Group Corp dell’investimento di 50 miliardi negli Stati Uniti. Nella documentazione fornita alla stampa sarebbe comparso anche il nome di Foxconn accostato alla cifra di 7 miliardi. In maniera del tutto contraddittoria Terry Gou ieri si è dichiarato preoccupato dell’agenda protezionista di Trump che potrebbe rabbuiare il commercio globale.
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