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“VOGLIONO STANARE IL CAPITANO” – IN VENETO SONO GUARDINGHI DI FRONTE ALL’APERTURA DI FRATELLI D’ITALIA SUL TERZO MANDATO: SALVINI PUBBLICAMENTE SI È SEMPRE SCHIERATO A FAVORE DELLA RICANDIDATURA DI ZAIA, FEDRIGA E FONTANA, MA SOTTO SOTTO NON DISDEGNEREBBE DI LIBERARSI DEI POPOLARI GOVERNATORI, SPINE NEL FIANCO DELLA LINEA DESTRORSA DEL PARTITO. I MALIGNI MORMORANO SULLE SPARATE DI VANNACCI: AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DEL SEGRETARIO? – IL DILEMMA SPECULARE DEL FU TRUCE DEL PAPEETE E DELLA MELONI: MEGLIO IL VENETO OGGI (SI VOTA IN AUTUNNO) O LA LOMBARDIA DOMANI (NEL 2028)? LA DUCETTA RIFLETTE: AL PIRELLONE COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE COMPLICATO AGGIRARE LA SUA POTENTE RETE…

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DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?

https://www.dagospia.com/politica/dagoreport-meglio-veneto-oggi-lombardia-domani-e-dilemma-speculare-meloni-437647

 

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TERZO MANDATO, FDI INCALZA LA LEGA MA COSÌ SALVINI RISCHIA LA LOMBARDIA

Estratto dell'articolo di Martina Zambon per il “Corriere del Veneto”

 

Se le Regionali fossero una partita a scacchi, i due avversari, Lega e Fratelli d’Italia, starebbero disponendo i pezzi con studiata lentezza. Si attende, giorno dopo giorno, un’«apertura» (di partita) che tarda ad arrivare e che ruota tutta intorno al fatidico tema del terzo mandato.

 

Chiesto a gran voce e in tempi non sospetti dall’uscente Luca Zaia, pareva essere stato definitivamente archiviato con la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato la leggina campana di Vincenzo De Luca. All’epoca, pochi mesi fa, il vicepremier e segretario federale della Lega, Matteo Salvini, non si stracciò le vesti; del resto, la proposta di legge della Lega era già stata bocciata in parlamento senza l’appoggio di azzurri e meloniani.

 

ignazio la russa giorgia meloni

Ora, però, lo scenario appare drasticamente mutato. Nonostante i tempi strettissimi e l’apparente contraddizione, è proprio Fratelli d’Italia a riesumare il terzo mandato per bocca del fedelissimo meloniano Giovanni Donzelli.

 

Un «la» che ha rimesso in discussione ciò che pareva certezza granitica. La faccenda, adesso, è a chi spetti muovere il prossimo pezzo sulla scacchiera. Non a FdI se si vuol dare saggiamente retta allo stesso Donzelli: «Se arriva una proposta da parte di un alleato come la Lega, la valuteremo con la serenità e la lucidità che abbiamo sempre dimostrato. Certo che per riuscire a farlo in tempo, questa proposta deve arrivare presto […]».

 

ZAIA - GIORGETTI - FONTANA - CALDEROLI - SALVINI - FEDRIGA

Come a dire: […] si esponga Salvini, dia lui le risposte chieste a gran voce non più solo da Zaia ma anche da Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia […].

 

Come a dire: sia la Lega a ripresentare una norma (si ragiona, pare, di una legge ordinaria in due articoli) e trovi i voti necessari. Impresa ardua, peraltro, dato il fermo «no» scandito da Antonio Tajani per Forza Italia.

 

«Vogliono stanare il Capitano» meditano perplessi i leghisti veneti, divisi fra chi comincia a credere in un insperato colpo di fortuna - altri cinque anni di pax zaiana - e chi - le nuove leve - preferirebbero dare il via a un nuovo corso incarnato dal segretario regionale, e vice federale, Alberto Stefani.

 

A Milano i vertici del Carroccio hanno capito l’antifona, la palla è atterrata nella loro metà campo e va ributtata di là in fretta. «Sul terzo mandato l’apertura della Meloni ci obbliga a una riflessione veloce. - ha detto ieri all’Agi il presidente dei deputati della Lega Riccardo Molinari, a margine di un evento di partito con gli eletti piemontesi del Carroccio a Novara -. Dobbiamo metterci intorno a un tavolo, anche con gli alleati di Forza Italia per capire se c’è davvero la volontà e di lavorarci subito e farlo entro le prossime elezioni regionali».

 

GIOVANNI DONZELLI FINCHE LA BARCA VA

Insomma, il tentativo va fatto, e lo deve fare la Lega.

 

Per ora non si registrano particolari entusiasmi. I pro e contro vanno soppesati bene su entrambi i lati della scacchiera. Il non detto è riassumibile in una parola: Lombardia. Il vero gioiello della corona è infatti il Pirellone e Salvini non vorrebbe rinunciarci, a costo di sacrificare il Veneto.

 

La premier Giorgia Meloni lo vorrebbe destinare a un altro fedelissimo: Carlo Fidanza, a costo di sacrificare il Veneto, terra generosa che a FdI continua a tributare percentuali altissime, le più alte fra le regioni italiane.

 

SALUTO ROMANO - MEME BY EMILIANO CARLI

Però a Milano, per FdI, come riporta Dagospia, comandano i fratelli Ignazio e Romano La Russa. Fidanza potrebbe non spuntarla. E, poi le prossime regionali lombarde saranno nel 2028. Per carità, Fratelli d’Italia è in costante ascesa nei sondaggi e il gradimento di Meloni non fa che crescere, ma in politica tre anni sono un tempo lungo. E forse rischioso. Tutti ragionamenti al netto di Forza Italia. Con Tajani contrario ma con Flavio Tosi, coordinatore veneto che, in nome di una candidatura blindata per tornare a fare il sindaco di Verona, potrebbe metterci una buona parola.

ROMANO LA RUSSA FA IL SALUTO ROMANO