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LO VOI? NO! - LA SCONFITTA DEL COLLE E LA VITTORIA DI PALAMARA: NON SOLO IL PD RENZIANO DI LOTTI E FERRI MA ANCHE GRILLINI E LEGHISTI HANNO PREFERITO VIGNA IN BARBA AL FAVORITO DI MATTARELLA E DI ERMINI, LAICO DEL PD, FRANCO LO VOI, N CONTINUITÀ CON LA STAGIONE DI PIGNATONE – “TUTTI, ANCHE I PALADINI DEL CAMBIAMENTO, HANNO PARTECIPATO ALLA SPARTIZIONE DEGLI INCARICHI IN MAGISTRATURA. CIASCUNO ERA PRONTO AD AVERE IL PROPRIO RENDICONTO”
Claudia Fusani per “la Stampa”
ermini eletto vicepresidente del csm 4
C'è un pomeriggio in cui questa storia del Csm e della magistratura poteva cambiare. O restare in un ambito non meno grave ma più gestibile. È il 23 maggio, quel giorno la V Commissione del Consiglio superiore, dove si decidono incarichi e nomine che poi vanno ratificate in plenum, ha all' ordine del giorno il dossier Procura di Roma. Le correnti delle toghe hanno già deciso: il favorito è Franco Lo Voi, procuratore a Palermo, in continuità con la stagione di Pignatone che ha archiviato il vecchio porto delle nebbie.
Nella terna ci sono anche Marcello Viola (Magistratura indipendente) e Giuseppe Creazzo (Unicost), procuratore generale e procuratore a Firenze. Era già evidente in quei giorni che le correnti di centro e di destra della magistratura si stavano apparecchiando il boccone più grosso – Roma - tra le circa 130 nomine da fare entro l' anno. Lasciando indietro Area, la parte più a sinistra delle toghe che ha perso un seggio, un anno fa, al plenum.
C' è molta tensione. Il Quirinale e il vicepresidente David Ermini, laico del Pd, percepiscono che la situazione va gestita. E decidono un piccolo ma significativo intervento. Ermini si presenta in V Commissione e chiede al presidente Gianluigi Morlini (Unicost, uno dei 5 autosospesi) di «audire i tre candidati perchè a quattr' occhi la valutazione può essere migliore».
È stato quello il tentativo ultimo di strappare la nomina del procuratore di Roma al gioco pericoloso delle correnti. E di tenere separata l' inchiesta sulla corruzione che coinvolge il pm Palamara dallo scandalo sulle nomine che sta travolgendo eccellenti magistrati. Ma la V Commissione ha detto No, ha disobbedito al Presidente della Repubblica, è andata subito al voto e il verdetto finale è stato quello deciso a tavolino dalla cordata di Palamara: 4 voti per Viola, 1 per Lo Voi e uno per Creazzo.
marcello viola procuratore generale firenze 2
La nuova mappa del potere È importante la mappa del voto per capire perché da dieci giorni grillini e leghisti assistono silenti al massacro della magistratura sperando che passi in fretta. Sono 6 i membri della V Commissione: Morlini, togato di Unicost; Emanuele Basile, laico Lega; Pier Camillo Davigo, togato di Autonomia e Indipendenza e faro di riferimento del Guardasigilli grillino Alfonso Bonafede; Mario Suriano, togato di Area; Fulvio Gigliotti, laico dei 5 Stelle e Antonio Lepre, togato di Magistratura indipendente.
Sono contrari alle audizioni, con qualche sorpresa, Davigo, il laico della Lega e il togato di Mi. In caso di parità, vince il No. La votazione sul procuratore finisce con 4 voti per Viola (Basile, Davigo, Gigliotti e Lepre), un voto per Creazzo (Morlini) e uno solo per Lo Voi dall' unico togato di sinistra. La mappa del voto racconta una trasversalità che va oltre la geografia delle correnti. E legittima a pensare, spiega una fonte di palazzo dei Marescialli, che «tutti, anche i paladini del cambiamento, hanno partecipato alla spartizione degli incarichi in magistratura. Ciascuno era pronto ad avere il proprio rendiconto».
Se agli incontri in albergo erano presenti i deputati del Pd Cosimo Ferri e Luca Lotti, si può ipotizzare che altre forze politiche si sentissero già rappresentate dai togati presenti agli incontri. È la crisi più grave della magistratura dalla P2. Il silenzio di Lega e M5S (tranne Mario Giarrusso) appare strano.
Ma forse stavolta nessuno può permettersi di scagliare la prima pietra.
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