DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Guerra del Partito democratico contro Report. Dopo l’inchiesta sul salvataggio de l’Unità andata in onda il 10 aprile, i democratici sono andati all’attacco del programma condotto da Sigfrido Ranucci. Se da una parte Matteo Renzi non ha risposto alle domande e ha invece inviato una lettera dell’avvocato che minacciava querele, dall’altra il tesoriere Francesco Bonifazi ha annunciato che “chiederà i danni al programma Rai, alla Rai stessa e al Fatto Quotidiano“.
In un video pubblicato su Facebook ha anche detto che presenterà “un esposto sui profili fiscali e soprattutto penali che riguardano il blog di Beppe Grillo“: “Credo che nei prossimi giorni ne vedremo delle belle”, ha concluso. Sul caso si è espresso anche uno dei membri della commissione di Vigilanza Rai ed esponente Pd Michele Anzaldi: “Oggi per me è una giornata triste, perché Report dopo un ampio lancio ha mostrato una brutta pagina di giornalismo. Sarebbe bello conoscere il parere dell’ordine professionale sulla gestione di questa inchiesta, visto che fior di giornalisti che fanno parte del cda Rai, come Diaconale e Siddi, si sono espressi con grande criticità”.
M5S: “VERIFICHE SE ESISTE UN SISTEMA RENZI”.
Ad annunciare esposti è stato anche il Movimento 5 stelle. Nel corso di una conferenza stampa al Senato, il vicepresidente della Camera M5s Luigi Di Maio ha parlato di un presunto sistema “Renzopoli”: “Chiediamo di verificare se sussistono reati come traffico di influenze, turbativa d’asta, induzione alla corruzione nel caso del salvataggio de l’Unità. Chiediamo anche che l’Anac verifichi se esista un sistema Renzi dal punto di vista giudiziario”.
I colleghi della Vigilanza Rai hanno invece polemizzato con le difese a oltranza del Pd: “I dem si esercitano in una formidabile batteria di scuola berlusconiana per difendere il direttore Orfeo, confermato da Renzi alla guida del Tg1 in chiave smaccatamente filo-governativa. Dall’altro lato però intimidisce la trasmissione Report come dimostrano le parole del tesoriere Pd Bonifazi. Il doppiopesismo del Pd si esercita in una ipocrisia vomitevole. La libertà di stampa vale solamente per i loro amici, ma non per i giornalisti d’inchiesta che approfondiscono temi importanti e delicati come quello del salvataggio dell’Unità”.
Sul tema è anche stato pubblicato un post sul blog: “Ci risiamo”, si legge, “dopo l’inchiesta Consip, tuttora in corso e con Tiziano Renzi e il ministro Luca Lotti tuttora indagati, spunta un nuovo capitolo del sistema ‘Renzopoli’. Ancora una volta è una storia di imprenditori che avrebbero vinto appalti grazie ai rapporti ravvicinati con la politica e che svela come funziona il sistema di potere renziano, dove se sei amico dell’ex presidente del Consiglio ed ex segretario del Pd ti guadagni un posto in paradiso, mentre il Paese reale lentamente muore”.
E chiudono: “Noi siamo stufi di questo sistema e di una Renzopoli dove l’ex presidente del Consiglio continua a piazzare i suoi uomini nei posti nevralgici delle istituzioni. Renzi e il Pd hanno risposto all’inchiesta di Report con la minaccia di querele, noi invece chiediamo che venga a galla la verità. La gravità politica di questa vicenda è chiara, alla magistratura spetterà rintracciare anche l’esistenza di eventuali responsabilità penali a carico di Matteo Renzi e del Pd”.
SINDACATI FNSI E USIGRAI: “SCATTA LA VOGLIA DI BAVAGLIO”
“Difendono il programma Rai sono i sindacati Fnsi e Usigrai che, in una nota congiunta, hanno scritto: “Vecchi vizi che non tramontano mai. Si chiede alla Rai di fare inchieste. Poi, quando danno fastidio a qualcuno, scatta la voglia di bavaglio. Siamo con la redazione di Report e con la libertà dei giornalisti di fare informazione nel rispetto delle regole e della verità”.
SIGFRIDO RANUCCI MILENA GABANELLI
Il tema, spiegano Federazione Nazionale della Stampa e sindacato dei giornalisti Rai, “non è ridurre le tutele legali, che in Rai sono già tra le più labili d’Italia. Il tema è esattamente opposto, ossia aumentare le tutele legali e contrattuali. Di tutti. Anche dei lavoratori precari e atipici, per i quali i vertici aziendali dovrebbero battere un colpo e non girare la testa dall’altra parte”.
Tutele e diritti, ribadiscono, “sono essenziali per garantire la massima libertà a chi fa informazione. Su questo Fnsi e Usigrai non hanno cambiato idea: si tratta di una posizione espressa negli anni scorsi dai vertici del sindacato dei giornalisti, quando già si provò a ridurre le tutele per Report”.
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