
DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI"…
“TRUMP MINACCIA IL CAMBIO DI REGIME IN IRAN? CI ABBIAMO PROVATO IN VIETNAM, AFGHANISTAN E IN IRAQ. NON È MAI ANDATA MOLTO BENE” – IL FILOSOFO MICHAEL WALZER: “L'OBIETTIVO ORA DOVREBBE ESSERE RIPORTARE L'IRAN AL NEGOZIATO, MA NON SI OTTIENE FACENDO DISCORSI DA BULLO. VERSO NETANYAHU GLI STATI UNITI DOVREBBERO AVERE UNA LINEA PIÙ SOFISTICATA, PER FERMARE QUANTO STA FACENDO A GAZA, SOSTENENDOLO INVECE CON L'IRAN. LA GUERRA NELLA STRISCIA È INGIUSTA, QUELLA CONTRO LA REPUBBLICA ISLAMICA È ALTRO, MA A WASHINGTON OGGI NON C'È QUESTA FORZA MORALE PER DISTINGUERE - QUANTO NETANYAHU HA FATTO A GAZA È UN TENTATIVO DI PROLUNGARE LA PROPRIA CARRIERA POLITICA”
Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
“Se Trump punta al cambio di regime in Iran, rischia di ripetere Vietnam, Iraq e Afghanistan». L'avvertimento viene dal filosofo di Princeton Michael Walzer, che aggiunge: «L'obiettivo ora dovrebbe essere riportare l'Iran al negoziato, ma non si ottiene facendo discorsi da bullo».
Cosa pensa dello scontro con l'Iran e come è iniziato?
«[…] Sono sempre stato scettico degli attacchi preventivi, […] Avrei preferito una soluzione diplomatica, oppure che gli israeliani fossero riusciti a porre fine alla guerra da soli, ma spero che i leader iraniani decidano di riaprire il negoziato».
benjamin netanyahu e donald trump nello studio ovale
Lei ha scritto molto della "guerra giusta". Quella contro un regime teocratico in cerca dell'atomica rientra nella categoria?
«La definizione dell'Iran è questa e l'intelligence israeliana sul programma nucleare sembra migliore di quella americana, anche secondo i paesi della regione come l'Arabia Saudita. Mi preoccupa però che l'America venga percepita come uno strumento del premier Netanyahu e che Teheran decida di iniziare una lunga guerra».
I leader dell'amministrazione avevano detto che l'obiettivo erano i siti nucleari, ma poi Trump ha aperto al cambio di regime.
il discorso di ali khamenei dal bunker 2
«Sarebbe stato utile se anche lui avesse preso questa posizione responsabile, invece di fare un discorso da teppista». […] «La reazione militare di Teheran alle operazioni israeliane è stata molto debole. Se la risposta in corso sarà simbolica, breve e per salvare la faccia, i colloqui potrebbero riprendere».
Quale posizione consiglia agli Usa verso Netanyahu?
«Servirebbe una linea più sofisticata, per fermare quanto sta facendo a Gaza, sostenendolo invece con l'Iran. La guerra nella Striscia è ingiusta, quella contro la Repubblica islamica è altro, ma a Washington oggi non c'è questa forza morale per distinguere».
Il presidente Clinton ha detto che il premier israeliano agisce solo per restare al potere.
«Quanto Netanyahu ha fatto a Gaza è sicuramente un tentativo di tenere unita la sua coalizione, per prolungare la propria carriera politica. L'attacco all'Iran invece è più grande di lui, ci sono anche membri dell'opposizione e democratici che lo condividono».
[…] Pensa che il regime iraniano possa sopravvivere, oppure a questo punto il presidente Trump ha scelto di abbatterlo?
donald trump benjamin netanyahu foto lapresse2
«Non credo che il cambio di regime dovrebbe essere l'obiettivo di questa campagna degli Stati Uniti o di Israele. L'effetto immediato del bombardamento di un paese è in genere quello di produrre risposte patriottiche e nazionaliste […] Potrebbe esserci lo spazio per un cambio di regime se ci fosse prima una soluzione diplomatica, seguita poi da una rivolta contro questo governo motivata dall'insoddisfazione della popolazione […] però non può essere l'obiettivo predeterminato di una potenza straniera.
Noi abbiamo cercato di creare una sorta di nuovo regime a Saigon durante l'intervento in Vietnam e, nonostante quel fallimento, ci abbiamo poi riprovato in Afghanistan e in Iraq. Non è mai andata molto bene. Un conto è lanciare bombardamenti dal cielo, un altro è andare sul terreno per costruire nuove istituzioni. È più difficile di quanto non pensino a Washington […]».
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