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“SÌ, TRUMP MERITA IL NOBEL PER LA PACE” – A SORPRESA, ANCHE IL “WASHINGTON POST”, QUOTIDIANO DI FIERA TRADIZIONE LIBERAL, APPOGGIA LA CANDIDATURA DEL TYCOON: “NON C’È MAI STATO UN PRESIDENTE AMERICANO CHE LO MERITASSE DI PIÙ. QUATTRO DEI SUOI PREDECESSORI HANNO VINTO IL PREMIO. BARACK OBAMA LO VINSE SETTE MESI DOPO IL SUO INSEDIAMENTO, ESSENZIALMENTE PER IL FATTO DI NON ESSERE GEORGE W. BUSH” – DALL CNN AI SENATORI DEM: LA SINISTRA AMERICANA ROSICA MA AMMETTE IL SUCCESSO DEL COATTO DELLA CASA BIANCA - ANCHE LA RUSSIA DI PUTIN SOSTIENE IL TYCOON: “SE CE LO CHIEDESSERO, LA SOSTERREMMO SUBITO”
USA-RUSSIA: CREMLINO, PRONTI A SOSTENERE CANDIDATURA TRUMP A NOBEL PACE
(LaPresse) - La Russia sosterrebbe la candidatura del presidente degli Stati Uniti Donald Trump al premio Nobel per la pace. Lo ha affermato il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov.
"Penso che la sosterremmo subito se ce lo chiedessero", ha affermato in un'intervista ripresa dai media russi. Ushakov ha anche criticato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo cui Kiev potrebbe fare pressioni affinché Trump ottenga il Nobel se consegnerà i missili Tomahawk a Kiev.
"Quindi, un premio per la pace per la fornitura di armi? Anche solo l'idea è mostruosa. Se la gente pensa in questi termini, la dice lunga su chi è", ha affermato il consigliere presidenziale russo.
IL TWEET DI BENJAMIN NETANYAHU - NOBEL PER LA PACE A DONALD TRUMP
SÌ, TRUMP MERITA IL PREMIO NOBEL PER LA PACE
Traduzione di un estratto dell’articolo di Marc A. Thiessen per il “Washington Post”
Non solo Donald Trump merita il Premio Nobel per la Pace, ma probabilmente non c’è mai stato un presidente americano che lo meritasse di più.
Quattro dei suoi predecessori hanno vinto il premio. Barack Obama lo vinse sette mesi dopo il suo insediamento, essenzialmente per il fatto di non essere George W. Bush — e persino lui ammise di non meritarlo. Woodrow Wilson lo ottenne per la creazione della Società delle Nazioni, che si rivelò un disastro inefficace e alla quale gli stessi Stati Uniti non aderirono mai.
Theodore Roosevelt lo vinse per aver posto fine a un solo conflitto, la guerra russo-giapponese, iniziata con l’attacco del Giappone alla flotta russa in Manciuria nel 1904 (il Giappone avrebbe poi lanciato una piena invasione della Manciuria nel 1931 e un attacco a sorpresa agli Stati Uniti nel 1941).
Jimmy Carter lo vinse nel 2002, più di due decenni dopo aver lasciato la Casa Bianca, per una vita dedicata alla mediazione e alla pace, a partire dagli Accordi di Camp David tra Israele ed Egitto.
Confrontate tutto ciò con il bilancio di Trump. Durante il suo primo mandato, Trump ha mediato non uno, non due, non tre, ma quattro accordi di pace tra paesi arabi e Israele — i primi in oltre un quarto di secolo.
Ci è riuscito respingendo la fallimentare saggezza convenzionale dell’establishment di politica estera, secondo cui non poteva esserci una pace separata senza i palestinesi, e secondo cui spostare l’ambasciata statunitense a Gerusalemme e affrontare l’aggressione iraniana avrebbe incendiato la regione e reso impossibile la pace. Quelle mosse hanno avuto l’effetto opposto. Gli Accordi di Abramo da soli sarebbero stati un traguardo degno di un Premio Nobel.
Ilham Aliyev, Donald Trump e Nikol Pashinyan - pace tra Azerbaijan e Armenia
Da quando è tornato alla Casa Bianca, Trump ha riunito nella Sala Ovale i leader della Repubblica Democratica del Congo e del Ruanda per firmare un accordo di pace nel loro conflitto pluridecennale che ha causato milioni di morti.
Ha contribuito a esercitare pressioni su India e Pakistan per porre fine a quattro giorni di combattimenti in maggio (il Pakistan riconosce il merito a Trump, l’India no). Ha aiutato a negoziare la fine dei combattimenti tra Thailandia e Cambogia dopo che la Thailandia aveva lanciato attacchi aerei contro la Cambogia a luglio.
DONALD TRUMP CON AL THANI IN QATAR
Ha portato i leader di Armenia e Azerbaigian alla Casa Bianca per firmare un quadro di pace nella loro guerra per il Nagorno-Karabakh. E, forse nella sua più grande impresa a favore della pace, ha lanciato l’Operazione Midnight Hammer che ha annientato il programma nucleare iraniano, ponendo fine alla guerra tra Iran e Israele dopo appena dodici giorni di combattimenti.
Inoltre, Trump sostiene di aver evitato una guerra tra Serbia e Kosovo (il presidente del Kosovo ha confermato l’affermazione, dichiarando che la Serbia stava pianificando un attacco a maggio prima dell’intervento di Trump). Trump afferma anche di aver prevenuto un conflitto militare tra Egitto ed Etiopia nella loro disputa in corso sulla diga del Nilo.
STEVE WITKOFF - BENJAMIN NETANYAHU - JARED KUSHNER
Ma anche tralasciando questi due casi, resta comunque uno dei più grandi bilanci di pace di qualsiasi amministrazione nella storia degli Stati Uniti.
E tutto ciò prima ancora dell’accordo che Trump ha appena mediato tra Israele e Hamas per la liberazione di tutti gli ostaggi ancora detenuti dal gruppo terroristico. Per creare le condizioni di un’intesa, Trump ha abilmente messo Hamas con le spalle al muro, presentando un piano globale in 20 punti non solo per porre fine ai combattimenti, ma anche per ricostruire Gaza e offrire ai suoi abitanti una via verso la prosperità.
È riuscito a far approvare il piano a Israele e a quasi tutto il mondo arabo. A quel punto, Hamas non ha avuto altra scelta se non accettare o assumersi la piena responsabilità della continuazione delle sofferenze di Gaza.
I PUNTI DA CHIARIRE NEL PIANO DI PACE DI TRUMP - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA
[…] E Trump non ha finito. Non ha rinunciato al suo obiettivo di porre fine alla guerra della Russia in Ucraina, anche se portare Putin al tavolo della pace richiederà coercizione sotto forma di maggiore pressione militare ed economica, non solo di persuasione. E se riuscirà a porre fine alla guerra tra Israele e Hamas, altri Accordi di Abramo con l’Arabia Saudita e altri Stati arabi quasi certamente seguiranno.
Ma una cosa è certa: dal Medio Oriente all’Africa, dall’Asia al Caucaso fino all’Europa, nessun presidente ha fatto di più per la causa della pace di Donald Trump. Se questo non gli vale un Premio Nobel, allora il premio non ha più alcun significato.
LA TELA DI DONALD E L’ARTE DEGLI AFFARI: ANCHE I «NEMICI» ELOGIANO LA SVOLTA
Estratto dell’articolo di Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”
festeggiamenti in israele per l accordo di pace con hamas foto lapresse 3
[…] Alla fine, comunque, le «telefonate e gli incontri» di Trump sono stati chiave: il presidente ha promesso di sostenere personalmente i punti dell’accordo, incluso non solo un cessate il fuoco ma la fine della guerra. Un altro momento chiave è stato quando venerdì scorso Trump non ha interpretato la risposta di Hamas («sì, ma») come un «no».
Ha «sorvolato» sulle «condizioni». Trump evita di citare di soluzione dei due Stati, preferisce dire: «Creeremo una situazione in cui le persone possono vivere a Gaza». Proietta fiducia sulle fasi successive: «Ci saranno il disarmo, i ritiri, penso che potrebbe finire con la pace in Medio Oriente».
festeggiamenti a gaza per l accordo tra israele e hamas 3
«Questo va oltre Gaza — ripete — questa è la pace in Medio Oriente» . Nel clima enormemente divisivo in America (con la Guardia nazionale nelle città, i rivali politici indagati, lo shutdown del governo) nessuno mette in dubbio che sia stato Trump a portare a casa l’accordo e che, pur essendo la prima fase — osserva la Cnn — «non era affatto scontata».
Lo riconoscono molti senatori democratici. Anche Obama applaude, pur senza nominare Trump e sottolineando che bisogna lavorare per una «pace duratura». Per l’Economist è «un trionfo dello stile transazionale e da bullo della diplomazia di Trump». Il presidente, soddisfatto, afferma che stavolta non li chiamerà fake media.
festeggiamenti a gaza per l accordo tra israele e hamas 7
donald trump e l'emiro sheikh tamim bin hamad al thani 1
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