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Dura la vita in casa di Ugo Zampetti, l’onnipotente (per ora) segretario generale della Camera. Dopo 15 anni di onesto lavoro sulla poltrona più dorata di Montecitorio, a una mezza milionata di euro l’anno, il 23 dicembre compie 65 anni e gli tocca andare in pensione.
Sperava in una proroga dell’incarico, ma proprio non tira aria: funzionari, dattilografi e commessi della Camera hanno addirittura scritto alla Boldrinova per chiederle di rispettare il divieto renziano di mantenere in servizio i dirigenti ultrasessantacinquenni della PA. E che, c’era scritto tra le righe, noi dipendenti Camera abbiamo la scritta Sali & Tabacchi stampata in fronte? Nossignori. Ci tagliate gli stipendi per obbedire ai tagli imposti da Renzi? E allora obbedite a Renzi e archiviate anche il pensionando Zampetti, malefico artefice del nostro massacro stipendiale.
Povero Ugo. Per lui restare in servizio, sia pure a metà paga, era condizione indispensabile per giocarsela: sogna di essere chiamato al Quirinale quando nonno Napolitano libererà lo scranno, e con lui il suo fidato segretario generale Donato Marra.
Ma se la Boldrinova lo liquida così, come un pensionato qualsiasi, addio sogni di gloria. E addio trasloco nel meraviglioso appartamento che ora occupano Marra e signora nel palazzo di via della Dataria, di proprietà del Quirinale e riservato agli alti collaboratori del presidente: vista su Roma, terrazzo, mobili di pregio, chef e cameriere pagato dal Colle, scorta, auto di servizio e autista anche per la signora (che, disgraziatamente per noi contribuenti, non guida).
A proposito: dal Colle, su via della Dataria, non ci è mai arrivata una sola riga di smentita. Potrebbero allora mandarci, cortesemente, almeno la contabilità del palazzo? Così, giusto per capire se gli affitti pagati dai famosi alti collaboratori bastano per coprirne le spese di gestione. E le spese, per favore, ecco: potremmo averle in dettaglio? Personale, manutenzione, mobilio, lavanderia, bollette, Tari, Tasi, automobili e quant’altro. Mille grazie.
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