DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
NOW - Ukrainian flag raised in Kherson after Russian retreat.pic.twitter.com/NfHVlmpM0u
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1 - MOSCA, 'INACCETTABILE' RICHIESTA KIEV RITIRO PER NEGOZIATI
(ANSA) - La Russia considera "inaccettabile" la condizione dell'Ucraina che le truppe di Mosca si ritirino dal Paese per avviare negoziati. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri ed ex ambasciatore russo presso la Nato Alexander Grushko, citato dall'agenzia Interfax.
La Russia considera "inaccettabile" la condizione che le truppe di Mosca si ritirino dall'Ucraina per avviare negoziati, ha detto Grushko, rispondendo a quanto affermato dal ministro degli Esteri finlandese Pekka Haavisto al suo arrivo a Bruxelles per la riunione dei ministri degli Esteri della Ue. Ogni negoziato, ha sottolineato Grushko, deve "tenere conto della situazione sul terreno".
2 - CREMLINO NON SMENTISCE NOTIZIE INCONTRI CON USA A ANKARA
(ANSA) - Il Cremlino non può né confermare né smentire notizie su presunti incontri ad Ankara di una delegazione russa con una americana. Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov citato dall'agenzia Interfax.
3 - GLI USA SPINGONO ZELENSKY "MOMENTO GIUSTO PER TRATTARE" MINACCE DALLA BIELORUSSIA
Estratto dell’articolo di Giuseppe Agliastro per “La Stampa”
vladimir putin al club valdai di mosca 4
Kiev dovrebbe «cominciare a pensare a richieste realistiche e alle priorità per i negoziati» con la Russia, «compresa una riconsiderazione dell'obiettivo dichiarato di riconquistare la Crimea»: sarebbe questo il suggerimento che il consigliere alla Sicurezza Usa, Jake Sullivan, avrebbe dato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky stando alle fonti interpellate dal Wall Street Journal.
La notizia arriva pochi giorni dopo che il generale americano Mark Milley ha affermato che l'inverno potrebbe creare delle opportunità per trattare la pace, a patto che sia Mosca sia Kiev riconoscano che una vittoria militare totale «potrebbe non essere raggiungibile».
Potrebbero essere i primi segnali che Washington comincia a premere su Kiev affinché cerchi una soluzione diplomatica con la Russia, che invaso l'Ucraina a febbraio e scatenato una guerra sanguinosa nel cuore dell'Europa. E anche se ufficialmente gli Usa dichiarano che spetta all'Ucraina decidere tempi e modi delle trattative, il New York Times parla di una presunta spaccatura alla Casa Bianca tra chi vorrebbe spingere Kiev verso i negoziati e chi ritiene che sia ancora presto.
Per il momento Zelensky promette la riconquista di altre città occupate dopo che le truppe del Cremlino sono state costrette a ritirarsi da Kherson: l'unico capoluogo di regione che avevano conquistato. «Non dimentichiamo nessuno, non lasceremo indietro nessuno», ha dichiarato il presidente ucraino, mentre il suo consigliere Mikhailo Podolyak afferma che, «politicamente e psicologicamente, la Russia non è ancora matura per veri negoziati e per il ritiro delle truppe», ma lo sarà «subito dopo la liberazione di Donetsk e Lugansk»: le due principali città del Donbass, di cui Kiev ha perso il controllo nel 2014. Mosca intanto a parole si dice aperta al dialogo, ma non cede di un millimetro sui territori ucraini che si è annessa illegalmente un mese e mezzo fa. […]
«A NOI IL DONBASS, POI MOSCA TRATTERÀ»
Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”
«Non dimenticheremo nessuno, nessuno sarà abbandonato», promette Volodymyr Zelensky all'Ucraina in festa al terzo giorno della liberazione di Kherson. Il presidente parla alla nazione, ma in parte anche a sé stesso. Perché qui tutti sanno bene che il ritorno della bandiera sulla municipalità dell'unico capoluogo di regione che i russi erano riusciti a occupare a ovest del Dnipro è una vittoria sudata, gronda sofferenze e tanti soldati morti, ma soprattutto rappresenta il viatico e la rassicurazione che il governo e l'esercito ucraino sono impegnati a liberare tutti gli altri territori occupati dai russi.
Tutti? Non solo le aree invase a partire dal 24 febbraio di quest' anno, ma anche le «province indipendenti» di Donetsk e Lugansk, oltre alla penisola di Crimea, occupate nel 2014? Sì, certamente, proprio tutte, replicano lui e i suoi collaboratori. Tra loro, Mikhailo Podolyak, osserva che il consenso per la guerra nella Federazione Russa sta «rapidamente diminuendo». E aggiunge: «Politicamente e psicologicamente non sono ancora pronti per veri negoziati e il ritiro delle truppe, accadrà subito dopo la liberazione di Donetsk e Lugansk».
droni ucraini attaccano navi russe in crimea 5
Ma la posizione ucraina è meno solida di quanto possa apparire: dagli alleati occidentali crescono le pressioni per un compromesso con Mosca, i governi europei ne parlano apertamente e ormai è noto che anche da Washington si sta pensando in questo senso.
Lo stesso presidente Biden, il quale in pubblico continua a ripetere che «soltanto gli ucraini decideranno il destino del loro Paese», ultimamente si sta però dimostrando più propenso a suggerire maggiore flessibilità a Kiev. A porte chiuse sostiene che ora i due campi nemici «saranno costretti a leccarsi le ferite» e nei mesi difficili dell'inverno potrebbero venire spinti a cercare un'intesa. […]
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