DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
1. I SOLDI RENDONO PIÙ LIBERI? SÌ, PERCIÒ DONALD BATTE TUTTI GLI ELETTORI VISTI DA ZINGALES
Maria Teresa Cometto per il “Corriere della Sera”
Possono i soldi comprare la Casa Bianca?
DONALD TRUMP MOSTRA LE MANI E GARANTISCE SUL SUO PISELLO
No, se si pensa che il candidato repubblicano che fino all' altro ieri aveva raccolto più donazioni, Jeb Bush (150 milioni di dollari) è uscito di scena. Sì, se si ascolta l' umore degli americani: la maggioranza (57%) è convinta che «i candidati finanziati dalle grandi aziende, dai sindacati e dai gruppi d' interessi speciali sono sotto il loro controllo». Lo rivela una ricerca del Centro George J. Stigler per lo studio dell' economia e dello stato, che è diretto dal professore italiano Luigi Zingales alla University of Chicago.
DONALD TRUMP MOSTRA LE MANI E GARANTISCE SUL SUO PISELLO
La preoccupazione circa l' influenza dei soldi sulla politica è più forte fra i Repubblicani (55%) che fra i Democratici (46%) ed è massima fra gli Indipendenti (62%). Ma in generale è un problema molto sentito e spiega in parte la popolarità di Donald Trump, l' unico ad autofinanziarsi la campagna con il proprio patrimonio miliardario: il 55% degli intervistati dallo Stigler center pensa che sia lui il candidato «più libero dall' influenza dei grandi finanziatori», mentre il 22% crede che lo sia Bernie Sanders, il Democratico che conta esclusivamente sulle piccole donazioni individuali.
chris christie sostiene donald trump
Solo gli elettori democratici pensano che Sanders sia «il più libero». Ma bisogna notare - sottolinea Zingales - che c' è una forte differenza d' opinione a seconda del reddito degli intervistati. Il 66% dei democratici che guadagnano oltre 100 mila dollari l' anno scelgono Sanders come campione d' indipendenza, però il 38% di quelli con un reddito inferiore ai 100 mila sceglie Trump come «il più libero» contro il 26% che indica Sanders e solo il 25% sceglie la Clinton. «Se il tema dei soldi e della politica sarà importante nelle elezioni presidenziali di novembre, Trump avrà un vantaggio sulla Clinton fra tutti i democratici, ma in particolare fra i colletti blu, la classe operaia», commenta Zingales.
Per studiare il rapporto fra contributi elettorali e politica dei candidati lo Stigler center ha creato l' indice Campaign financing capture. «Quanto più grande è la quota di soldi che un candidato riceve dai grandi finanziatori, tanto meno sarà capace e desideroso di fare riforme nei mercati dove i potenti gruppi d' interesse preferiscono lo status quo», spiega Zingales. Secondo quell' indice, i candidati con il più alto tasso di contributi da grandi supporter sono Marco Rubio (57,3%), Ted Cruz (55%) e Hillary Clinton (39,6%).
bill clinton bernie sanders con la moglie jane
2. TRUMP VINCE ANCHE SUL COSTO DEI DELEGATI
Chris Bonface per “Libero Quotidiano”
Fino a questo momento chi ha fatto il migliore affare nelle elezioni americane, conquistando il massimo al minore prezzo è Donald Trump. Nella campagna elettorale in corso ha speso 25,7 milioni di dollari e conquistato 384 delegati alla convention repubblicana. È ancora molto lontano dall' obiettivo, perché per essere candidato alla presidenza degli Stati Uniti deve raggiungere quota 1.237. Ma almeno ha speso meno die concorrenti diretti: 67.032 dollari per ogni delegato conquistato. Fra i cinque candidati due due partiti che ancora hanno chance di vittoria al secondo posto per rendimento dei finanziamenti ricevuti si è piazzata Hillary Clinton.
Ha speso uno sproposito: 110,9 milioni di dollari. Ma ha conquistato già 1.130 delegati (ne servono però 2.382 per la vittoria) alla convention democratica, e quindi su ognuno di loro ha investito 98.137 dollari, circa il 50% di più di Trump. Terzo posto in classifica per Bernie Sanders, cui la campagna elettorale fin qui è costata 81,8 milioni di dollari per conquistare 499 delegati. Ha investito su ognuno di loro 163.903 dollari, quasi il doppio della Clinton. Di più hanno però speso gli altri due contendenti repubblicani.
Ted Cruz ha investito 62.2 milioni di dollari per avere 300 delegati: 207.656 dollari per ognuno di loro. Marco Rubio ha speso poco meno: 61,2 milioni di dollari, ma ha conquistato solo 151 delegati, con una spesa stratosferica per ciascuno di loro: 405.763 dollari.
Se la campagna elettorale dovesse proseguire con questa media di "investimenti" sui delegati, a Trump servirebbero ancora 57,178 milioni di dollari per essere sicuro della nomina. Anche se il suo profilo è quello del riccone, il suo problema è proprio di tipo finanziario: è il candidato che ha raccolto meno finanziamenti di tutti e 5, e a disposizione al momento ha poco o nulla: 1,6 milioni di dollari.
marco rubio beve dalla bottiglietta
Gliene servirebbero altri 55,4, e sono tutti da trovare. La Clinton per vincere con la stessa performance avrebbe bisogno di spendere altri 122,8 milioni di dollari, un po' più di quanto ne ha tirati fuori finora. Lei però ha ricevuto tantissimi finanziamenti, e ha ancora un tesoretto di 77,3 milioni di dollari da spendere: ne dovrebbe trovare però ancora 45,5 milioni. A Ted Cruz servirebbero ancora 194 milioni, e da trovare con raccolta fondi 155,4. Proibitiva a questo ritmo la vittoria di Sanders, che avrebbe bisogno di altri 308 milioni, quasi tutti (294) da reperire.
Ancora peggio per Rubio:avrebbe bisogno di 440,6 milioni di dollari, e ne dovrebbe trovare ex novo 429,6 milioni. Sembrano ormai entrambi fuori dai giochi finanziari...
riproduzione riservataI conti delle primarie Per ogni elettore conquistato il magnate paga «solo» 67mila dollari. La Clinton 98mila, mentre Rubio addirittura 405milaTrump vince anche sul costo dei delegati.
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