MARCELLO DE VITO
Monica Guerzoni e Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”
Gianluca Perilli, senatore ed ex consigliere laziale, la prende sul filosofico: «Sono disorientato. Dal punto di vista antropologico il male è imperscrutabile». Per evocare Leibniz, forse non siamo nel «migliore dei mondi possibili» e i 5 Stelle lo sanno bene. Si aggirano come spettri a Palazzo Madama, addentano una crostata in buvette mentre devono ingoiare il boccone amaro dello stop al processo per Matteo Salvini.
Quasi tutti giurano di non aver capito, di non sapere, di non avere mai neppure sospettato. Eppure non è proprio così. Roberta Lombardi, grande amica e sponsor di «corrente» di De Vito, l' aveva cercato dopo aver letto qualche frase sospetta nelle carte del processo a Lanzalone: «Marcello, giurami che non c' entri nulla». «Ma certo, Roberta, stai scherzando?».
virginia raggi roberta lombardi
L' imbarazzo è palpabile. La tesi diffusa è quella della «mela marcia». Un «mariuolo», per dirla con Bettino Craxi su Mario Chiesa. Per carità, tutti scappano alla sola parola. In rete è un putiferio. Scorrono le foto di Virginia Raggi e degli altri sodali con le «arance» (foto scattata da De Vito?); il gesto strafottente delle manette di Mario Giarrusso; le citazioni di Nenni: «Trovi sempre uno più puro che ti epura». Qualcuno scrive: «Doppio mandato, fatto. Immunità, fatto. Corrotto arrestato, fatto. Next level, bunga bunga».
Fine della purezza, giacobinismo all' angolo. «Ma qui di giacobini ce ne sono pochi in giro - dice Nicola Morra -.
Ho già sperimentato la sorpresa per i mancati bonifici.
virginia raggi roberta lombardi beppe grillo
Ma contro la fallacia umana ci sono antidoti: trasparenza e condivisione». Che, evidentemente, sono mancati. Ma Morra va oltre: «Non ho letto le carte, ma se c' è una responsabilità politica della giunta va valutata». Non proprio una difesa a spada tratta della giunta Raggi. Che ora rischia il fuoco amico.
Il capogruppo, Stefano Patuanelli, è tranchant: «La giustizia farà il suo corso, ma l' espulsione è giusta». E se fosse innocente? «Per noi è già colpevole, eticamente e politicamente». «Nessun garantismo in questo caso», chiarisce Vito Crimi, se non si fosse capito. Non hanno avvertito il deputato Davide Galantino: «La sconfessione di De Vito è brutta, non siamo noi a dover fare un processo».
Voce isolata, subito silenziata.
nicola morra (2)
Il premier Giuseppe Conte, fermato dopo l' incontro con i ragazzi della Luiss, parla da 5 Stelle: «Ho apprezzato molto la reazione di Di Maio, la leadership va esercitata così. La politica non può aspettare». E gli attacchi delle opposizioni, i coretti «o-ne-stà, o-ne-stà»?
Per Conte sono «reazioni sciocche». La Raggi deve dimettersi? Per la seconda volta il premier glissa e, imbarazzato, saluta e se ne va: «Non è una conferenza stampa».
A proposito di voci isolate, ci sono quelle delle tre senatrici che hanno votato contro Salvini. Elena Fattori: «De Vito era in cordata con Lombardi, Taverna, Di Battista, Loquenzi e Dessì, il quale nel 2013 mi salutò con il post "Arriva la Ruby de' noantri, un' altra pronta a darla a Berlusconi".
Mi ha insultato spesso». Non piace la libertà di pensiero della Fattori: «L' altro giorno mi ha bloccato su WhatsApp persino Beppe Grillo. Ma ora cambio numero e lo cerco».
MARCELLO DE VITO
Oggi parte l' iter verso l' espulsione. Gianluigi Paragone è contrario: «Quando parlava Nugnes alcuni si allontanavano, allora mi sono avvicinato per solidarietà. Non condivido quello che dice, ma adoro il dissenso».
luigi di maio roberta lombardi virginia raggi roberta lombardi virginia raggi MARCELLO DE VITO