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    BARI E DISPARI – LA SITUAZIONE PATRIMONIALE DELLA POPOLARE DI BARI PORTEBBE REGISTRARE UN ROSSO TRA 400 E 450 MILIONI, A FRONTE DI 330 DI PATRIMONIO. IL PRESSING DELLA VIGILANZA DI BANCA D’ITALIA (ALLA BUON ORA) SUL FONDO INTERBANCARIO PER UN INTERVENTO AL PIÙ PRESTO – PERCHÉ A METÀ NOVEMBRE I LEGALI DELLA BANCA NON SI COSTITUIRONO PARTE CIVILE NEL PROCESSO SUL CRAC TERCAS?


     
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    1 – POP BARI, CRESCE IL PRESSING DELLE AUTORITÀ LA PERDITA DEL 2019 È DI OLTRE 400 MILIONI

    Rosario Dimito per “il Messaggero”

     

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    La Banca d'Italia preme per tamponare il deficit patrimoniale di Popolare di Bari al più presto, possibilmente entro Capodanno. La situazione patrimoniale dell'istituto al 31 dicembre, ancora oggetto di verifica da parte degli ispettori di Via Nazionale, in uscita nelle prossime ore, potrebbe registrare un rosso tra 400-450 milioni a fronte di circa 330 milioni di patrimonio.

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    Con questi valori ancora fluidi, per ripristinare il Cet1 al 6% e il Total core tier1 all'8%, rispetto all'attuale 5%, il fabbisogno straordinario dovrebbe attestarsi sui 380 milioni. Si discute sulle modalità di imputare l'importo a capitale: tra le diverse ipotesi sta emergendo l'idea di un versamento in conto capitale a fronte di un rafforzamento più complessivo, anch'esso ancora fluido. Potrebbe salire a 1,5-1,6 miliardi, anche perché dipenderà dal rapporto ispettivo.

     

    CONFRONTO IN VIA NAZIONALE

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    Ieri pomeriggio a Roma si è svolta presso la Banca d'Italia una riunione fra i commissari Enrico Ajello e Antonio Blandini, il loro advisor Oliver Wyman, i consulenti di Fitd (Kpmg), Mcc (Equita), presente Ciro Vacca della Vigilanza di via Nazionale. I numeri sono ancora ballerini ma cresce il pressing della Vigilanza sul Fondo per un intervento nei prossimi giorni.

     

    Ma il Fondo, che con Mcc dovrà accollarsi il salvataggio, ha per statuto regole rigide: la richiesta deve essere asseverata da un advisor indipendente e la decisione deve corrispondere al minor costo fra l'esborso e il rimborso dei depositi protetti (sotto 100 mila euro) per un totale di 4,5 miliardi. Durante la riunione si sarebbe parlato anche dai passi da compiere presso la Dg Comp a Bruxelles.

     

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    Peraltro, ieri mattina durante il consiglio del Fitd, chiamato a designare i membri del futuro cda di Carige, il presidente Salvatore Maccarone avrebbe dato un'informativa ancora generica. Vrebbe comunque chiesto ai membri del consiglio di essere reperibili anche durante le festività per qualunque evenienza. La road map di Maccarone sarebbe di deliberare l'intervento di emergenza a cavallo dell'Epifania in modo che la procedura istruttoria possa compiere tutto il suo percorso.

     

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    Intanto S&P ha confermato il rating a lungo e a breve termine (BBB- e A-3) del Mediocredito Centrale apprezzando la gestione dell'ad Bernardo Mattarella. Con valutazioni non diverse da quelle di Fitch, l'agenzia cita l'annuncio del governo di fornire 900 milioni di capitale all'istituto che fa capo allo Stato: «Mcc può usare i fondi per entrare nella Popolare di Bari, un processo che potrebbe richiedere diversi mesi», osserva S&P. «Questa iniziativa conferma il forte legame del Mcc con il governo e il ruolo che la banca gioca nel realizzare la politica del governo». «Allo stesso tempo la potenziale integrazione con la Popolare di Bari potrebbe del tutto alterare l'attuale profilo finanziario e di business di Mcc», prosegue l'agenzia.

     

     

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    2 – POP BARI, IL SINDACO DI LUNGO CORSO E QUELLA TRANSAZIONE «LAST MINUTE»

    Mario Gerevini per il “Corriere della Sera”

     

    Modestino Di Taranto, 66 anni, è stato nella Banca Popolare di Bari (Bpb) per 30 anni. Impiegato? Azionista? No. Questo signore, da una vita dipendente della Provincia di Foggia, dal 1989 fino a luglio scorso è stato nel consiglio di amministrazione della più grande banca del sud. E adesso si starà chiedendo frastornato: Che cosa è successo? E noi gli chiediamo: Dove è stato per 30 anni? Ma l' sms inviatogli sul telefonino non ha risposta. Appartiene, il quasi pensionato foggiano, alla categoria degli amministratori che fanno numero annuendo, quasi sempre bravissime e innocue persone di cui si circondano i leader.

     

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    Fabrizio Acerbis, invece, è un vero tecnico: ufficio a Milano, socio e partner di Pwc, il grande gruppo di servizi finanziari e di revisione, lui è il numero uno in Italia del servizio di consulenza legale e fiscale. Per 14 anni è stato sindaco della Popolare Bari, quindi uno dei controllori. E negli ultimi 10 anni i bilanci della banca sono stati certificati proprio dalla Pwc, l' altra sponda dei controllori.

     

    FABRIZIO ACERBIS 1 FABRIZIO ACERBIS 1

    Abbiamo cercato anche Acerbis per chiedergli, da super esperto qual è, «che cosa è successo», se fosse compatibile il doppio ruolo di sindaco e partner della società di revisione e come mai le relazioni dei sindaci non avessero rilevato la situazione disastrosa della banca. Attraverso un collega di Pwc ha fatto sapere di non voler dire nulla. Le bizzarrie della governance hanno contribuito a saldare l' indisturbato potere quarantennale di Marco Jacobini. Ora che insieme al suo staff ha lasciato un conto miliardario in carico allo Stato, l' ex numero uno si può dedicare all' ippica, cioè ai suoi cavalli da salto e ai bovini da bistecca che alleva in campagna insieme alla moglie e 8 dipendenti, nella Masseria Donna Giulia.

    vincenzo de bustis ai tempi in cui era dg di mps 1 vincenzo de bustis ai tempi in cui era dg di mps 1

     

    Se mai un giorno dovesse essere avviata un' azione di responsabilità contro i vertici, anche stalle e terreni agricoli potrebbero essere un obiettivo. Nella società di brokeraggio assicurativo di famiglia, la Gt Broker, Jacobini, che è un agente Allianz, non ha una sola azione: il 100% è della moglie.

     

    Mentre a Napoli la Fondazione Banco Napoli trema pensando ai 23 milioni di euro in bond Bpb che ha in bilancio, a Bari i commissari staranno districandosi nel reticolo di legami e partecipazioni che, per esempio, ha portato la Bpb a detenere, quote nella società di Arezzo dove la vecchia Popolare Etruria aveva messo i suoi immobili. O nella Assicuratrice Milanese (9,5%) di Gianpiero Samorì. O in Vivibanca (9,9%).

    BANCA TERCAS CASSA RISPARMIO TERAMO BANCA TERCAS CASSA RISPARMIO TERAMO

     

    O a prendere in affitto a Treviso, mettendoci una filiale, un immobile di proprietà della moglie di Massimo Bianconi, il manager che ha portato al crac Banca Marche. Nel frattempo potrebbe chiarirsi un passaggio legale di non poco conto: la decisione a metà novembre dei legali della Bari di ritirare la costituzione di parte civile (e quindi rinunciare al risarcimento in caso di condanna) nel processo romano sul crac Tercas contro gli ex vertici Lino Nisii e Antonio Di Matteo. «È stata fatta una transazione», dicono lapidariamente dallo studio Sisto di Bari.

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