Silvia Bizio per la Repubblica
JAMES FRANCO THE DEUCE
Maggie Gyllenhall mette subito le mani avanti: la nuova serie TV di cui è protagonista (e che fa già discutere), The Deuce, è sul porno, ma non è porno! «Parla delle contraddizioni di quel mondo, come la misoginia, l’abuso, l’oggettivazione ». L’attrice di New York, che compirà 40 anni a novembre, sorella maggiore di Jake Gyllenhaal, ha già avuto esperienze cinematografiche di questo tipo: non a caso divenne famosa nel 2002 col film Secretary, una tragicommedia sadomaso da lei interpretata con notevole disinibizione accanto all’allora divo James Spader.
THE DEUCE
The Deuce è la parola slang che a New York indicava la 42^ Strada (e Times Square) al tempo del boom del commercio sessuale nei primi anni 70. Quella zona divenne la culla dell’industria del porno fino alla metà degli anni 80 (il resto della storia viene poi in pratica raccontata dal celebre film Boogie Nights, con l’avvento del Vhs che distrusse il “romanticismo” del cinema porno d’autore prima della rivoluzione di Internet.
La serie — otto episodi di un’ora ciascuno — verrà messa in onda a partire dal 10 settembre. The Deuce, prodotta da Hbo, racconta con dovizia di dettagli e licenze poetiche la storia di due gemelli, Vincent e Frankie Martino (entrambi intepretati da James Franco) che si mettono in gioco nell’emergente industria del porno e attraggono l’interesse della mafia. Maggie Gyllenhaal interpreta Candy, prostituta “free-lance” con parrucca bionda stile afro, mamma single intrigata dalle potenzialità economiche e perfino artistiche legate a un ingresso nel porno.
JAMES FRANCO THE DEUCE
La serie non parla solo di sesso e prostituzione ma anche dell’applicazione della legge, della politica locale più o meno corrotta, dii sfruttatori, organizzazioni criminali e altri personaggi che a New York gettarono le fondamenta di un commercio molto fruttuoso. Il bar dei Martino (persone reali) sulla “Deuce” divenne il luogo di aggregazione di magnaccia, prostitute, aspiranti pornodive, poliziotti, giornalisti, musicisti, cineasti e una varietà di freak e spostati.
The Deuce
Ne parliamo a Los Angeles con la Gyllenhaal — nota anche per The Dark Knight, White House Down e la miniserie dello scorso anno The Honourable Woman — madre di due figli avuti dall’attore Peter Sarsgaard , con cui è sposata dal 2009.
La sua interpretazione di Candy è piena di autenticità. È stato difficile vestire i panni di una prostituta?
«Quando vedrete tutti gli episodi della serie vi renderete conto di quanto le cose le cambiano per lei, e di come diventa ancora più scandalosa! Posso dire che Candy, come tutte le donne da me recitate, è un pezzo di me, anche se le sue esperienze di vita sono lontanissime dalle mie. Ma è il mestiere dell’ attore: recitare altre vite creando al tempo stesso identificazioni. Se mi fossi trovata in quelle circostanze forse mi sarei comportata come Candy ».
maggie gyllenhaal pornostar in the deuce
“The Deuce” però affronta anche il tema dello sfruttamento della figura femminile e la misoginia dell’ambiente del porno, almeno ai suoi albori.
«Ho scoperto solo girando questa serie, e facendo ricerche al riguardo — essendo anche una delle produttrici — quanta misoginia ci sia nel mondo della pornografia. E quanta violenza intrinseca. Lo so, oggi le cose sono diverse, ma se guardiamo agli anni 70, 80, 90 quello che vediamo è un disastro».
Cosa la incuriosiva di questa storia?
«Capire se ero in grado di recitare una donna sul lastrico senza giudicarla, anzi, accettare la verità: forse sarei stata come lei. Sarei riuscita a usare il corpo come merce di scambio in un gioco di potere? Una prostituta come Candy, ho scoperto, non può usare solo il corpo, ma anche l’intelligenza. Se non l’avesse fatto sarebbe morta subito».
Annie Sprinkle al lavoro
Che tipo di ricerche ha fatto?
«Ho visitato parecchi set porno e ho stabilito un rapporto con Annie Sprinkle, ex prostituta e pornostar, che con grande semplicità mi ha fatto capire molte cose di quel mondo. Le chiedevo: “con quanti maschi sei stata in una notte?” Oppure, “Che facevi se faceva freddo?” E lei mi rispondeva sempre senza battere ciglio, come se nulla fosse».
A cosa vi siete ispirati per l’ambientazione?
«Abbiamo pensato a film degli anni 70 comeShaft, Il braccio violento della legge o Taxi Driver e al periodo di Times Square prima della “gentrificazione” attuata dal sindaco Giuliani».
Cosa farebbe se non fosse attrice?
The Deuce
«Potrei seguire le orme di Candy, aspirante pittrice...Voglio dire, essere donna e essere un’artista è complicato oggi come allora. Tutti vogliamo fare soldi, no? Ma per una come Candy il porno diventa arte, diventa espressione del sé, diventa un atto di emancipazione e perfino ribellione. Sarei capace di tanto? No, per niente. Per questo i veri “liberi”, trasgressivi e sconclusionati anni 70 forse sono superiori a questi nostri iper-regolati 2000».