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Foto di Luciano di Bacco per Dagospia
Video di Veronica Del Soldà per Dagospia
Le mummie dell' Opera di Roma inaugurano la stagione con Rusalka
Valeria Arnaldi per “il Messaggero”
Scenografie essenziali sul palco, linee e volumi opulenti nel parterre in una sfilata di gioielli, ricami e pellicce da gran sera. Platea di appassionati e addetti ai lavori, ieri, per "Rusalka" di Antonìn Dvorak, diretta dal maestro Eivind Gullberg Jensen, che ha sostituito l'annunciata "Aida", con Riccardo Muti come evento di apertura della stagione d'opera e balletto, al Teatro Costanzi.
Una proposta forse "audace" per il palco romano, in una messa in scena senza sfarzi, che non è stata premiata da presenze istituzionali. A pesare è stata soprattutto l'assenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, habitué delle prime all'Opera. Assenti anche il sindaco Ignazio Marino e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Tra i primi ad arrivare, invece, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, con la moglie.
Molti i nomi noti del mondo della cultura e della musica che non hanno voluto mancare l'evento, da Nicola Piovani a Bruno Cagli, fino alla cantante della romanità Elena Bonelli, in total black tra pelliccia e tulle. Sul carpet ideale del Costanzi, anche la regina della moda Anna Fendi. Poi ancora, Maddalena Letta, Claudio Strinati con la moglie Annarosa, Aurelio Regina, Marika Carniti Bollea.
Ad accogliere gli ospiti, Carlo Fuortes, sovrintendente all'Opera. Sguardi a attenzione sono stati catturati soprattutto dalle signore che, come da tradizione, hanno trasformato l'occasione della prima in una vera sfida di stile. E stili. Ricami, trasparenze e applicazioni per l'abito scelto da Marisela Federici, in nero e argento, con serpente sulla spalla. Trionfo di balze per le maniche-architettura di Daniela Traldi.
Nero lungo e minimale, con scollatura profonda, per la biondissima Alessandra Canale. E ancora, giochi di velature in un effetto vedo-non-vedo di pizzi e merletti per Marisa Stirpe. Colori accesi e ricami per Ida Bonucci. Ad andare in scena, dunque, prima ancora dell'opera, è stata una riflessione sulla bellezza tra minimalismo e barocchismi, linee pulite e rigorose e altre più morbide e scivolate ad accompagnare il passo.
Differenti ideali di donna riuniti insieme nella "festa" per Rusalka, spirito dell'acqua, figlia di mitologia e leggenda, che tra ispirazione slava e suggestioni medievali, approda fino alla "familiare" Sirenetta di Andersen, per conquistare l'immaginario collettivo. Sul palco, a darle corpo e voce, Svetla Vassileva, soprano di origine bulgara, e Maksim Aksenov, tenore russo. Per loro gli applausi di una sala incantata dal mito. E dalla "magia" che sempre si accompagna a una prima.
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