Andrea Orcel giuseppe castagna
Gianluca Paolucci per “La Stampa”
Unicredit non esclude acquisizioni e «continua a cercare opportunità», anche se la priorità è portare a termine il piano triennale, dice il numero uno Andrea Orcel. Il risiko bancario «è un po' inevitabile che in 12-18 mesi possa ripartire», dice il numero uno di Banco Bpm, Giuseppe Castagna.
E proprio su un eventuale interesse su Piazza Meda «tutto è possibile, niente è possibile ma per noi la priorità è portare a casa il piano», replica Orcel dal palco del 126esimo congresso della Fabi, il principale sindacato dei bancari. «Siamo sul mercato. Se ci sarà qualcuno interessato si farà avanti. Altrimenti andremo avanti da soli», replica a distanza Castagna.
GIUSEPPE CASTAGNA
La verità è che, a esclusione di Intesa Sanpaolo che ha acquisito Ubi, «dal secondo al sesto» gruppo bancario «siamo tutti in ballo», fa notare lo stesso ceo di Banco Bpm. Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa, auspica una revisione della normativa sulle quote di Bankitalia, che impone ai quotisti di Via Nazionale di cedere entro la fine del 2016 le azioni eccedenti il 3%, pena la sterilizzazione dei diritti di voto e patrimoniali.
Carlo Messina
Un problema che interessa Intesa e Unicredit, che detengono rispettivamente il 16,8% e l'8,4% del capitale di Palazzo Koch, e su cui si sta muovendo anche la politica, con la presentazione di un emendamento alla manovra, tra quelli «segnalati» dalla maggioranza, che propone di alzare dal 3 al 5% il tetto alle partecipazioni in modo da consentire a chi si trova già «al limite» di rilevare ulteriori azioni.
«Le tempistiche fissate dalla legge sono secondo me troppo accelerate», ha detto Messina, secondo cui «un punto non abbastanza chiarito» è quello che limita a soggetti italiani la titolarità delle quote. «Questo vincolo potrebbe essere risolto, agevolando la dismissione delle quote, che avrebbero un mercato più ampio».
Andrea Orcel
Nel frattempo, per i lavoratori del comparto bancario «ci saranno da attraversare fiamme altissime per i velocissimi cambiamenti che arriveranno» e «che dovranno prevedere, da parte nostra, intelligenza e tenacia», sottolinea il leader della Fabi, Lando Sileoni. I problemi non mancano.
«Immediatamente è Genova e nel medio termine penso che sarà risolto», rileva ancora Sileoni, parlando di Carige. Altra priorità è il terzo polo ma prima c'è da risolvere Mps. Sul Monte si attende l'aggiornamento del piano industriale che dovrà essere sottoposto al Mef per discutere con l'Ue.
«Dovrebbe essere piuttosto breve», spiega il ceo Guido Bastianini. «Aspettiamo di concludere il piano, questo vale per l'aumento di capitale, per l'eventuale fondo esuberi, per la possibile cessione di Npl», afferma l'ad che sui partner industriali, come Axa, aggiunge che è troppo presto per poter dire se saranno anche azionisti.
GUIDO BASTIANINI
L'obiettivo sarà «rendere Mps una banca sempre più vicina alla clientela medio-piccola, rifocalizzare la banca verso Pmi e retail, mantenere un profilo di rischio molto basso». "L'Npl ratio di Mps - aggiunge Bastianini - è uno dei migliori del sistema italiano. Le molte leggende sulle criticità sono rimaste tali». Infine, la Popolare di Bari da cui, dopo quindici mesi, si è dimesso Giampiero Bergami. Si «apre una nuova fase orientata da parte nostra verso un interesse che è l'unico che abbiamo e abbiamo sempre avuto, che è quello di restituire al territorio una realtà sana, trasparente e in grado di generare valore», commenta Bernardo Mattarella, ad di Mcc, che controlla la banca
giuseppe castagna