Jaime D’Alessandro per “la Repubblica”
CHIAMATE VIA WHATSAPP
A Whatsapp piace telefonare. Si sapeva da tempo, ma solo ora l’applicazione per scambiare messaggi di testo, foto e video, ha aperto le porte alle chiamate gratuite. Almeno nella sua versione per Android. Nata nel 2009, è fra le cinque app più popolari in assoluto in Italia in quanto a volume di dati scambiati. Ed è saldamente in testa alla classifica delle più scaricate.
CHIAMATE VIA WHATSAPP
Da febbraio del 2014 è nelle mani di Mark Zuckerberg, il gran capo di Facebook, che per lei ha sborsato 19 miliardi di dollari. Si disse, al tempo, per rispondere all’acquisizione nel 2011 di Skype da parte di Microsoft per “soli” 8,5 miliardi di dollari. Sommando queste due app ai loro concorrenti, dalla giapponese Line all’israeliana Viber, fino alla cinese We-Chat, si superano i miliardi di account. Certo, molte persone non ne usano solo una, ma restano numeri che fanno impressione. Soprattutto alle compagnie telefoniche che sulla carta possono dire addio alle telefonate tradizionali.
Loro però ostentano tranquillità. In fondo sempre per le reti mobili bisogna passare, poco importa che si usino i “vecchi” sms o le forme di comunicazione multimediale delle applicazioni. «Il nuovo servizio offerto da Whatsapp è lo specchio dell’evoluzione del settore», spiega Sandro Falleni, responsabile implementazione rete fissa e mobile di Vodafone Italia. «Non a caso abbiamo avviato la sperimentazione della tecnologia VoLte, grazie alla quale introdurremo la “chiamata arricchita” per i nostri clienti”. Di cosa si tratta? Dei servizi legati al Voice over Lte (VoLte, appunto) disponibili dalla metà dell’anno, che permettono di chattare, chiamare, scambiare file, attivare e disattivare il video, sfruttando le reti 4G o Lte che dir si voglia.
ZUCKERBERG WHATSAPP
Ammesso ovviamente che le due persone che stanno dialogando abbiano uno smartphone compatibile. Telefonata evoluta, simile a quel che offre Whatsapp, solo che gli operatori non calcoleranno il flusso solo come traffico dati. Se le app vanno ad incidere sul monte dati mensile a disposizione nel proprio piano tariffario, con il VoLte si continuerà a distinguere la voce dallo scambio di foto o dei video, anche se tutti quanti passeranno da una rete dati. In questo modo gli operatori pensano di poter dare un’alternativa vantaggiosa perché la “chiamata arricchita” non peserà solo da un lato. Tanto che pure la Tim si dice ottimista: le nuove app, fa sapere, non sono una minaccia. Incrementano vertiginosamente il traffico dati e la vendita di nuovi telefoni. E poi, aggiunge la compagnia, bisogna vedere se queste applicazioni sono in grado di fornire un servizio di qualità elevata.
Koum
«È vero, la qualità è un nodo essenziale”, conferma Marta Valsecchi, responsabile della ricerca dell’Osservatorio Mobile Economy del Politecnico di Milano. «Whatsapp e simili hanno determinato un calo degli sms nel 2013 del 20 per cento e nel 2014 ci aspettiamo ci sia un ulteriore crollo del 40 per cento. Le chiamate invece sono cresciute. Ma la discesa in campo dell’app di Facebook potrebbe cambiare le cose, ammesso che riesca ad offrire una qualità delle chiamate accettabile. È il vero punto di domanda, perché la sua componente social non è facile da riprodurre e dall’altro lato la guerra delle offerte sui piani tariffari relativi ai dati fra i vari operatori erode sempre più i loro margini di guadagno». Insomma, se a Whatsapp piace telefonare non è detto che alle compagnie telefoniche piaccia questo nuovo Whatsapp. Anzi, è probabile l’esatto contrario.