1. IL PARADOSSO DELL'ECONOMIA RUSSA IL RUBLO CROLLA MA IL PIL È IN CRESCITA
Estratto dell’articolo di Giovanni Pigni per “la Stampa”
putin on fire
Dopo un anno e mezzo di guerra in Ucraina e di isolamento imposto dall'Occidente, l'economia russa mostra segnali contrastanti. Da un lato la continua svalutazione del rublo e l'inflazione in aumento hanno reso necessario l'intervento di emergenza della Banca Centrale, che questa settimana ha inasprito la sua politica monetaria.
Dall'altro, il Pil del Paese sta registrando una crescita inaspettata, che potrebbe riportare i valori dell'economia a un livello prebellico prima del previsto. Martedì scorso si è tenuta una riunione di emergenza della Banca Centrale finalizzata a fermare la caduta libera del rublo, che il giorno prima aveva superato la soglia psicologica di cento contro il dollaro, raggiungendo il livello minimo di 102 (112 contro l'euro).
vladimir putin elvira nabiullina
Si tratta del livello più basso raggiunto dal marzo del 2022, quando la valuta russa crollò a picco in seguito all'invasione dell'Ucraina. Allora, la governatrice della Banca Centrale russa, Elvira Nabiullina, aveva alzato i tassi di interesse al 20% e imposto restrizioni ai movimenti del capitale, arrestando così la caduta del rublo.
[…] Il rublo si era poi rafforzato nei mesi successivi sull'onda dei crescenti prezzi del gas, ma si è poi indebolito nuovamente quest'anno, perdendo più del 20% del suo valore contro il dollaro. Ad aggravare la situazione, l'inflazione annua è in aumento in Russia: secondo i dati di Rosstat, avrebbe superato il 4,6% a fronte del 3,3% di giugno, raggiungendo il picco più alto negli ultimi sei mesi.
rublo digitale 2
Le ragioni della svalutazione del rublo sono molteplici: in primo luogo la riduzione del surplus commerciale russo, dovuto principalmente al crollo degli introiti derivanti dall'export del petrolio, conseguenza diretta delle sanzioni occidentali. Secondo alcune stime, gli introiti delle esportazioni energetiche della Russia sono crollati di circa 40% dall'inizio dell'anno, mentre le importazioni sono in aumento.
Un altro fattore riguarda la fuga di capitali dal Paese, conseguenza dell'incertezza che circonda la situazione politica ed economica della Russia […].
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La caduta libera del rublo ha scatenato la reazione irritata di Maksim Oreshkin, il consigliere economico di Putin, che in un editoriale pubblicato lunedì dall'agenzia Tass ha scritto che «un rublo forte è negli interessi della Russia». «Un rublo debole - ha spiegato Oreshkin - complica la trasformazione strutturale dell'economia e ha un effetto negativo sul reddito reale della popolazione».
Un chiaro messaggio di disapprovazione nei confronti della politica monetaria della Banca Centrale, definita da Oreshkin «troppo morbida». E così, […] la Banca Centrale russa è stata costretta ad annunciare una riunione straordinaria e alzare i tassi di interesse dal 8,5% al 12%. […]
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La fragilità del rublo appare in contrasto con la crescita economica della Russia, che nel secondo trimestre di quest'anno ha registrato un aumento inaspettato del Pil del 4,9% secondo i dati pubblicati da Rosstat. Questo ha portato la Banca Centrale ad aggiornare le sue previsioni per l'intero anno, che vedono ora una crescita del 1,5%- 2,5% nel 2023.
A trainare la crescita sono principalmente i settori associati all'industria bellica, oltre a una crescente domanda interna, stimolata dall'incremento dei sussidi statali, in primo luogo i pagamenti ai militari e alle loro famiglie. Si tratta dunque di una crescita stimolata "dall'alto", che alcuni analisti ritengono difficilmente sostenibile nel lungo periodo […].
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Ma le risorse del Paese sono ancora lontane dall'esaurimento. In caso di necessità, per fare fronte al deficit la Russia potrà comunque attingere al suo fondo di riserva nazionale che al momento ammonta a circa 12,6 trilioni di rubli (circa 122 miliardi di euro). E nel pieno delle turbolenze valutarie la Russia ha avviato un progetto pilota per l'introduzione del rublo digitale […].
2. IL RUBLO “DIGITALE” L’ULTIMA MOSSA DI PUTIN PER AGGIRARE L’EMBARGO
Estratto dell’articolo di Eugenio Occorsio per “la Repubblica”
PUTIN E I RUBLINETTI - BY EMILIANO CARLI
[…] Mosca gioca un’altra carta, il rublo digitale. La Banca centrale ha dato il via alla “CBDC” (Central Bank Digital Currency), presentandola come uno stimolo alla ripresa economica. Salvo precisare […] che a iniziare è solo una fase sperimentale che interessa poche centinaia di utenti-cavia in 11 città sparse nell’immenso Paese, e che prima di usare il rublo digitale bisogna aspettare almeno il 2025-26. Più o meno gli stessi tempi che si sono date le altre 42 banche centrali – da Fed e Bce, dal Ciad alla Nigeria – che conducono analoghe sperimentazioni. La più avanzata è la Cina: è in corso una fase 2 che coinvolge 200 milioni di cittadini e operazioni dal biglietto dell’autobus all’e-commerce.
Vladimir Putin e Elvira Nabiullina
Eppure, se uno Stato potrebbe forse trarre benefici da una valuta parallela, è proprio la Russia. La speranza di Mosca è di bypassare gli embarghi incrociati che la stringono in una morsa. Le riserve valutarie, 300 miliardi fra Europa e America, sono congelate, e il cambio è quasi bloccato: anzi, il fatto che le transazioni ormai avvengono solo in rubli sta gonfiando la massa monetaria causando inflazione.
Ma se lo sforzo di Mosca ha qualche spiegazione, i tempi non sono immediati e le difficoltà ancora maggiori che in occidente. Oltretutto, i Paesi Nato hanno tutto il tempo per studiare contromisure. Ancora più aleatorio è il contributo alla crescita. Una moneta digitale funziona in modo non molto diverso dalle carte di credito.
rublo digitale
Solo che la valuta risponde a un conto aperto da un cittadino presso la banca centrale. Sono escluse così le spese connesse con la movimentazione del denaro e la tenuta dei conti, nonché i rischi di un fallimento della banca, possibile ovunque ma soprattutto nei Paesi in via di sviluppo che sono infatti molto interessati all’innovazione: si aprirebbe il mercato del credito a decine di milioni di persone che un conto in banca non ce l’hanno (la Russia è fra questi anche per le infinite distanze).
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La valuta digitale non è un Bitcoin perché è comunque soggetta a controlli della banca centrale. Anzi, oltre che un modo per estendere la circolazione del denaro, è pensata per arginare le crypto speculative e pericolose. Ma le insidie sono molte, i vantaggi da vedere: perfino per Mosca.