Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per "La Repubblica"
alexander sanchik
Viene ritenuto tanto abile militarmente quanto spietato nel raggiungere gli obiettivi, senza curarsi delle perdite umane e dei danni alla popolazione. Una fama che si traduce nei soprannomi che lo accompagnano: “lo Strangolatore”, per la tattica di accerchiare i nemici fino ad annientarli, e “il Macellaio capo di Bucha”, per le responsabilità dei suoi soldati nei massacri di civili alle porte di Kiev, preceduta dai sospetti di altri crimini di guerra commessi in Siria.
Questo è il generale Alexander Sanchik, l’ufficiale a cui Putin ha assegnato ieri il compito di dare la spallata alle traballanti difese ucraine nel sud dell’Ucraina e consegnargli il controllo totale del Donbass prima dell’insediamento di Trump.
alexander sanchik vladimir putin
La sua carriera è avvolta nella “nebbia di guerra” e ci sono notizie confuse: ad esempio quella del suo ferimento nel marzo 2022 che lo avrebbe tenuto lontano dal fronte per mesi. La formazione è quella del carrista e lo ha dimostrato all’inizio dell’invasione: in 72 ore i suoi tank hanno percorso 120 chilometri e assediato la capitale ucraina da ovest.
Ma a differenza dei suoi colleghi, Sanchik si è subito reso conto che non si trattava di una marcia trionfale: la resistenza era superiore a ogni aspettativa e aveva stroncato i tentativi dei paracadutisti di occupare l’aeroporto di Hostomel.
Allora ha riorganizzato le sue forze, preso il controllo della base aerea e puntato sulla metropoli attraverso Irpin e Bucha. Alcuni blogger russi sostengono che fosse pronto a spianare l’avanzata verso il centro di Kiev con l’artiglieria; fortunatamente la ritirata generale russa lo ha fermato.
alexander sanchik 1
Sono stati gli uomini sotto il suo comando a compiere le stragi diventate il simbolo della brutalità di Mosca: non c’è prova che le abbia ordinate, ma non ha fatto nulla per fermarle e non ha punito gli autori. Sanchik sembra avere una visione sovietica della guerra: le perdite di vite umane passano in secondo piano rispetto alla vittoria, che si tratti degli amici o dei nemici.
La capacità di prendere l’iniziativa per risolvere i problemi – una rarità in Russia - lo ha imposto agli occhi del Cremlino e dicono che abbia conquistato la fiducia di Putin parlandogli con franchezza, altra eccezione nella nomenklatura. Nel summit dello scorso 15 maggio, lo zar gli ha chiesto quando avrebbe conquistato Vuhledar, il caposaldo del Donbass che dal 2014 respingeva gli assalti. Senza compiacerlo, il generale ha risposto: «Non prima dell’autunno». E così è stato: è caduta il 1° ottobre.
massacro bucha associated press e frontline pbs 5
[…] Nello scorso mese Sanchik ha disposto le pedine per la prossima sfida, che potrebbe essere determinante per le sorti del conflitto. Il suo Raggruppamento Vostok si è schierato a sud di Zaporizhzhia, proprio dove nell’estate 2023 gli ucraini tentarono di sfondare in direzione della Crimea.
Le intelligence occidentali sostengono che abbia accumulato una riserva di oltre 90 mila soldati pronta a scendere in campo. Adesso ha preso la guida delle altre unità nel Donbass, che il suo predecessore Gennady Anashkin è riuscito a spingere fino alla periferia delle cittadine chiave – da Kurakhove a Velyka Novosilka, da Toretsk a Pokrovsk fino a Chasiv Yar – senza però espugnarne neppure una.
tank russo distrutto dagli ucraini
Non è chiaro se “lo Strangolatore” avrà il comando di entrambi i raggruppamenti o se cederà il Vostok al suo braccio destro, il generale Andrey Ivanaev. In ogni caso, presto inizierà un’enorme tenaglia da sud e da est con un solo obiettivo: assestare un colpo letale all’esercito di Kiev.
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