RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Anais Ginori per “la Repubblica” - Estratti
MARINE LE PEN E VLADIMIR PUTIN
A dodici giorni dal primo turno delle legislative, il Rassemblement National non ha ancora presentato un programma su un tema cruciale come la Difesa ma intanto ha fatto sparire dal suo sito quello presentato per la presidenziale del 2022. Il documento proponeva ad esempio di stringere «un'alleanza con la Russia su alcune questioni fondamentali», come la sicurezza europea e la lotta al terrorismo.
Ed esprimeva un giudizio critico sugli Stati Uniti che «non si comportano sempre come un alleato della Francia», promettendo anche l'uscita dal comando integrato della Nato. Il partito di Marine Le Pen ora promette di dare delucidazioni, ma evidentemente non è un priorità.
MARINE LE PEN E VLADIMIR PUTIN
«I francesi raramente votano sulla politica estera dei candidati» osserva l'ex ambasciatore Gérard Araud, riconoscendo però che in caso di coabitazione tra Emmanuel Macron e un governo di estrema destra si verificherebbe una situazione eccezionale che, dice, metterebbe «in gioco gli equilibri geopolitici del continente». Se è vero che Macron resterà in ogni caso il comandante in capo delle Forze Armate, l'unico ad avere i codici nucleari, potrebbe scontrarsi con un ministro della Difesa agli antipodi della sua visione della Francia nel mondo.
«Macron mi ha detto che non cambierà nulla, ho fiducia in lui» ha raccontato qualche giorno fa Volodymyr Zelensky. Il capo dello Stato ha già riconfermato gli impegni presi, sia al livello operativo che finanziario. I 3 miliardi stanziati per Kiev nel 2024 sono stati votati, con l'astensione del Rn.
L'addestramento dei piloti per i caccia Mirage promessi da Macron è in corso. Il capo dello Stato mantiene la politica estera come "domaine reservé", competenza esclusiva, ma è una prassi repubblicana che potrebbe essere sfidata. E soprattutto l'Eliseo non dispone direttamente dei fondi finanziari, allocati nei ministeri. Qualsiasi scelta strategica o nuovo aiuto all'Ucraina dovrebbe quindi essere preso in accordo con il governo.
Per ironia del calendario, dal 9 all'11 luglio, ovvero qualche ora dopo l'esito delle legislative, è fissato il summit della Nato a Washington. La partecipazione di Macron non è in dubbio, ma peseranno i risultati. Il presidente del Rn, Jordan Bardella, ha rimandato la promessa di far uscire la Francia dal comando integrato della Nato finché il conflitto in Ucraina è ancora in corso. «Non si cambiano i trattati in tempo di guerra» ha spiegato.
Negli ultimi mesi Bardella e Le Pen, pur condannando la «guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina», si sono smarcati dalle iniziative pro-Kiev del capo dello Stato.
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