Manila Alfano per “il Giornale”
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Non poteva trovare momento peggiore Patrick Pouyanné, Ceo di TotalEnergies per pubblicare il peggior tweet di sempre. La Francia è a secco, ore in coda ai pochi distributori che ancora danno qualche litro di benzina, conseguenza diretta dello sciopero dei dipendenti delle raffinerie TotalEnergies che chiedono un aumento dello stipendio, i sindacati che sottolineano la disparità tra gli stipendi più bassi e quelli enormi dei dirigenti.
Ed ecco che, in questa cornice altamente infiammabile, l'amministratore delegato Pouyanné, pubblica un grafico, nero su bianco, con i suoi stipendi, che sembra fatto apposta per fare inviperire i francesi che non arrivano alla fine del mese: sei milioni nel 2017, 5.8 nel 2018, 6.1 nel 2019, 3.9 nel 2020, quando si è tagliato il compenso per via del Covid, e di nuovo 5.9 nel 2021, quando se lo è ri-aumentato non del 52%. E come se i numeri non bastassero, anche il suo commento: «Sono stufo dell'accusa di aver aumentato il mio stipendio del 52%», scrive il capo di TotalEnergies.
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«Ecco la vera evoluzione della mia retribuzione dal 2017: è costante salvo nel 2020, quando ho volontariamente tagliato il mio salario e la mia parte variabile è logicamente diminuita assieme ai risultati di TotalEnergies». Quasi sei milioni di euro l'anno dal 2017 a oggi, pubblicato in pasto alla rete che ha reagito tra proteste e sarcasmo.
«Sono stufo», con i suoi sei milioni di euro al mese, ha attirato grande indignazione, in un momento in cui le tensioni sociali sono alle stelle e in molti faticano ad arrivare alla fine del mese. Poi, indispettito dalle reazioni indignate, Pouyanné ha scritto un secondo tweet: «E non sono io a stabilire la mia remunerazione ma è il consiglio di amministrazione di #TotalEnergies che la stabilisce e gli azionisti che l'approvano. Una retribuzione certamente alta ma paragonabile a quella dei miei colleghi del CAC40 (il listino delle maggiori aziende francesi, ndr) e molto più bassa di quella delle altre major europee e americane».
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Tecnicamente ha ragione, altri guadagnano più di lui. Ma la rivendicazione proprio quando i suoi dipendenti si stanno battendo per una maggiore equità sociale, è sembrata totalmente fuori luogo, al limite della presa in giro. «Tutto il mio sostegno a lei che, nel 2020, ha dovuto sopravvivere con 3.918.263 euro», ha ironizzato il deputato François Ruffin del partito della France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon. «Abbiamo tutti versato una lacrima per te, Patrick», ha aggiunto Fabien Roussel, leader del PCF, il partito comunista. Più che un post, un autogol.
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