Antonio Grizzuti per “la Verità”
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La scena è quella classica. È sera e la famiglia si trova riunita a tavola, spesso l' unico momento conviviale per fare due chiacchiere in tranquillità e scambiarsi le impressioni della giornata, oppure più semplicemente per godersi il programma televisivo preferito. Squilla il telefono, il più delle volte il numero telefonico chiamante è anonimo.
Rispondere o non rispondere, questo è il dilemma. Le ipotesi si moltiplicano: magari è il capo reparto che all' ultimo momento chiama per avvisare di un cambio turno urgente, oppure un lontano parente che vive fuori sede e vuole augurarci buon compleanno con qualche giorno di ritardo, o magari la casa di riposo della vecchia zia che ha bisogno del nostro aiuto. Nei pochi secondi che abbiamo a disposizione per decidere il da farsi, infine scegliamo di rispondere. «Buonasera signor Rossi, sono Anna e la chiamo per proporle...».
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Ovviamente sono nomi di fantasia, ma la situazione è del tutto realistica. A chi, infatti, non è mai capitato di vivere un episodio del genere? Stessa questione dopo pranzo, o al mattino presto, persino durante i giorni festivi. La reazione, nella maggioranza dei casi, è tra lo sconsolato e l' insofferente. C' è chi, per sacrosanto rispetto di chi sta dall' altro capo del telefono, decide di rimanere in ascolto dell' operatore anche se conclude con un laconico «no, grazie». Qualcun altro, più brusco, attacca la cornetta senza nemmeno far terminare l' interlocutore.
SANZIONI INEFFICACI
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Stimare il numero di telefonate che ogni giorno gli italiani ricevono sul proprio numero di casa o sul cellulare è impresa pressoché impossibile. Tuttavia, se pensiamo che nel nostro Paese esistono oltre 117 milioni di numerazioni (fisse e mobili), ci muoviamo senza dubbio nell' ordine delle numerose migliaia. Secondo quanto ha riportato il Garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, intervenuto l' anno scorso in audizione al Senato per l' approvazione della nuova normativa sul telemarketing selvaggio, negli ultimi cinque anni l' Autorità ha ricevuto 25.000 segnalazioni, circa 20 per ogni giorno lavorativo.
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Sempre nello stesso periodo, il Garante ha effettuato circa 6.000 contestazioni, per un valore complessivo di 7,8 milioni di euro. È sufficiente dare uno sguardo ad alcuni provvedimenti emessi da parte dell' Autorità, la quale ha il compito di tutelare la privacy degli italiani, per avere un' idea della gravità del fenomeno. La scorsa primavera, il Garante ha intimato a Vodafone (terzo operatore del mercato di telefonia mobile) il blocco nell' invio di sms e chiamate promozionali «a chi non abbia manifestato uno specifico consenso o abbia addirittura chiesto di non essere disturbato con offerte commerciali».
Nel testo si legge che «grazie alle verifiche effettuate e alla documentazione richiesta alla società, l' Autorità ha potuto accertare che, nel corso dei 18 mesi presi in considerazione per l' indagine, sono state effettuate nell' interesse di Vodafone fino a 2 milioni di telefonate promozionali e inviati circa 22 milioni di sms senza un valido consenso degli interessati».
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Cosa preoccupante, i contatti riguardavano anche coloro i quali avevano espressamente richiesto di non essere più disturbati, oppure la cancellazione dei propri contatti dal database dell' operatore telefonico, compresi numerosi ex clienti. Le pratiche commerciali aggressive hanno indotto il Garante a comminare a Vodafone una multa da 800.000 euro. Una cifra che sicuramente non è destinata a impensierire il colosso britannico, dal momento che equivale ad appena lo 0,001% del fatturato annuo e allo 0,03% degli utili del gruppo a livello internazionale.
Analogo destino è toccato lo scorso luglio a Fastweb, secondo operatore virtuale mobile in Italia con una quota di mercato del 20%. Dall' indagine svolta dal Garante, è emersa la presenza di «un numero considerevole di contatti effettuati», ben un milione nei sistemi attualmente in uso e 7,2 milioni nel precedente, «relativi a numerazioni non inserite nelle liste di contattabilità».
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Gli accertamenti svolti dall' Autorità, inoltre, hanno rilevato che la società di telecomunicazioni valorizzava a sistema un campo «esito» che permetteva di targettizzare i contatti per future promozioni e tentativi di vendita. Tra le categorie, il «cliente basso spendente» (138.000 utenze), quello «a costi elevati» (38.000) e la «persona anziana» (ben un milione di utenze).
E sono proprio i consumatori più in là con l' età che risultano più esposti, e di conseguenza più indifesi, nei confronti di questo fenomeno. Ma come si può difendere il cittadino dalla tempesta di telefonate indesiderate? Uno strumento è rappresentato dal Registro pubblico delle opposizioni (www.registrodelleopposizioni.it), istituito dal Dpr 178/2010 allo scopo di salvaguardare la privacy del cittadino e regolamentare la gestione del telemarketing.
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L' iscrizione, sempre gratuita e a tempo indeterminato, consente all' abbonato di non ricevere più contatti dagli operatori del settore, in quanto questi dovranno necessariamente consultare il Registro prima di avviare un' operazione promozionale. Secondo l' ultimo report mensile pubblicato dalla Fondazione Ugo Bordoni, che gestisce il Registro, alla data del primo dicembre erano presenti in elenco 1.545.569 numerazioni, più della metà delle quali raccolte via web (le altre modalità sono numero verde, email, fax e raccomandata). È bene precisare, tuttavia, che l' esclusione dalle chiamate di telemarketing riguarda solo quelle che derivano da operatori che consultano i pubblici elenchi telefonici.
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Il Registro, pertanto non interviene nei casi nei quali abbiamo fornito in precedenza un consenso privacy che permette il ricontatto o, peggio, consente di cedere i nostri dati a terzi per finalità promozionali.
Uno dei grossi limiti del Registro, l' esclusione dei numeri di cellulare, è stato in parte superato dalla legge 5/2018 approvata a febbraio, che estende l' iscrizione anche alle numerazioni di rete mobile, inasprisce le sanzioni in caso di trasgressione (fino alla revoca delle licenze) e istituisce prefissi dedicati agli operatori per riconoscere in anticipo che stiamo ricevendo una telefonata di telemarketing. Tuttavia, nel nostro caso non è stato possibile inserire il nostro numero di cellulare in quanto non presente nei pubblici elenchi.
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SCAPPATOIE LEGALI
«L' Autorità per le garanzie nelle comunicazioni a fine settembre ha dato finalmente attuazione alle legge 5/2018, individuando i prefissi unici: 0844 le pubblicità, vendite e comunicazioni commerciali e 0843 per le attività statistiche», spiega alla Verità il presidente dell' Unione nazionale consumatori (Unc), Massimo Dona. «Peccato che nessuno se ne sia ancora accorto!», precisa Dona.
«La verità è che sul telemarketing selvaggio si è fatto troppo poco. Ad esempio, la legge appena entrata in vigore, il 4 febbraio 2018, prevede i prefissi unici, ma poi, all' italiana, consente una deroga: basta presentare l' identità della linea a cui poter essere contattati, per aggirare la disposizione, vanificando la ratio della norma stessa. Insomma, non vale nemmeno il detto fatta la legge trovato l' inganno. È la legge stessa a concedere e contenere la scappatoia». «Una beffa e una presa in giro per chi riceve telefonate moleste a ogni ora del giorno, nei momenti meno opportuni, mentre stiamo magari mangiando», conclude il presidente dell' Unc. «Per questo abbiamo chiesto ripetutamente di rivedere la norma».
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Nell' attesa che le armi per i consumatori diventino più affilate, ognuno si arrangia come può. E internet diventa uno strumento prezioso per difendersi dall' insistenza (e a volte anche dalla maleducazione) degli operatori.
CI SOCCORRE UN SITO
Uno dei siti più in voga in questo senso è il tedesco Tellows (www.tellows.it), basato su una community formata da oltre 7 milioni di utenti al mese, da 50 diversi Paesi del mondo. È sufficiente inserire il numero di telefono dal quale si è ricevuta la chiamata e il sito offre una pagina con le valutazioni degli utenti.
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Non solo il tipo di chiamata (pubblicità aggressiva, aziende di recupero crediti, telemarketing, terrorismo telefonico, ricerche di mercato, truffa, eccetera) e il numero totale di ricerche effettuate sul numero, ma anche il Tellows score, un punteggio che giudica l' affidabilità del chiamante con un punteggio (da 1 a 10) tanto più alto tanto più fastidiosa risulta la telefonata. Tellows fornisce anche un' app, disponibile per iPhone e Android, che alla ricezione della chiamata fornisce in tempo reale l' identificativo del chiamante e la relativa valutazione. Come recita il vecchio adagio, spesso la migliore ricetta è fare di necessità virtù.
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