Andrea Valle per “Libero Quotidiano”
Si preannuncia come il raduno dei record, addirittura più partecipato di quelli storici e che hanno segnato la storia della Lega. Domenica il Carroccio si ritrova sul pratone di Pontida, Bergamo. Sono previsti almeno 200 pullman da tutta Italia, ma la novità più significativa è la presenza di giornalisti internazionali. Nel complesso, saranno circa 300.
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Un record. Un' affluenza massiccia anche sul pratone: alcuni parlamentari, soprattutti del Centrosud, ci metteranno piede per la prima volta. Per evitare la ressa e garantire sicurezza, gli organizzatori hanno deciso di limitare il numero dei gazebo (dai 70 del 2017 ai circa 45 di domenica), così da liberare metri quadrati nei dintorni del palco. Saranno impegnati circa 300 volontari, e lo speaker che presenterà gli oratori sarà il neodeputato Daniele Belotti, collaudato trascinatore della folla leghista.
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Ancora da decidere la scaletta degli interventi: di certo, Matteo Salvini chiuderà la manifestazione. Pontida inizierà già dal sabato. Con concerti e iniziative del movimento giovanile: attesi i comizi, tra gli altri, del coordinatore federale e deputato Andrea Crippa. Notte di musica e brindisi.
Tra le più grandi manifestazioni di Pontida si ricordano quella del marzo 1994 (prima dell'ingresso nel governo Berlusconi), del 1996 (per celebrare la svolta secessionista e festeggiare lo storico 10 e rotti percento conquistato alle Politiche), del 2005 (ritorno del Senatur dopo la malattia, tra lacrime di commozione e applausi). La kermesse ha segnato anche momenti di "bassa marea". Per esempio nel 2012, col partito ammaccato dallo scandalo di Belsito&soci.
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NIENTE DA FARE
In due occasioni la manifestazione non si è fatta. Nel 2004, con Bossi ricoverato in gravi condizioni: in un drammatico messaggio audio chiese al proprio popolo di rimandare Pontida «perché è la mia festa» e io «sono stato schiacciato dal dolore» e quindi impossibilitato a partecipare.
Niente da fare anche nel 2006, dopo la bocciatura del referendum sulla Devolution che aveva frenato le ambizioni della Lega. Era il tramonto dei 5 anni di governo Berlusconi, e il partito di Bossi sembrava aver finito la benzina. Non fu così, perché nel giro di due anni riuscì a tornare al governo conquistando più dell'8%.
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Nel 2001, all'inizio dell'esecutivo di centrodestra, Bossi si presentò con i galloni da ministro per le Riforme. Disse: davanti al capo dello Stato «ho giurato da padano». Scatenò polemiche a non finire, marchio di fabbrica dei comizi fatti sul pratone. Il raduno di Pontida ha rappresentato, anche nelle condizioni meteo, un momento estremo.
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Col popolo leghista colpito dai cazzotti del solleone o immerso nel fango come nel 1997, quando la kermesse fu in forse fino all' ultimo per l' acquazzone che affogava la Bergamasca. Un film simile a quello del 1993, in piena Prima Repubblica e ascesa bossiana: con Pontida impraticabile causa fortunale, la folla si radunò a pochi chilometri di distanza. A Curno. Sono un tendone di fortuna dove Bossi polemizzò con Margherita Boniver che aveva insinuato di una Lega pronta ad armarsi: «Siamo armati di manico!» replicò il Senatur.
LA SVOLTA
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Domenica Salvini guiderà un partito diventato nazionale e che ha sostituito lo slogan «Prima il Nord» con «Prima gli italiani». Eppure, in pochi scommettono che si vedranno sventolare dei tricolori. Di certo verranno celebrati i recenti successi elettorali e i sondaggi. Le rilevazioni più recenti immaginano il Carroccio primo partito, addirittura davanti agli alleati grillini. Salvini gongola: sarà «una festa di sorrisi, di speranza, di futuro e di buon senso».
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