Estratto dell'articolo di Valerio Valentini per il Foglio
claudio lotito silvio berlusconi
Altroché dissimulare. Lui la rivendica, la rappresaglia. "È questo è solo l'antipasto", dice Claudio Lotito. Lo dice entrando nell'aula della commissione Bilancio, al Senato, insieme al collega azzurro Dario Damiani. Il fattaccio si è appena consumato. La maggioranza è andata sotto. Dieci a dieci: il centrodestra non ha i numeri per far passare il pacchetto di emendamenti promossi da FdI, proprio per l'assenza della coppia di FI.
Il presidente di commissione, il meloniano Calandrini, ha fatto quel che ha potuto per prendere tempo. Qualcuno lo ha anche cercato, Lotito. Il cellulare ha squillato a vuoto. Al dunque, quindi, la conta. Maggioranza sotto. I senatori di FdI allibiti: "A questo decreto lavoriamo da un mese e mezzo, e ora rischiamo di mandare tutto al macero?". Ed ecco che, fuori tempo massimo, Lotito e Damiani si presentano. Inutile, ormai, il loro arrivo. "Nessun caso politico, avevamo solo chiesto un rinvio dei lavori per un impegno di partito", dice Damiani. Pare ci fosse da festeggiare il compleanno di un collega di FI. E però Lotito nasconde a stento il ghigno di chi la sa lunga. "Non è che l'antipasto", sussurra
MELONI LOTITO
La rappresaglia, se davvero la battuta di Lotito va intesa come pare si debba intenderla, riguarda in verità un altro provvedimento. Quello, cioè, sul contrasto alla pirateria, in discussione sempre a Palazzo Madama. Lotito avrebbe chiesto ai massimi vertici di FdI una ulteriore stretta per combattere la proliferazione di app e software abusivi per tutelare maggiormente il valore dei diritti televisivi.
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