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    QUIRINAL ANIMAL – IL “PATTO” MATTARELLA-DRAGHI: UNA VOLTA PORTATO A TERMINE IL MIO SETTENNATO, TOCCHERÀ A TE – IL SILENZIO BIFORCUTO DI MARIOPIO E LA POLITICA DEI ‘’DUE FORNI’’ – PER SALVINI, LETTA, BERLUSCONI, RENZI, IL GRANDE GESUITA DEVE RIMANERE A PALAZZO CHIGI A SBROGLIARE LA MATASSA DEL PNRR. MA C’È IL PROBLEMA CONTE: SOTTO SOTTO, SMANIA PER IL VOTO ANTICIPATO, UNICO MODO PER TOGLIERSI DALLA PALLE QUELLA SERPE DI DI MAIO. A QUESTO PUNTO, C’È SOLO UNA VIA PER EVITARE IL FAR WEST ITALIA…


     
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    mattarella draghi mattarella draghi

    DAGORETROSCENA

    La Mummia Sicula stavolta s’è incazzata davvero. E ieri ha espresso per vie ufficiali tutto il suo “stupore” per essere stato gettato, in barba ai suoi ripetuti no a una riconferma, nella betoniera tritatutto della corsa al Colle. 

     

    il giuramento di mario draghi davanti a mattarella il giuramento di mario draghi davanti a mattarella

    Tutta colpa del piddino Luigi Zanda che ha presentato un disegno di legge costituzionale che abolisce il semestre bianco e inserisce il divieto di rielezione del Presidente della Repubblica. Mossa che è stata letta come una sorta di lasciapassare per un secondo mandato a febbraio. “Se ci fosse un accordo di massima sul disegno di legge che è già in Senato, Mattarella potrebbe essere votato per restare in carica fino al termine dell'iter, coincidente più o meno con la scadenza della legislatura nel '23”, editorialeggia Stefano Folli su ‘’Repubblica’’.

     

    draghi enrico gianni letta draghi enrico gianni letta

    E così Mattarella, da buon siculo che mantiene la sua parola, ha voluto piantare una definitiva lapide al suo “bis”. Del resto, già nelle more della nascita del governo Draghi, il capo dello Stato era stato esplicito con l’ex governatore della Bce: una volta portato a termine il mio settennato, faccio le valigie. E aveva vaticinato a Mister “Whatever it takes”: toccherà a te rappresentare la massima carica dello Stato.

     

    ENRICO LETTA MARIO DRAGHI ENRICO LETTA MARIO DRAGHI

    Da parte sua Draghi, pur lusingato, rispose all’augurio con il solito ghigno, detto anche “La vita è tutta un quiz”. Quel silenzio enigmatico cui ormai i ministri e i leader dei partiti dell’alleanza di governo sono stati costretti ad abituarsi. Un assenza di suono che fa sempre molto rumore: che cazzo bolle nella mente biforcuta del gesuita? E’ chiaro che mira al Colle…No, sa bene che finirebbe fritto dorato come un sofficino Findus… Quindi, varie ed eventuali.

    DRAGHI SALVINI 1 DRAGHI SALVINI 1

     

    Per Draghi vale infatti quello che scrisse Che Guevara: “Il silenzio è una discussione portata avanti con altri mezzi”. Più prosaicamente, e romanamente, quello di Mariopio è la politica dei ‘’due forni’’ di andreottiana memoria. Aggiungere alcuni codicilli: “domani non v’è certezza”, ogni parola ha conseguenze, aspetta e vedrai. 

     

    mario draghi giuseppe conteu mario draghi giuseppe conteu

    Infatti all’epoca i 209 miliardi di euro del Recovery Plan non erano ancora ben declinati dai burocrati di Bruxelles; oggi tutti i partiti della maggioranza si sono accorti che senza Draghi non si va avanti. Sia Salvini che Letta, sia Berlusconi che Renzi, sono convinti che il Grande Gesuita deve rimanere a Palazzo Chigi a sbrogliare la matassa. 

    PRIMA PAGINA IL FATTO QUOTIDIANO - 30 AGOSTO 2021 PRIMA PAGINA IL FATTO QUOTIDIANO - 30 AGOSTO 2021

     

    Tolta di mezzo la Meloni che sogna ogni notte di vedere le urne (in parlamento vale 8,7% mentre nei sondaggi vola al 20), Enrico Letta è consapevole che per risolvere la questione del Colle occorre convincere quel biscione di Giuseppe Conte. 

     

    Certo, la Pochette con le unghie ha confermato ripetutamente di essere favorevole alla permanenza di Draghi premier fino al 2023. Ma lo fa al semplice scopo di non far imbufalire i tantissimi grillini destinati, una volta buttati fuori dal Parlamento senza nemmeno il vitalizio,  a far domanda per il Reddito di cittadinanza, ma, sotto sotto, l’Appulo smania anche lui come la Meloni per il voto anticipato. Bisogna capirlo: è rimasto l’unico modo per togliersi dalla palle quella serpe di Di Maio.

    letta conte letta conte

     

    A questo punto del garbuglio quirinalizio, a Sotti-Letta non è rimasto altro di ipotizzare la nascita di un “campo allargato” che riesca nel miracolo di un accordo sul nome di un candidato comune tra i partiti al governo. Una intesa che può evitare, scrive Folli, “il Far West parlamentare che il Paese non può permettersi. Come non può permettersi che l'immagine di Draghi, ossia il volto stesso della credibilità internazionale dell'Italia, sia offuscata dalle manovre dei franchi tiratori”.

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