Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”
RAFFAELE MARRA
«Un anno e quattro mesi di reclusione». Il presidente dell'ottava sezione penale, Paola Roja, legge il verdetto. Di fronte ai giudici, Raffaele Marra, circondato dai suoi avvocati, resta impassibile. È la seconda condanna che incassa, nel giro di nove mesi, l'ormai ex Richelieu del Campidoglio: abuso d'ufficio per aver favorito la nomina del fratello Renato in Comune.
RICHELIEU
VIRGINIA RAGGI E RAFFAELE MARRA
Questo il soprannome affibbiato a colui che è stato, per una manciata di mesi, il braccio destro della sindaca di Roma Virginia Raggi. Dimostrava, Marra, una certa abilità nel sapersi muovere nei palazzi. Una sorta di maestro di cerimonie capace di condizionare la prima cittadina. I cui affari poco trasparenti lo hanno portato, ieri, ad incassare un'altra sentenza a lui sfavorevole.
RAFFAELE MARRA
Marra a ottobre del 2011, con i gradi di capo del personale del Comune, avrebbe imbastito una trama per far assumere il fratello al vertice della direzione Turismo. Una promozione, poi congelata, che avrebbe comportato un aumento di stipendio di 20mila euro lordi. Un reato di abuso d'ufficio, consumato, secondo i magistrati, perché Raffale si sarebbe dovuto astenere nella procedura di nomina che riguardava Renato Marra.
Si tratta della stessa vicenda per la quale, la sindaca Raggi, ha dovuto affrontare un processo per falso terminato con la sua assoluzione l'undici novembre scorso. Una sentenza di condanna che, per l'ex braccio destro della prima cittadina, segue quella per corruzione, a tre anni e mezzo, in merito all'appartamento donatogli dal costruttore Sergio Scarpellini. Un regalo che avrebbe - questo il teorema del sostituto Barbara Zuin - sancito una messa a disposizione del pubblico ufficiale Marra a favore di un imprenditore, come Scarpellini, con molteplici interessi sulla Capitale.
RENATO MARRA E RAGGI mpa.it
SONO INNOCENTE
La tesi del pm Francesco Dall'Olio è stata costantemente respinta dall'ex capo del personale del Campidoglio. Di fatto Marra, davanti ai giudici della ottava sezione penale, ha sempre sostenuto di essere «assolutamente innocente».
«Sono stato estraneo nella procedura di interpello che nasce su iniziativa della sindaca Raggi - affermò Marra - che ha potere esclusivo e autonomo nelle scelte e nell'assegnazione degli incarichi». In quella circostanza aggiunse che, la procedura di nomina, era di «natura esplorativa e non comparativa, tanto è vero che la prima cittadina poteva conferire incarichi anche indipendentemente dalla presentazione delle istanze.
RAFFAELE MARRA
Anche io, come altri dirigenti, fummo oggetto di valutazione senza aver presentato istanze. Quanto all'incremento retributivo, che nel caso di mio fratello sarebbe passato dalla prima alla terza fascia, era già indicato nella procedura di conferimento dell'incarico».
Adesso bisogna attendere le motivazioni della sentenza che saranno depositate tra 90 giorni.