LUISA MOSELLO per www.lastampa.it
cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 19
Roma «rifiutata». Appare così la Città eterna all'indomani della dimissioni dei vertici dell'Ama. Il Cda dell'azienda romana dei rifiuti ha lasciato dopo appena 100 giorni di quella che sembrava una luna di miele con Virginia Raggi. Ma non lo era. La sindaca della Capitale dopo l'addio ha sostituito immediatamente i dirigenti indicando come amministratore unico uno dei suoi fedelissimi:
Stefano Zaghis
Stefano Zaghis, attivista grillino, ex portavoce di Marcello De Vito, il presidente dell'aula Giulio Cesare accusato di corruzione nell'inchiesta sullo stadio della Roma, attualmente agli arresti domiciliari. Zaghis, milanese trapiantato nell'Urbe, è un manager con esperienze nella gestione di fondi immobili ma senza alcuna competenza specifica in materia ambientale. «Fino a che non avverrà la sua nomina formale da parte del Campidoglio siamo sotto governo pro tempore del Collegio sindacale» fanno sapere dalla partecipata del Comune. Dopo il lungo sfogo della prima cittadina che, qualche giorno fa accusava tutti di esser stata abbandonata nell'impresa, titanica, di salvare la città dall'ennesima emergenza «monnezza», la ex presidente dell'Ama Luisa Melara ha ribattuto punto su punto.
marcello de vito
«Raggi dice di essere stata lasciata sola? Non so da quale punto di vista abbia avvertito questa solitudine. Se non pianifichi un piano d'emergenza con azioni straordinarie lì dove tutti quanti devono fare la loro parte in relazione alla competenze, siamo morti».
ha replicato ai microfoni della trasmissione Agorà. Ribadendo di «aver presentato un progetto chiaro su come traguardare l'emergenza» e «posto in essere tutte le azioni necessarie anche con le istituzioni e la Regione». E precisando: «L'ordinanza nasce da un nostro preciso grido di allarme: solo uno strumento straordinario avrebbe potuto consentire di traguardare l'emergenza. La Regione ha dato il suo contributo e lo ha rinnovato (alla scadenza, lunedì scorso 30 settembre, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti ha prolungato il "Salva Roma bis"' fino al 15 ottobre, ndr)».
«La spazzatura rimane a terra perché se Ama non ha gli impianti presso cui portare la spazzatura non è possibile... Dove li porto? Rimangono a terra» ha continuato Melara che aveva preso in mano le sorti dell'azienda insieme all'Ad Paolo Longoni. Facendo il verso alle parole di Raggi che aveva esclamato: «Che faccio, me la mangio l'immondizia?».
VIRGINIA RAGGI E MAX BUGANI
La difesa della partecipata dei rifiuti
virginia raggi
La società prima delle dimissioni del Cda (con il quinto addio nei tre anni di governo pentastellato a Roma) aveva asserito che il bilancio 2017 fosse regolare. Nonostante la sonora bocciatura della sindaca che, secondo la versione della partecipata, avrebbe sempre disatteso gli incontri più volte richiesti. Quindi la difesa dall'accusa di non aver fatto abbastanza. Sostenendo di «aver ottemperato a tutti i precetti contenuti nell’Ordinanza regionale del 5 luglio scorso». E chiamando in causa «l'impegno messo in campo» che «ha prodotto, nei tempi prescritti, il superamento delle criticità che, nel mese di giugno, erano comparse a macchia di leopardo e il riallineamento agli standard ordinari di raccolta nei vari quadranti della città».
MARCELLO DE VITO E VIRGINIA RAGGI
Nella nota, oltre agli interventi effettuati durante la brevissima vita di questo Consiglio di amministrazione, si faceva riferimento anche a progetti futuri: «Per il 2020 – si annunciava - sono stati programmati incontri con i principali gestori di impianti, locali e nazionali, per la sottoscrizione di nuovi contratti al fine di coprire il fabbisogno di trattamento stimato per tutti i diversi flussi di rifiuti: indifferenziati, organici e rifiuti prodotti da tutti gli impianti di trattamento».
Ama: "Serve maggiore accoglienza per i rifiuti". I sindacati: «Azienda da commissariare»
Interventi con «carattere di urgenza, indispensabili al fine di scongiurare nuove criticità nella raccolta». Criticità che sono quotidianamente sotto gli occhi di tutti i romani. E dei turisti che scattano le loro foto con lo sfondo di cassonetti strapieni, a incorniciare la Grande Bellezza perduta. Anzi, gettata dove capita.
VIRGINIA RAGGI
«Sul versante raccolta rifiuti e flussi l'azienda è in attesa che si sblocchino urgentemente altri canali -fanno sapere dall'Ama il giorno dopo lo strappo-. Il Tmb 1 e 2 di Malagrotta dovrebbe riprendere il quantitativi standard solo a partire dal 15 ottobre e Rida-Aprilia nonostante l'ordinanza regionale continua ad accettare molto meno rifiuti di quanto previsto. C'è infatti bisogno di reperire accoglienza per 2.000 tonnellate a settimana per almeno 3-4. Per mettere in sicurezza la raccolta infatti dobbiamo fare la manutenzione al tmb di Rocca Cencia (l'unico che ci è rimasto dopo l'incendio del Salario) che è in sovrastress e h24 da prima dell'estate».
Intanto i sindacati Cgil, Cisl e Uil regionali hanno una sola voce: «Serve il commissariamento. Sui rifiuti, visto l’allarme, non vediamo altra strada». affermano. E danno appuntamento alla manifestazione del 15 ottobre proclamata dalle rappresentanze aziendali Ama in Campidoglio.
Nuovo allarme dai medici
Stefano Zaghis
Arriva anche un nuovo allarme lanciato dall'Ordine dei Medici di Roma e provincia. «Bisogna trovare una soluzione al più presto per il problema dei rifiuti di Roma, altrimenti si rischia l'emergenza sanitaria», affermano il presidente e il vicepresidente Antonio Magi e Pierluigi Bartoletti. Facendo riferimento al «caos in cui versa l'Ama con le ennesime dimissioni dell'ennesimo Cda e la nomina di un nuovo responsabile».
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«Occorre evitare – si legge nella nota - che in breve tempo si creino nella Capitale d'Italia cumuli di immondizia in ogni strada, nei pressi di scuole, ospedali, luoghi pubblici e che un simile degrado diventi attrattivo per gli animali. Non c'è tempo da perdere».
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