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    PYONGYANG-WASHINGTON, CON SCALO IN ABRUZZO - RAZZI: ‘HO CHIESTO A TRUMP DI INCONTRARMI, FACCIO DA MEDIATORE CON LA COREA DEL NORD. MI HA RISPOSTO UNO DEI SUOI FIGLI FISSEREMO UNA DATA PER L’INCONTRO. AD APRILE TORNO DA KIM JONG-UN, SE SI PUÒ EVITARE UNA GUERRA, DO UNA MANO VOLENTIERI’


     
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    RAZZI IN COREA DEL NORD RAZZI IN COREA DEL NORD

    Antonio Razzi è inarrestabile: in un recente viaggio di lavoro negli Stati Uniti, il senatore di Forza Italia avrebbe contattato nientemeno che Donald Trump, per offrirgli il suo aiuto per ricucire i rapporto con la Corea del Nord. “Ho mandato una lettera in inglese a Trump per aver un incontro con lui, l'ho data all'Ambasciatore italiano a New York che a sua volta l'ha trasmessa alla segreteria del presidente, a Washington”, ha spiegato Razzi ospite di Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1.

     

    DONALD TRUMP DONALD TRUMP

    Per quale motivo? “Io ad aprile vado in Corea del Nord, a Pyongyang. E dato che in campagna elettorale, Trump aveva detto che voleva riallacciare il discorso con la Corea del Nord, io mi sono offerto di far da tramite tra loro due”. E il presidente degli Stati Uniti le ha risposto? “Mi ha risposto uno dei suoi figli grandi, spiegandomi che Donald Trump era occupato a Miami, e che non poteva incontrarmi a New York”.

     

    Quindi nulla da fare? “No, mi ha risposto che quanto prima mi avrebbero fatto sapere una data buona per incontrarci. D'Altra parte se si può evitare una guerra, io mi spendo volentieri per dare una mano”, ha ammesso Razzi a Un Giorno da Pecora Radio1.

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