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    50 PROFUGHI NEL CENTRO DI CAPALBIO, E VACANZIERI CHIC E RESIDENTI S’INCAZZANO - SALLUSTI: ‘QUESTI UNTI DEL SIGNORE HANNO LA MIA SOLIDARIETÀ. SOLO DEI DEFICIENTI POSSONO TRASFORMARE UNO DEI BORGHI PIÙ BELLI D'ITALIA IN UN CENTRO DI ACCOGLIENZA. MA SCOPRONO SOLO ORA CHE OGNI ITALIANO HA LA SUA CAPALBIO DA DIFENDERE DALL’INVASIONE’ - PETRUCCIOLI: ‘OGNUNO DEVE FARE LA SUA PARTE. MA CON REGOLE’. LUCREZIA LANTE DELLA ROVERE: ‘MANCA UN METODO’. SALVINI E MELONI GONGOLANO CON I RADICAL IN BAMBOLA - ASOR ROSA: 'PRENDIAMO UN NUMERO ‘SOPPORTABILE’ DI MIGRANTI'


     
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    1. RAZZISTI RADICAL CHIC

    Alessandro Sallusti Per ‘il Giornale

     

    profughi profughi

     

    Immigrati sì, ma per favore non tra i piedi. È scoppiata la rivolta a Capalbio, tempio e quartier generale estivo della sinistra chic, contro l' ipotesi di ospitare da quelle parti qualche centinaio di disperati allo sbando. Giornalisti, scrittori, intellettuali e manager soliti pontificare a favore dell' accoglienza, a scappellarsi di fronte a vescovi e cardinali che predicano l' ospitalità per chiunque, a dare dei razzisti a chi, come noi, invoca limiti e regole, proprio non ci stanno a condividere il loro angolo di paradiso terrestre con chi non appartiene alla loro casta.

     

    nicola caracciolo nicola caracciolo

    Oltre a quella del sindaco, di sinistra, questi unti dal signore hanno la mia solidarietà. Solo dei deficienti possono pensare di trasformare uno dei borghi più belli d' Italia, e tra i più belli al mondo, in un centro di accoglienza a cielo aperto. Dopo aver distrutto quasi tutto, questo governo non può pensare di minare anche le bellezze paesaggistiche mettendo in fuga il turismo dal portafoglio gonfio, come accadde ai tempi di Monti con la super tassa sullo stazionamento in porto degli yacht e le retate fiscali a Cortina.

    il frantoio capalbio il frantoio capalbio

     

    Detto della solidarietà, quello che rende ridicolo il clan di Capalbio non è soltanto la contraddizione tra il dire e il fare che smaschera una ipocrisia a noi ben nota. È il non capire che ogni italiano ha la sua Capalbio da difendere, esattamente come fanno loro.

     

    Che sia il vecchio quartiere dove si è nati e cresciuti, il giardinetto sotto casa, la piazza del paese: tutto ciò che si sente proprio, tutto quello a cui si dà valore non può essere invaso, deturpato e oltraggiato, neppure in nome della solidarietà, neppure se lo dice il Papa, neanche per sdebitarsi di dolori e sofferenze che non possono certo essere imputabili a noi.

    giorgio napolitano a capalbio giorgio napolitano a capalbio

     

    Così come la convivenza, anche l' accoglienza deve avere regole. E senza buon senso non c' è regola che possa funzionare. Capalbio è la nostra Cappella Sistina, che financo Francesco si guarda bene da trasformare in un bivacco. Che la piantassero, Alfano e soci, di diramare ordini e circolari senza senso. E che la piantassero, gli chic sinistrorsi di Capalbio, di voler far fare a noi quello che a loro fa schifo. Questa sinistra al caviale è davvero indigesta.

     

     

    1. CAPALBIO NON VUOLE PROFUGHI TRA GLI OMBRELLONI

    Enrico Paoli per ‘Libero Quotidiano

     

    capalbio capalbio

    «Perché al bar, mi dicono, che la questione è complessa. E che c' è un problema di regole. Cosa devono fare, chi controlla, come saranno effettivamente sistemati. Gli immigrati vanno accolti, io sono d' accordo con la politica del governo, però...». Già, però... Che vecchia volpe Claudio Petruccioli. Non volendo dire direttamente, fa dire ad altri. E non essendoci la Casa del Popolo c' è il bar, il centro del centro del mondo capalbiese.

     

    capalbio il frantoio capalbio il frantoio

    È li che si elaborano le strategie, mentre al Frantoio vanno in scena le liturgie delle serate mondane. All' Ultima Spiaggia, invece, il bagno dei Vip a Chiarone, c' è il termometro degli umori e dei rumori della sinistra in vacanza nella piccola Atene. Terra di adozione e di elezione culturale per molti, ma non per tutti. E sì, la vecchia scuola comunista delle Frattocchie, quella del Pci sia chiaro, mica quelle a pagamento di oggi del Pd, fatte solo per metter su un bell' apericena, non si smentisce mai.

     

    VENDETTA

    alberto asor rosa alberto asor rosa

    Claudio Petruccioli, nato a Terni, una vita nel partito Comunista, poi nel Pds e Ds, ex presidente della Rai («aho con voi de' Llibero dobbiamo sempre chiarire 'na vecchia storia...»; ...Ma sì presidente, un giorno ne parliamo, vengo a trovarti) oggi è un capalbiese adottato e rappresenta in qualche modo l' ufficiale di collegamento fra i residenti veri e quelli acquisiti.

     

    Quel popolo di vacanzieri rigidamente di sinistra, sinistra radical chic sia chiaro (meglio ancora; champagne e caviale e libri in piazza Magenta) che vuole la pace e la tranquillità. Presidente, qualcuno sussurra che è una vendetta contro la «piccola Atene», così dicono. «Fregnacce», dice perentorio Petruccioli mentre guadagna il suo posto al sole all' Ultima spiaggia, «da qualche parte vanno sistemati e ognuno deve fare le sua parte. Tutti i comuni devono contribuire».

     

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    Ma i capalbiesi sono imbufaliti? «L' ho detto al bar e lo ripeto: deve essere chiaro quali sono le regole. Come vengono alloggiati, da chi vengono controllati, quali sono le garanzie, chi sono gli ospiti e cosa fanno».

     

    Ah, un bello screening prima e poi si vede. Ordine e disciplina, anche nelle cose più banali. Figuriamoci in quelle «spinose e rischiose dove manca un metodo per gestirle», come sostiene la splendida Lucrezia Lante Della Rovere, divina nella sua algida presenza sotto il patio per la pausa pranzo durante il «turno» di mare all' Ultima spiaggia, il bagno del vip di Capalbio, dove anche i Vu cumprà sono di marca, con posto fisso.

    rivera e petruccioli capalbio rivera e petruccioli capalbio

     

    Perché qui, in questo lembo di Toscana ad alta densità intellettuale e politicamente corretta ma di sinistra, vogliono sistemare circa 50 immigrati. La palazzina è già stata individuata due mesi fa. Venti giorni fa c' è stata una raccolta di firme per chiedere di bloccare tutto.

     

    A fine mese, poi, tutti in piazza. Rumorosamente, promettono.

    I capalbiesi, quelli originali, sono imbufaliti. Si sentono traditi e, soprattutto, usati, strumentaliizzati. Lo stesso sindaco, Luigi Bellumori, anche lui di sinistra, ha tuonato contro la scelta di «Roma» di piazzarli qui. Per giunta nel centro del Paese, «a due passi da piazza Magenta, dove batte il cuore culturale di questa località», dice Annalisa Chirico scrittrice e giornalista, animatrice degli incontri letterari e compagna di Chicco Testa. Sia mai. La storia non può, non deve, ripetersi. Atene non vuole Sparta.

     

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    Mario, capalbiese doc e residente in pianta stabile nel comprensorio dove dovrebbero essere sistemati gli immigrati, è meno diplomatico.

    «Senza essere stati consultati da nessuno ci viene imposta questa soluzione», dice mentre controlla la moglie con lo sguardo, seduti al bar de L' Ultima spiaggia, non volendo esagerare, «e non mi sembra un' idea intelligente. L' impressione è che non ci sia metodo.

     

    Qui, d' inverno non c' è un presidio sanitario, ci sono due vigili e la caserma dei Carabinieri alle otto chiude. Io ho due figlie e 30 anni di mutuo sulle spalle per pagarmi la casa. Ho scelto di vivere qui per la tranquillità assoluta. Perché qualcuno decide di togliermela così? E il primo che parla di razzismo non sa cosa dice. È fastidioso dover affrontare queste storie, per tutti. Dico solo che se verranno davvero messi qui, le regole vanno applicate.

    Creando un problema non si fa altro che far aumentare la rabbia».

    CARLO CALENDA A CAPALBIO - foto Enzo Russo CARLO CALENDA A CAPALBIO - foto Enzo Russo

     

    Sì, forse il termine giusto per rubricare lo stato d' animo dei capalbiesi è rabbia. La loro Capalbio è la loro vita, fonte di vita. E quando d' estate diventa la piccola Atene c' è lavoro per tutti. Ma gli ospiti? «Tutti bravi a parole, ma quando c' è da sporcarsi le mani, diciamo così, si tirano indietro», afferma uno dei gestori de L' Ultima spiaggia, «in tanti qui, a parole, sono favorevoli alla sistemazione degli immigrati in Paese. E sa perché?».

     

    No, me lo dica lei. «Perché mica vivono in paese, le ville sono da tutt' altra parte. Che gli frega». Appunto che gli frega? La domanda resta sospesa. Poi però curiosando fra gli ombrelloni trovi una risposta. «Se ne arrivano 50 ora poi ne arriveranno altri. Dai su, rovinano tutto...».

     

    romano prodi a capalbio romano prodi a capalbio

    I libri in piazza, gli aperitivi sulle mura. Gli ateniesi non vogliono gli spartani. «Ma non è un problema, anzi è un falso problema», dice Chicco Testa, «d' inverno qua non c' è nessuno».

     

    STRATEGIA

    Circa 4 mila residenti è il dato ufficiale, che d' estate diventano chissà quanti. Forse saranno pochi, ma non «nessuno». Chi ha scelto di vivere lo ha fatto perché «la sera puoi lasciare aperta la porta di casa e sai che ti accadrà nulla», dice Mario, «al primo problema voglio vedere cosa succede».

     

    Succede quello che succede sempre, si corre ai ripari. «Ma il vero problema è che manca una strategia», dice Annalisa Chirico, «si tagliano i fondi ai detenuti che vivono in condizioni indecenti, ma si spende cifre folli per sistemare in modo decente immigrati di cui non sappiamo nulla, creando situazioni esplosive».

     

    FEDERICA MOGHERINI AL MARE A CAPALBIO FEDERICA MOGHERINI AL MARE A CAPALBIO

     Come a Capalbio? Come a Capalbio.

    Ovviamente la politica cavalca l' onda contro i Radical chic. Da Giorgia Meloni a Matteo Salvini, passando per Maurizio Gasparri, è tutto un mettere all' indice, attraverso i social, l' ipocrisia della sinistra. Che, nel frattempo, si gode il mare de L' ultima spiaggia e la brezza marina che accarezza i merli del borgo medievale di Capalbio. Sia mai che Atene si mischia con sparta.

     

     

    1. ASOR ROSA E I RIFUGIATI A CAPALBIO: PRENDIAMONE UN NUMERO SOPPORTABILE

    Marco Gasperetti per il 'Corriere della Sera

     

    rizzoli-feltri-sattanino rizzoli-feltri-sattanino

    «Sto festeggiando i miei primi quarant' anni trascorsi a Capalbio».

     

    Come sono stati, professor Alberto Asor Rosa?

    «Di quiete e beata solitudine, soprattutto all' inizio» E di polemiche. L' ultima sull' arrivo di cinquanta profughi… «Guardi credo che la collocazione di migranti non sia una questione capalbiese, ma italiana. Ogni giorno leggiamo che la presenza dei migranti costituisce un problema».

     

    Anche a Capalbio?

    «Non vedo perché Capalbio debba essere dispensata dall' offrire ospitalità a un numero sopportabile di migranti. Non può esserci un' opposizione di principio nel nome del turismo. Se così fosse tutti i migranti dovrebbero essere espulsi dall' Italia. La loro presenza va metabolizzata. Molto dipende dai criteri di collocazione. Non so dire se i cinquanta in arrivo siano troppi, ma sono fiducioso nell' autorevolezza delle istituzioni e della loro valutazione».

     

    capalbio libri cerno meli merlino chirico capalbio libri cerno meli merlino chirico

    Però si dice che a Capalbio ci sia una lobby formata da intellettuali e politici che tutto vede e comanda. Che ne pensa?

    «Penso che non ci sia mai stata la lobby dei capalbiesi. Grandi amicizie, sì, non c' è dubbio. Personaggi illustri, rappresentanti delle istituzioni, politici, l' hanno frequentata e la frequentano ancora. Ma mai ho avuto la percezione di un' associazione più o meno segreta (sorride, ndr ) capace di imporre i propri voleri.

     

    Ognuno ha sempre espresso la propria opinione e la cosiddetta intellighenzia si è molto divisa. Pensi all' autostrada Tirrenica, per esempio: i pareri sono stati discordanti, le prese di posizioni trasversali. C' è molta differenza tra il ruolo di opinionisti autorevoli e di grido e la presenza di una lobby organizzata».

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    Ma se non ci fosse stata questa intellighenzia, per alcuni simbolo di una certa sinistra radical chic, falce e secchiello, certe battaglie a Capalbio sarebbero state vinte?

    «Direi che i forestieri hanno svolto un ruolo importante con le loro idee. Io sono però abituato a non enfatizzare il ruolo di questi signori intellettuali. Forse hanno limitato il danno - penso agli scempi urbanistici degli anni Ottanta e Novanta - anche se non l' hanno impedito completamente».

     

    Eppure in tanti sono arrivati a Capalbio anche perché è un luogo simbolo di un certo potere… «

    La visione che hanno i media è di un' esagerazione infinita. Chi arriva per il potere resta deluso».

     

    Lei quando è sbarcato nella «Piccola Atene» e perché?

    «Nel il 1976. Credo di essere stato il primo intellettuale forestiero arrivato in questo paese allora ai più sconosciuto. Lo trovai un concentrato di bellezza, solitudine e silenzio e decisi di acquistare da Elvio, il mio amico calzolaio, una casa nel centro storico. Tre stanze accanto alla chiesa con mansarda che guarda il campanile e ne subisce i contraccolpi sonori. I rintocchi si manifestano tutte le ore e le mezze ore dalle otto di mattina alle otto di sera. Con tanto di feste e musichette religiose».

     

    Sembra un po' la storia della poesia l' Ora di Barga del Pascoli...

    IL SINDACO DI CAPALBIO IL SINDACO DI CAPALBIO

    «Il clima non doveva essere diverso. E lo è tuttora nella Piccola Atene, definizione auto-derisoria, che detti a Capalbio qualche anno fa. Quando vado a passeggiare sulla spiaggia, tra dune e macchia mediterranea, il panorama diventa selvaggio e probabilmente tra i più intatti d' Italia. Sa perché qui c' è un' alta percentuale di intellettuali? Perché c' è la possibilità di avere un alto grado di concentrazione».

     

    E d' ispirazione letteraria. Scriverà un libro su Capalbio?

    «Mi ha dato un' idea. Lo scriverò».

     

    E i profughi?

    LANZILLOTTA, AUCI E IL SINDACO DI CAPALBIO LANZILLOTTA, AUCI E IL SINDACO DI CAPALBIO

    «Li aspetterò con assoluta serenità».

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