renzi micari
1.SICILIA: RENZI, VOTO IMPORTANTE PER FUTURO ISOLA
(ANSA) - "Le elezioni di domenica in Sicilia sono importanti soprattutto per il futuro di questa meravigliosa e difficile isola. Abbiamo investito molto in questa terra e chi governerà i prossimi cinque anni potrà gestirli al meglio. Dunque che vinca il miglior candidato e la migliore squadra. Fossi siciliano voterei quello che ritengo il miglior candidato, Fabrizio Micari, indicato al centrosinistra dal sindaco Orlando sulla base del 'modello Palermo', un'alleanza che andasse oltre il Pd". Così Matteo Renzi nell'e-news.
Ora che la polemica sul rinnovo del Governatore si è placata, spero sia finalmente chiaro a tutti il senso della posizione del PD sulle banche. Perché noi su questa partita facciamo sul serio, senza incertezze, fino in fondo. Non accetteremo che la verità su questa pagina sia scritta dalle fake news.
RENZI BOSCHI
2.RENZI: SULLE BANCHE ANDREMO FINO IN FONDO
Post di Matteo Renzi su Facebook
Il nostro PD non ha scheletri nell'armadio: siamo talmente liberi che vogliamo la verità. Solo la verità. E la vogliamo per rispetto di chi ha perso il lavoro per la mancanza di credito. Questo deve fare un partito serio.
Noi diciamo che troppe cose non hanno funzionato, e già ieri, nell'audizione di Banca d'Italia e Consob a proposito delle banche popolari venete, è emerso con chiarezza – almeno nella parte della discussione pubblica – che il sistema tecnico di vigilanza e controlli non sempre è stato all'altezza.
PIER LUIGI BOSCHI
I manager e i banchieri che hanno sbagliato devono pagare, principio sacrosanto. Ma se vogliamo che qualcosa cambi davvero le alte burocrazie di questo Paese devono smettere di buttare la croce addosso ai politici di turno e assumersi anche loro le proprie responsabilità. Chi ha sbagliato, paghi: non è populismo, è giustizia. Sono certo che i lavori di questa Commissione di Inchiesta saranno molto utili.
Per il passato e per il futuro. Avanti
3. I GRILLINI DICONO NO ALLA RAI, TIMORI DI UN MATCH FUORI CASA
Stefania Piras per ‘Il Messaggero’
L'idea del match tv tra Di Maio e Renzi ha subito mobilitato le tv. La7 si è mossa per prima, offrendo l'arena di Floris a Di Martedì. La Rai ha reagito a stretto giro, proponendo uno speciale Porta a Porta da mandare in onda in prima serata subito dopo il Tg1. «Una platea potenziale di 5milioni di spettatori», ha spiegato viale Mazzini ai vertici pentastellati. Ma se Renzi ha dato subito la sua disponibilità a prescindere dall'arena, i grillini hanno dato un brusco altolà all'opzione Vespa.
DI MAIO RENZI
Secondo i rumors di viale Mazzini, sarebbe arrivato un vero e proprio stop dai gruppi parlamentari pentastellati. Evidentemente preoccupati all'idea di affrontare un duello così delicato in un contesto tv da cui non si sentono protetti. «Censura inaccettabile», raccontano abbia commentato il segretario del Pd informato della cosa, mentre stava per imbarcarsi sull'aereo da Chicago a Roma. E sorpresa anche della tv pubblica, visti i precedenti di Di Maio e dello stesso Grillo proprio a Porta a Porta. Una sfiducia nel servizio pubblico che, pure, il presidente della Vigilanza, il grillino Roberto Fico, non più tardi di poche ore prima era tornato ad esaltare.
4.RENZI PREPARA IL DOPO VOTO: OK AL MATCH TV CON DI MAIO
Alberto Gentili e Stefania Piras per ‘Il Messaggero’
RENZI BERLINGUER
E venne il Grande Duello. Martedì sera, a urne siciliane ancora calde e vittoria o batosta da celebrare o smaltire, Luigi Di Maio e Matteo Renzi andranno in tv per menarsele di santa ragione. E per accreditarsi l'un l'altro come il competitor da battere nella corsa per palazzo Chigi. «Una grande occasione», a sentire il segretario dem, che così spera di mettere la sordina alla probabile sconfitta in terra di Sicilia e di rilanciare la propria leadership. «Il palcoscenico migliore per denunciare il grande inciucio tra Renzi e Berlusconi», a detta del candidato premier a cinquestelle che però ha sorpreso tutti creando molto sconcerto tra i suoi per «una decisione presa senza consultare i vertici del Movimento», sostengono i bene informati.
MATTEO RENZI BIANCA BERLINGUER
Tutto comincia come nei duelli di un tempo. «Ti sfido». «Accetto, decidi tu dove». Ma, al passo con i tempi, il guanto viene lanciato da Di Maio via Twitter: «Non è una fake news, Renzi ha un accordo per spartirsi la Sicilia e l'Italia con Berlusconi. Voglio un confronto tv dopo il 5. Ci stai?». Un'ora e mezza dopo da Chicago, mentre Porta e Porta su Rai1 e Piazza pulita su La7 già sono corse a offrirsi come sede del duello, Renzi twitta a sua volta: «Ok, Di Maio, accolgo la tua sfida. Mi va bene martedì 7 novembre. Decidiamo se farlo in Rai o su qualche rete televisiva. I ci sono». E poi su Facebook il segretario dem aggiunge, proiettandosi (volentieri) già verso le elezioni nazionali di primavera: «Esistono trasmissioni di approfondimento su Rai1, Rai3, La7. Penso sia giusto non sottrarsi: gli italiani dovranno scegliere a chi consegnare i prossimi cinque anni. Dunque è giusto metterci la faccia. A martedì sera, amici».
PIOGGIA DI TWEET
Passano venti minuti. Di Maio indica il luogo della singolar tenzone: «Va bene martedì 7 da diMartedì con Floris. E' la più vista in prima serata». Sembra fatta per La7. Invece un'ora dopo Marco Agnoletti, portavoce di Renzi, su Fb scrive: «Confermo il confronto. Valutiamo le proposte e le regole d'ingaggio che ci sono arrivate dalle trasmissioni. Sono disponibile a incontrarmi con il portavoce di Di Maio».
FLORIS
Poi la virata: «Per il confronto proponiamo la Rai perché è dei cittadini, non di un privato. Ma pronti a valutare tutte le proposte». E Viale Mazzini, sollecitata da Michele Anzaldi («spieghi agli italiani che pagano il canone perché si finisce su una tv commerciale»), a stretto giro di posta prima propone Cartabianca, poi un'edizione speciale di Porta a Porta. Renzi ha accolto il guanto di sfida di Di Maio come una buona novella. Un modo per passare al contrattacco, indossando i panni del leader che fuori e dentro al Pd qualcuno in quelle ore tenterà di stracciare.
MARCO AGNOLETTI
«Di Maio ci ha fatto un gran favore», dice un altissimo dirigente dem che lavora a fianco del segretario, «lunedì la discussione sul voto in Sicilia sarà messa in sordina dal dibattito sulla vigilia del big match in tv. Il leader grillino contro quello del Pd: già un duello elettorale in vista delle elezioni nazionali. Uno che accredita l'altro. Non potevamo sperare di meglio: la conferma della premiership del centrosinistra non ce la portiamo a casa così, ma è un passo in avanti». Al Nazareno sono convinti che Renzi «farà polpette» del candidato cinquestelle.
E sono certi, quelli del Pd, che «la mossa di Di Maio sia ridicola, un grave errore di comunicazione: chi è dato in testa ai sondaggi non sfida quelli che inseguono. E' l'Abc. In più ha offerto a Renzi la possibilità di passare al contrattacco, invece di farsi rosolare nelle polemiche post-voto».
Nel quartier generale grillino c'è chi parla di «mossa improvvida, spericolata» che avrebbe spiazzato molti grillini: «C'è il serio pericolo di resuscitare Renzi, tanto più che inevitabilmente si finirà a parlare di Sicilia per pochi minuti per parlare invece della pessima eredità dei governi del Pd». Ma Di Maio è convinto di «stravincere». Andrà in tv per dare «lo schiaffo finale» al segretario dem. «Che è già morto, è il passato». Chiosa di Matteo Richetti, portavoce nazionale dem: «Se Di Maio non trionfa in Sicilia, dopo tutti i mesi trascorsi lì, si dovrà dimettere». E' già duello.
MATTEO RICHETTI