Alessandro Di Matteo per “la Stampa”
CLEMENTE MASTELLA
Clemente Mastella è un po’ il “padre” politico di tutti i “responsabili”, nel 1998 fu lui, insieme a Cossiga, ad organizzare una parte dei moderati allora nel centrodestra per dare vita all’Udr, che pochi mesi dopo permise la nascita del governo D’Alema garantendo la prosecuzione della legislatura dopo la crisi del governo Prodi. Ma traccia una sorta di “etica dei responsabili e dello stabilizzatore» che, assicura, è qualcosa di ben diverso dalla semplice conservazione del «laticlavio».
Vuol dire che non le piace il possibile spostamento di qualche senatore dell’opposizione a sostegno del governo Conte?
«Se fossero “responsabili” tipo Verdini sarebbe una cosa senza capo né coda, senza sale. Viceversa, oggi c’è uno spazio in un’area centrale e se uno fa un gruppo lo deve collegare ad una traiettoria politica. Lo spazio c’è. Ma se serve solo per non andare al voto...».
SILVIO BERLUSCONI E CLEMENTE MASTELLA
Beh, ammetterà che questo è spesso un argomento decisivo per i parlamentari che scelgono di cambiare campo...
«Sì, ma certo! Gli innamoramenti hanno sempre fatto la storia, da Elena di Troia in poi. Figuriamoci se non c’è l’innamoramento per il posto fisso, che non è solo quello di Zalone: c’è anche l’amore per il laticlavio. Devi giocare anche su questo, ma oggi c’è un decadimento generalizzato di alcuni punti di riferimento...».
Nel 1998 voi eravate nel centrodestra, poi fondaste l’Udr e appoggiaste D’Alema. Quali erano i punti di riferimento?
«Innanzitutto, il legame territoriale. Io ho retto tanti anni perché c’era un nesso tra me e la realtà del mio territorio. Il partito parlamentare resiste per un po’, ma se non ha questo cono d’ombra che si riversa nella realtà territoriale non regge. C’era anche allora una crisi dello spazio politico vicino al Pd - allora erano i Ds. Fu un’idea partorita da Cossiga sulla quale noi ci infilammo subito: portammo per la prima volta al governo un ex comunista. Era una pacificazione generale, un po’ l’idea morotea dell’alternanza democratica. Si colmava un vuoto storico».
clemente mastella e la moglie sandra
E oggi quale dovrebbe essere il ruolo dei “responsabili”? L’Udeur sosterrebbe Conte?
«Indubbiamente sì. Una volta il primo partito guidava la coalizione in termini moderati, oggi i moderati rincorrono. Nel centrodestra guida Salvini, non Berlusconi. Nelle coalizioni comandano le ali estreme. Allora c’era un “sistema solare”, il Pd-Ds con i satelliti intorno. Ma oggi il pianeta Pd non trattiene i satelliti intorno: Renzi esce e litiga, + Europa va per conto suo...
Anche voi davate filo da torcere...
«Noi eravamo in una posizione di collaborazione. Collaborazione e competizione, sennò salta tutto».
Ma se Renzi fa ballare il governo, chi può essere il Mastella di oggi?
RENZI VERDINI
«Renzi è veloce di pensiero, ha un notevole talento ma a volte brucia tutte queste sue capacità. Dovrebbe avere maggiore umiltà, occupare uno spazio centrale che è molto importante. Però deve avere l’astuzia di essere riferimento di tutti. Lui dovrebbe fare lo stabilizzatore, pur ritenendo giusta la battaglia che fa sulla prescrizione. Ma per questo per fortuna c’è la Corte costituzionale, che già ha ammazzato lo “spazzacorrotti”. Io dico: fai la battaglia senza far cadere il governo. Ma chiederei anche agli altri alleati, quando ci sono temi su questioni valoriali, di fare come fece la Dc sul divorzio: Moro disse che era una questione parlamentare e non doveva toccare il governo. Ecco, farei così».