Michele Smargiassi per Repubblica.it
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La storia scongelata. La storia che esce, letteralmente, dal frigorifero della memoria. Pochi istanti di impensabile quiete in un paese in guerra, sei minuti che ci interrogano e forse ci sconcertano, perché l’immagine che ne esce non collima con quel che sappiamo di una guerra feroce, quella che devastò l’Italia del Nord tra la fine del 1944 e l’inizio del 1945.
Soldati tedeschi, ufficiali della Wehrmacht sorridenti che interagiscono serenamente con civili italiani sorridenti, suore, bambini.
Questa è la storia di un filmato amatoriale, muto, che per settant’anni nessuno ha mai visto né poteva vedere, perché erano, appunto, immagini congelate non solo metaforicamente nella celluloide di due bobine "orfane", arrivate non è ancora chiaro come nel deposito refrigerato di un laboratorio romano per sviluppo e stampa, e lì rimaste per settant’anni, mai sviluppate, fino alla chiusura delle attività, e poi ancora nel frigo di un ex dipendente.
SOLDATI DELLA WEHRMACHT
Due rotolini di pellicola 8mm AGFA Isopan in bianco e nero, girate con una cinepresa Agfa Movex. Pellicola e cinepresa tedesche. Sulle scatole che le contenevano era indicata la data di scadenza delle pellicole: aprile 1946. E su entrambe le scatole, a penna, un nome che poteva essere quello dell’operatore che le girò: "Dr. Tomuschat".
Alla fine il loro ultimo custode ha avuto la buona idea di consegnarle a Home Movies, l’istituzione culturale di Bologna che da tempo raccoglie, conserva, restaura e studia il cinema amatoriale, familiare, privato.
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Che le ha sviluppate con la collaborazione di Punto Foto Group di Milano e Found Film Photos, e recuperate digitalmente presso il laboratorio La Camera Ottica di Gorizia dell’Università di Udine). E quelle hanno, dopo settant’anni, rimesso in vita i loro fantasmi.
Paesaggi collinari, militari tedeschi rilassati, fiaschi di vino, qualche esercitazione molto recitata e non troppo marziale, ma soprattutto ritratti, di donne ridenti, di mamme con pargoli, di suore con gli ombrelli, di bambini, tanti bambini intimoriti, incuriositi, divertiti.
E quei fantasmi hanno parlato. Grazie alla tenacia dei curatori di Home Movies Paolo Simoni, Mirco Santi, Elena Pirazzoli, di Alessandro Faccioli dell’Università di Padova e di Luisa Cigognetti dell’Istituto Parri sono stati cercati e consultati storici, in particolare di Carlo Gentile (Università di Colonia), in grado di riconoscere luoghi date e circostanze.
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Ed ecco. Siamo in Veneto, sui Colli Euganei. Si intravedono una costruzione signorile che dovrebbe essere Villa Selvatico Sartori, e un ospedale forse usato anche come orfanotrofio. Molto probabilmente si tratta di un padiglione alle spalle dello Stabilimento termale Infps, inaugurato nel 1936 a Battaglia Termale.
Nel luglio 1944, dicono le informazioni raccolte dagli storici, a Battaglia Termale venne aperto il Feld-Lazarett 95, ovvero l'ospedale da campo della 5a Gebirgsdivision, una divisione di montagna.
Chi girò queste immagini serene che sembrano il souvenir di una scampagnata, il ricordo spensierato di una gita turistica, forse immaginava, forse sperava ancora in un'altra possibile storia, in un’altra possibile relazione umana (sempre che non fossero destinati alla propaganda militare della Wehrmacht).
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Era, in fondo, un medico. Chi teneva per mano quei bambini forse pensava ai suoi figli in Germania. Ma al di là della volontà degli autori e di chi vi compare, questi filmati restano frammenti di uno sguardo non imparziale, non innocente per definizione. Lo sguardo del conquistatore su un paese conquistato.
Impossibile non trovare struggenti le espressioni di quei bambini, che forse ridono per gli scherzi dei soldati, presi per mano dai soldati. Impossibile non pensare che negli stessi mesi, non molto lontano da questa rilassata familiarità, altri militari dello stesso esercito massacravano civili, donne e bambini come questi.
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Impossibile non guardare queste immagini come la stridente contraddizione fra la storia e l’umanità. Ora la ricerca prosegue. La storia di questo filmato ancora misterioso può rivelare molte sorprese.
Martedì 31 ottobre il filmato e la sua storia, accompagnato da una colonna sonora di Maria Valentina Chirico composta per l’occasione, saranno presentati al pubblico a Bologna, nel corso della manifestazione
Archivio Aperto. Ma già da ora, con questa pubblicazione online sul nostro sito, Home Movies spera che qualcuno possa ancora riconoscere se stesso in uno di quei volti di bambino, farsi vivo, aiutare a ricomporre almeno un frammento di una storia molto, forse troppo più grande di quella che cinque minuti di filmato possono contenere e spiegare. In uno dei fotogrammi, l’ombra scura dell’operatore copre, per pochi attimi, il sorriso di uno dei bambini e lo oscura.
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