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LA ROMA DEI GIUSTI - ANCHE SE NESSUNO SI TOGLIE LE MUTANDE, NEMMENO NELLE SCENE DI SESSO A TRE E A QUATTRO, QUESTO SCATENATO E STREPITOSO "BROS", PRIMA COMMEDIA SENTIMENTALE GAY DI UNA MAJOR, È PERFETTO COME TEMPISMO PER L'ARRIVO DI UN GOVERNO ITALIANO CON TROPPI MINISTRI DICHIARATAMENTE OMOFOBI E LEGATI AI FAMILY DAY - ANCHE PER ME CHE NON SONO PROPRIO LO SPETTATORE IDEALE, IL FILM È UN GRAN DIVERTIMENTO. CHI LO FAREBBE MAI UN FILM SIMILE IN ITALIA? – VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Anche se nessuno si toglie le mutande, nemmeno nelle scene di sesso a tre e a quattro, questo scatenato e strepitoso "Bros" diretto da Nichilas Stoller, prodotto da Judd Apatow, interpretato e scritto da Billy Eichner, clamorosa star televisiva, e dal palestrato Luke Macfarlane, prima commedia sentimentale gay di una major, è perfetto come tempismo per l'arrivo di un governo italiano con troppi ministri dichiaratamente omofobi e legati ai family day.
Non so quanto adatto a un pubblico etero, e in America è stato un flop con un budget da 22 milioni di dollari e 10 milioni di incasso, è una sorta di nuovo "Harry ti presento Sally" o "C'è posta per te" per la generazione gay dei 30-40enni, cresciuti con "Glee" e non con l'AIDS (è una battuta del film), col mito di "Will e Grace", non a caso è presente la favolosa Debra Messing come se stessa, con mille riferimenti a show e a personaggi del mondo dello spettacolo americano e della scena gay.
Se cadete nella deliziosa trappola dei dialoghi rapidissimi e nelle battute divertenti del Bobby di Billy Eichert, gay intellettuale ebreo newyorchese che si innamora di un bel ragazzotto gay di provincia più "normale", l'Aaron di Luke Macfarlane, impazzirete per il film. Non parliamo poi delle parodie dei cinepanettoni gay amerucani alla Boldi-De Sica. Se non ci cadete e non riuscite a muovervi nella giungla di citazioni di Bobby e di riferimenti musicali, meglio lasciar perdere.
Ma anche per me, che non sono proprio lo spettatore ideale ebreo newyorchese del film, il personaggio di Bobby e il mondo LGBTQ che lo avvolge è un gran divertimento. Chi lo farà mai un film simile in Italia, che stiamo ancora a lavorare sul vecchio caso Braibanti e sulle storie gay lacrimose?
No. "Bros", alla faccia del pubblico omofobo che lo ha accuratamente evitato in America, alla faccia di tutti i Fontana e Mollicone del mondo non solo è uno spettacolo di scrittura, ma una lezione sulla nuova società (non solo) americana e su cosa sono i quarantenni cresciuti con "Will e Grace" e "Glee". Le mutande però andavano tolte.
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