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    ROMA HORROR! MOURINHO PRENDE 4 PERE CONTRO IL GENOA. LA CLASSIFICA ORA E' VERGOGNOSA. GLI ERRORI DI PINTO SUL MERCATO VENGONO AL PETTINE. LA SQUADRA E' SGANGHERATA E COSTRUITA MALE. LA FASE DIFENSIVA E' IMBARAZZANTE CON (EX) GIOCATORI CHE PASSEGGIANO IN CAMPO (PAREDES). I CALCIATORI SANNO CHE MOU A FINE STAGIONE ANDRA’ VIA. O I FRIEDKIN GLI RINNOVANO IL CONTRATTO O LA STAGIONE E’ GIA’ FINITA. MA MOU HA ANCORA VOGLIA? LA PROPRIETA’ DEVE BATTERE UN COLPO. IMPOSSIBILE DOPO QUESTA FIGURACCIA NON PRENDERE PROVVEDIMENTI…


     
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    Estratto da gazzetta.it

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    Un Genoa pazzesco e una Roma vergognosa. Una squadra che gioca con il cuore e l’altra vittima della sua presunzione. Due mondi diversi, due facce diverse di una partita che rilancia il Grifone e affossa i giallorossi, mai così male nel 2000 se non nel 2010-11, anno in cui si dimise Ranieri (proprio dopo un ko per 4-3 in casa del Genoa) per far spazio a Montella.

     

    Ovviamente non è il caso di Mourinho, che però prima o poi una soluzione ai mali endemici di questa Roma dovrà pur trovarla. Anche stavolta squadra brutta, arrogante e presuntuosa. Ma soprattutto poco cattiva. Al contrario del Genoa, che un meraviglioso Gudmunsson e con il cuore di tutti gli altri ha messo alle corde la Roma fin da subito, annientandola alla fine per 4-1. Erano 16 partite che il Genoa non vinceva con la Roma, proprio dal 2011.

     

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    Gilardino rinuncia a un trequartista (Malinovski) e rinforza il centrocampo con Frendrup, che deve dividersi tra i due ruoli. Ma il giochino funziona subito, anche perché Gudmunsson è in una forma strepitosa e fa secco Rui Patricio dopo appena 5’ di gioco. Il Genoa di Gilardino è squadra elastica, si distende bene nella pressione alta e mette spesso in difficoltà la costruzione dal basso della Roma. Che, di fatti, non riesce mai ad innescare la coppia Dybala-Lukaku e non costruisce praticamente nulla, se non l’azione del pareggio (22’) nell’unica volta che riesce ad andare in fondo con Cristante, bravo nell’inserimento da dietro su cross di Spinazzola.

     

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    Gilardino nella prima mezzora perde la cerniera di centrocampo (Badely e Strootman), per la Roma proprio nell’azione del pareggio si fa male Lllorente. Ed è un guaio in più, non solo perché è il 13° infortunio da inizio stagione ma anche perché dietro deve abbassarsi Cristante, con Bove in mezzo al campo (ma Aouar che fine ha fatto?). Gli equilibri difensivi già precari della Roma diventano così ancora più deboli. E lo capisce soprattutto quel genio di Gudmunsson, che fa fuori in un colpo solo Bove, Kristensen e Paredes e dà il via al 2-1 di Retegui (assist di Thorsby), che il gol lo aveva sfiorato anche in avvio di gara. E alla Roma va anche bene che nel recupero Orsato grazia un nervosissimo Mancini, già ammonito e che rischio il rosso per una sbracciata su Kutlu. Sprofondo rosso / Mourinho allora corre ai ripari, toglie Mancini prima che sia troppo tardi e mette una terza punta, Belotti (4-3-3).

     

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    Così la pressione giallorossa cresce e arriva anche il pari di Lukaku, annullato però per fuorigioco. Ma è una fiammata, perché giocando 4-3-3 Mou allontana Dybala dalla porta e manda Belotti largo a sinistra, dove non ha i tempi di gioco. Piovono calci d’angolo, quelli sì, anche perché il Genoa non è più aggressivo come nei primi 45’ ed ha abbassato pericolosamente il suo baricentro. Spinazzola alza i giri a sinistra, Dybala (alla 300esima in Serie A) ci prova dal limite, ma con il passare dei minuti arriva anche la stanchezza e la rabbia sembra svanire. Le gambe sono molli, le idee annebbiate. E il Genoa ne approfitta appena può, con il 3-1 di Thorsby sugli sviluppi di un calcio d’angolo. La Roma è in ginocchio, Mou manda dentro tutti i giocatori offensivi che gli sono rimasti (Azmoun, El Shaarawy e Aouar), ma a festeggiare è ancora il Genoa con Messias, entrato da poco anche lui. Il resto è poco altro ancora, con il Grifone a far festa e la Roma che fugge via dalla vergogna.

     

    mourinho tiago pinto mourinho tiago pinto

     

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