DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Videoblog di Glauco Benigni
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MENTRE NASDAQ BRUCIA OGNI GIORNO MILIARDI...
Con l'autunno del 2000 si arriva a ridosso delle elezioni presidenziali: dopo otto anni di leadership democratica, lo scontro è brutale e incerto. Nasdaq, nonostante una piccola ripresa estiva, continua ad andare giù e brucia miliardi di dollari a settimana. Murdoch non se la sente di entrare in Borsa con questo clima e comunica di voler rimandare l'Offerta Pubblica di Vendita della sua SGN.
A dicembre il segnale appare come una debolezza di Murdoch e si riperquote immediatamente nelle trattative con la Hughes. Finora si è parlato di una fusione tra Sky Global Network e Hughes, nel corso della quale i soci avrebbero deciso come gestire DirecTv, ma ora escono i lupi dalle tane. Addirittura Bill Gates manifesta interessi nell'affare con la sua Microsoft e lancia una proposta da 5 miliardi di dollari.
Sull'agonizzante DirecTv arriva anche la Liberty Media di John Malone, altro tycoon di razza specializzato in reti via cavo, e offre la sua disponibilità a entrare nel gioco. Intorno al tavolo delle trattative romba la macchina imponente e frenetica delle elezioni e ogni proprietario di media è occupato a gestire le proprie relazioni politiche in attesa del verdetto delle urne.
Murdoch è schierato con George W. Bush e qualsiasi medium di sua proprietà è a disposizione del candidato repubblicano per amplificare i messaggi indirizzati costantemente alla nazione. Il dossier DirecTv viene messo in frigorifero, anche perché, nel frattempo, a causa dei molti interessi in campo, si richiede che le società interessate operino una due diligence, una sorta di «pulizia dei conti» e conseguente verifica che ciò che si compra e si vende corrisponda alla realtà .
Il 20 gennaio 2001 George W. Bush, a seguito di una serie di contrastate vicende, che qualcuno ha definito anche brutalmente «brogli elettorali», diventa il 43esimo Presidente degli Usa. Murdoch gongola. La sua posizione è enormemente rafforzata dall'amicizia con il nuovo inquilino della Casa Bianca. Tanto più rafforzata, secondo alcuni, dal fatto che alla Presidenza della Federal Communication Commission (Fcc), la potentissima Autorità americana che regola e controlla gli affari nel mondo della comunicazione, Bush jr. nomina immediatamente, il 22 gennaio, Michael Powell, il figlio del suo Segretario di Stato.
Passano un paio di mesi, durante i quali Murdoch segue i suoi affari nel mondo e, tra questi, comincia anche le trattative per la prima fusione tra Stream e Tele+ in Italia. à probabilmente durante uno dei suoi interminabili voli transoceanici che arriva la doccia fredda: General Motors chiede molto di più di quanto pattuito all'inizio del negoziato. «Sono stanco di queste inutili trattative», sembra abbia detto Murdoch, «quasi, quasi mi compro Echostar», cioè il suo maggior rivale nel mercato.
Un atteggiamento ormai classico quello del nostro tycoon che, per mettere in difficoltà i suoi concorrenti, gonfia i propri muscoli finanziari e fa offerte che, al dunque, gli consentono di mettere il naso nei bilanci di chi lo sta disturbando. Tutti sanno però che il suo vero amore è DirecTv.
Agli inizi di maggio General Motors ci ripensa. Non sappiamo perché. Forse Bush jr. ha telefonato al suo Presidente, Rick Wagoner, e gli ha ricordato l'importanza strategica di Murdoch in Asia, in Sudamerica e in Australia, tutti territori dove Gm vende milioni e milioni di auto. Forse si sono incontrati in un party, forse nel ripensamento hanno pesato le commesse della Nasa o dell'Esercito americano. Chissà ? Sta di fatto che i vertici della Hughes fanno sapere, dalla loro base di El Segundo, California, che sono disposti a riaprire i negoziati per la cessione di una quota rilevante. La novità è che non si parla più del 35% ma del 30%. In risposta, il Presidente della News Corp., Peter Chernin, annuncia che la società di Murdoch è pronta a siglare l'accordo per circa 24 miliardi di dollari.
Il 25 maggio è un giorno cruciale per l'intera vicenda. Quel giorno si registra un cambio alla sommità della Hughes. Va via il vecchio Presidente, Mike Smith, e arriva, direttamente dalla casa madre, l'ex-Vicepresidente della General Motors, Harry Pearce. Nella stessa data si risveglia uno degli eterni rivali di Murdoch, Charlie Ergen, boss di Echostar e annuncia un'offerta stratosferica, circa 26 miliardi di dollari, di certo un'offerta molto vicina alla domanda di Gm e, in ogni caso, più vicina di quanto non sia quella di Murdoch. Improvvisamente nel teatro delle operazioni i due, che finora avevano scambiato colpi di fioretto, si trovano con la sciabola in mano a ridotta distanza.
à questo uno dei misteriosi, inquietanti e affascinanti aspetti del mondo degli affari mediatici americani: vince chi firma l'assegno più grosso. Non ha importanza dove trovi il denaro. Alle spalle c'è sempre «qualche interesse» che garantisce. Quale sia spesso non si sa. In questo caso però il denaro da solo non basta. Alla Hughes fanno notare a Ergen che «una fusione tra Echostar e DirecTv condurrebbe al controllo, da parte di un solo soggetto, di un parco sottoscrittori pari a 16 milioni di abbonati». Un po' troppi per ottenere l'ok della Federal Communications Commission. Ergen è di diverso avviso invece, e promette che «gli ostacoli si possono superare».
Per giustificare tali affermazioni, bisogna ricordare che nel mercato pay Tv americano non agiscono solo Tv da satellite, ma anche (e soprattutto) reti pay Tv via cavo e che queste ultime sono enormi e distribuiscono segnali a pagamento a parchi abbonati molto più grandi di quelli delle Tv: anche diverse decine di milioni. Per cui, alla luce di un esame comparato, tra sat Tv e reti via cavo «gli ostacoli in sede Fcc si possono superare». In teoria.
Purtroppo arriva l'11 settembre 2001. Nelle settimane che seguono, sia Nasdaq che Wall Street perdono miliardi e miliardi di dollari. Il titolo Hughes soffre vistosamente, assieme a migliaia di altri titoli. I grandi conglomerates tremano. Il mondo degli affari si ferma. Ai primi di ottobre Murdoch annuncia invece larghi profitti e fa trapelare di essere l'unico a poter concludere l'affare sebbene, al momento, si consideri infastidito da tutto il tira e molla. Il 30% di Hughes ha perso valore: si parla di 22 miliardi di dollari.
Alla fine di ottobre del 2001 Hughes accetta l'offerta finale di Echostar. Ergen ha praticamente rotto tutti i salvadanai e sta per firmare un assegno da 27 miliardi di dollari. La Gm, pressata dai suoi azionisti e dalle Unions (che chiedono quel denaro per sanare il buco del fondo pensioni), non può sottrarsi. Resta lo scoglio della Fcc. Veramente l'Autorità Antitrust li considererà comunque «nani» rispetto alle reti via cavo?
Gli analisti dubitano. Ergen firma e invita gli amici a una grande festa in cui si autocelebra come l'unico vero re della Pay Tv in America. I sindacati si dichiarano abbastanza soddisfatti e attendono di verificare il budget per la vecchiaia dei loro molti iscritti della General Motors. Murdoch si ritira dalla scena in attesa di due verdetti: uno della Fcc americana e l'altro dell'Antitrust dell'Unione Europea. Quasi contemporaneamente infatti nello scenario italiano è in corso il suo acquisto di Tele+. Si conclude così il primo atto della vicenda DirectTv.
UN'ALTRA GUERRA ALLE PORTE...
Dopo quasi un anno, il 24 settembre 2002, si fanno vivi gli uomini della Fcc e del Dipartimento di Giustizia americani: «Bloccate la vendita perché è contraria alla competizione, soprattutto nelle aree rurali, dove le reti via cavo non arrivano».
à opinione comune che i lobbisti di Murdoch, anche stavolta hanno fatto un ottimo lavoro. Il 10 ottobre le Autorità americane interrompono formalmente la cessione, il cui valore, ulteriormente sceso, ha raggiunto i 18 miliardi di dollari. Murdoch a questo punto si dichiara «indeciso» se fare o meno una nuova offerta. Echostar minaccia allora di utilizzare la somma risparmiata per lanciare un nuovo servizio di pay Tv da satellite.
E per tutta risposta il Dipartimento della Giustizia gli fa sapere che, in tal caso, lo avrebbe sottoposto a un processo. A questo punto anche DirecTv prende posizione a fianco di Echostar e insieme minacciano un'azione legale contro il Ministero della Giustizia.
Siamo ai primi di novembre del 2002.
Il caso è assolutamente appassionante, tale da costituire un precedente senza uguali nella Storia. Ma in quei giorni succedono tante cose: la Federal Reserve taglia ulteriormente il costo del denaro di mezzo punto: si scende all'1,25%. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu approva la risoluzione 1441 che prevede nuovi e più puntuali controlli sugli armamenti in Iraq. Bush jr., che ha vinto le elezioni di medio termine, e il suo partner Blair, però, non appaiono soddisfatti: c'è un'altra guerra alle porte.
Charlie Ergen il 10 dicembre molla la presa, non senza danni: Echostar infatti per accordi pregressi è tenuta a pagare a DirecTv circa 600 milioni di dollari nel caso - ampiamente verificatosi - di interruzione della trattativa. E Murdoch, dopo una settimana, torna in scena con una nuova «proposta di Natale»: «Compro io insieme a Liberty Media» (la società di John Malone che controlla reti Tv via cavo). In gennaio la proposta viene rilanciata dalle colonne del «Wall Street Journal» e sembra anche che stavolta si siano mossi i vertici di Gm, e non di Hughes, e si siano incontrati con i vertici di News Corp. per discuterla.
A quel punto l'affare suona come una provocazione, non solo per quelli delle pay Tv via satellite che hanno già lasciato sul campo il povero Charlie Ergen, ma anche per i boss delle telecomunicazioni che vedono l'alleanza Murdoch-Malone come il fumo negli occhi. A febbraio esce dalle quinte la gigantesca Sbc, la numero due delle Tlc americane. à rappresentata da Edward Whitacre jr., noto per essere un altro «duro».
Whitacre però esordisce in modo soft e offre «solo» una decina di miliardi di dollari per iniziare le trattative. Murdoch reagisce immediatamente. Secondo lui l'ingresso di Sbc nella scena è solo una trovata per forzare le vere trattative, quelle con News Corp., però aggiunge: «Attenti, non mi va di trovarmi al centro di una guerra di offerte». Succede qualcosa anche tra Murdoch e John Malone. I due infatti, un paio di settimane dopo, fanno trapelare che non sono più insieme nell'affare DirecTv e che, piuttosto, ognuno farà la sua offerta. (Evidentemente l'ingresso della Sbc nell'affare un effetto lo ha sortito, quello di separarli.)
In marzo la News Corp. ottiene un nuovo prestito dando in garanzia la sua quota di partecipazione in BskyB. Si tratta di 1,3 miliardi di dollari. L'operazione fa ritenere che presto Murdoch avanzerà l'offerta definitiva per DirectTv. Qualche giorno dopo John Malone manifesta un sostegno indiretto all'acquisto, aumentando dal 17,5% al 19% la propria presenza nel pacchetto azionario della News Corp. (Secondo alcuni analisti cio' rischia di far perdere a Murdoch il controllo del gruppo).
In aprile i giochi ormai sono fatti. Tant'è che la Sbc si ritira dalla partita. Anche la rete via cavo di New York, Cablevision System, ormai rimasta l'unica in grado di contrastare il take over, dichiara di non essere più interessato. Murdoch finalmente ha tutto il campo libero per operare e, nella tradizione, non perdona la sua preda. Per il 35% di DirecTv offre, l'8 aprile, meno di 7 miliardi di dollari.
Poi, non contento, il giorno dopo scende: secondo la Reuters a 6,8, secondo il «Wall Street Journal» a 6,6. L'offerta prevede il pagamento in contanti a Gm del 20% di Hughes e l'acquisto, tramite Opa sul mercato azionario del 15% a 13,90 dollari per ogni azione. Ai fondi pensione resta il 20% della società , mentre il 45% del flottante rimane nel mercato. Alla Hughes, stremati, accettano.
Ovviamente non possiamo dimenticare che due anni prima la Gm aveva rifiutato l'offerta da 24 miliardi di dollari di Murdoch per accettare quella del rivale Echostar da 26 miliardi. Ciò genera un furioso disappunto da parte degli azionisti. I TERMINI DELL'OPERAZIONE NON CONVINCONO I MERCATI, titolano all'indomani della firma i giornali.
E infatti il 10 aprile News Corp. perde il 6,7%, Fox Entertainment (a cui verranno trasferite le attività e l'indebitamento di DirecTv) perde quasi il 20%, Gm cede lo 0,6 e Hughes il 10%. Murdoch però è contento ugualmente: dopo tre anni di trattative e colpi di scena subentra nel controllo della maggiore pay Tv americana e, per la prima volta, si assiste alla creazione di un conglomerate che annovera nel suo assett produzione e distribuzione di televisione tradizionale e via cavo e piattaforma satellitare di Tv a pagamento.
Qualche analista non si spiega il perché Murdoch abbia fatto confluire la parte acquisita della Hughes sotto il controllo della Fox Entertainment, pur sapendo che ciò avrebbe indispettito gli azionisti e avrebbe arrecato perdite nel capitale. L'operazione però si chiarisce dopo qualche tempo alla luce di un evento che potrebbe modificare lo scenario della comunicazione negli Usa.
40/Continua...
APOCALYPSE MURDOCH - PRIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - SECONDA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - TERZA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - QUARTA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - QUINTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-5-puntata-la-terza-moglie-wendi-deng-che-ha-38535.htm
APOCALYPSE MURDOCH - SESTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-6-puntata-lo-squalo-compare-in-116-mln-di-38596.htm
APOCALYPSE MURDOCH - SETTIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - OTTAVA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-8-puntata-lodio-di-ted-turner-fondatore-38720.htm
APOCALYPSE MURDOCH - NONA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-9-puntata-quando-blair-chiam-prodi-per-permettere-a-38760.htm
APOCALYPSE MURDOCH - DECIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - UNDICESIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-11-puntata-1968-un-canguro-alla-conquista-di-londra-38941.htm
APOCALYPSE MURDOCH - DODICESIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-12-puntata-durante-lo-scandalo-watergate-murdoch-sceglie-la-39263.htm
APOCALYPSE MURDOCH - TREDICESIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-13-puntata-i-primi-fallimenti-negli-usa-a-causa-39374.htm
APOCALYPSE MURDOCH - QUATTORDICESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - QUINDICESIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-14-puntata-il-bucaniere-murdoch-schiera-nelletere-usa-la-39560.htm
APOCALYPSE MURDOCH - SEDICESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - DICIASSETTESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - DICIOTTESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - DICIANNOVESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - VENTESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - VENTUNESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - VENTIDUESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - VENTITREESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - VENTIQUATTRESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - VENTICINQUESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - VENTISEIESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - VENTISETTESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - VENTOTTESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - VENTINOVESIMA PUNTATA
APOCALYPSE MURDOCH - TRENTESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - TRENTUNESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - TRENTADUESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - TRENTATREESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - TRENTAQUATTRESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - TRENTACINQUESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - TRENTASEIESIMA PUNTATA
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APOCALYPSE MURDOCH - TRENTASETTESIMA PUNTATA
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