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Estratto dell’intervista di Paolo Valentino a Mark Rutte per “7 - Corriere della Sera”
Su «7», il magazine del «Corriere della Sera» domani in edicola, l'intervista di copertina è al premier olandese Mark Rutte, che parla per la prima volta a una testata giornalistica internazionale dall'inizio della pandemia causata dal Covid-19. Qui di seguito i contenuti principali del colloquio che trovate integrale su «7».
URSULA VON DER LEYEN E MARK RUTTE
C'è stata tanta incomprensione nei mesi scorsi tra Olanda e Italia. Mark Rutte e il suo ministro delle Finanze, Wokpe Hoekstra, sono stati in prima fila nell'opposizione ai Coronabond, (...). Quando poi anche la Germania ha fatto la Grande Magia e Angela Merkel ha infranto il tabù tedesco della comunitarizzazione del debito, Rutte ha indossato la maschera del Dottor Strarigore. È lui il leader morale della «banda dei 4», Austria, Olanda, Svezia e Danimarca, i Paesi frugali (...) che chiedono limiti e condizioni precise a un aiuto, del quale pure riconoscono l'urgenza e il carattere esistenziale. (...) In collegamento video dal Torentje, il suo ufficio all'Aja, Mark Rutte vuole però iniziare il colloquio su una nota conciliante.
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«I rapporti tra Olanda e Italia sono eccellenti. Siamo entrambi Paesi fondatori, insieme a Belgio, Lussemburgo, Francia e Germania. Il mio rapporto personale con Giuseppe Conte è forte e amichevole. E le relazioni sono molto migliori di quanto si possa pensare se ci si basa sui media, soprattutto negli ultimi tempi. L'impatto della pandemia per l'Italia è stato enorme, sia in termini di vite umane che di danni all'economia. Lo capiamo e per questo dobbiamo essere pronti ad aiutare l'Italia, ma anche altri Paesi come la Spagna per esempio, a superare la crisi economica. Dobbiamo farlo per spirito solidale, ma anche perché io credo che un'Europa forte sia nell'interesse di tutti. E questo significa anche un'Italia forte».
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A che punto è il negoziato sul Recovery Act? Quanto è lontano un compromesso?
«Quello del 19 giugno è stato un vertice esplorativo (...). Penso che la proposta della Commissione contenga margini per proseguire la discussione. (...). Ci sono differenze. La trattativa sarà dura, prenderà un po' di tempo, ma un compromesso è possibile».
Lei, insieme agli altri Paesi cosiddetti frugali, è contrario all'idea di dare più contributi a fondo perduto che prestiti. Perché?
MERKEL RUTTE
«L'Olanda capisce e appoggia l'appello alla solidarietà. (...). Dobbiamo solidarietà ai Paesi più colpiti dalla pandemia, sapendo però che anche noi siamo stati colpiti gravemente. Ciò significa che gli Stati i quali necessitano e meritano aiuto devono anche far sì che in futuro siano capaci di affrontare da soli crisi del genere in modo resiliente. E voglio aggiungere che ammiro ciò che fa Conte, cercando di varare un pacchetto di riforme mirate ad aumentare la produttività e la competitività dell'Italia, incluse misure impopolari. È un buon inizio e spero prosegua. Perché è cruciale che la prossima volta l'Italia sia in grado di rispondere a una crisi da sola».
mark rutte giuseppe conte
Ma perché prestiti e non contributi?
«Un sistema di prestiti è molto più logico. Anche quelli sono aiuti. E dalle analisi della Commissione, sappiamo che la sostenibilità del debito di Italia e Spagna non sarà diminuita da nuovi prestiti. Per questo la nostra posizione è che l'aiuto dev' essere fatto di prestiti, non di contributi. Ma insistiamo anche perché ci si concentri sull'aumento della competitività e della resilienza dei Paesi che li ricevono».
Siete pronti ad accettare una combinazione di contributi e prestiti?
«Noi vogliamo che siano solo prestiti». (...)
Pensa che il Patto di Stabilità debba essere modificato, come suggerisce Lagarde? «Dovremmo fare qualcosa per assicurare che venga applicato in modo rigoroso. Ma non penso che abbia senso allentarne le regole» (...).