DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Estratto dell’articolo di Giovanna Vitale per “la Repubblica”
Il sabotaggio viene deciso venerdì, quando il segretario di Unirai, Francesco Palese, convoca via chat tutti gli iscritti in assemblea. Su google meet si accendono decine di finestre virtuali, cui si affacciano vicedirettori, capiredattori e capiservizio, conduttrici, mezzibusti e inviati, molti dei quali beneficiati dal new deal meloniano che, vuoi per convenienza vuoi per paura di ritorsioni, ormai macina proseliti a passo di carica.
La macchina dei telegiornali è in mano loro. Possono mettere a punto le scalette, programmare interviste e controllare gli audio, stabilire quali video mandare in onda: in altre parole, far fallire lo sciopero proclamato dall’Usigrai.
«Ormai siamo più di 350, un miracolo se si considera che siamo nati solo da pochi mesi», fa di conto non per caso il leader dell’organizzazione varata nel dicembre scorso su input di Giampaolo Rossi, il direttore generale cresciuto nella sezione missina di Colle Oppio che per la presidente del Consiglio cura da sempre gli affari interni all’emittente pubblica.
Il burattinaio che nell’ombra tira le fila e dispone — per il tramite di un gruppo di fedelissimi, da lui stesso promossi: il direttore degli Approfondimenti Paolo Corsini, il capo della Comunicazione Nicola Rao, la vicedirettrice del Tg1 Incoronata Boccia — di far crescere e moltiplicare le adesioni a questo nuovo soggetto escogitato per rompere il sindacato unitario tacciato di “sinistrismo”; boicottarne qualsiasi iniziativa dal sapore anti-governativo; fiancheggiare i vertici di Viale Mazzini incaricati da Palazzo Chigi di asservire la Tv di Stato.
Il classico cavallo di Troia introdotto nella cittadella di Saxa Rubra per pilotare l’informazione, ora al suo primo vero banco di prova: boicottare la giornata di astensione dal lavoro indetta contro «l’asfissiante controllo del governo» per delegittimare l’Usigrai e rivelare l’infondatezza della protesta.
Una prova di forza in grado di dimostrare, una volta per tutte, chi comanda in Rai. Il segretario Palese non ci prova nemmeno a dissimulare: «Il nostro sindacato nasce perché in Italia c’è un nuovo clima culturale e chi prima aveva paura di esprimere un’idea diversa da quella dominante, ora si sente incoraggiata a venire allo scoperto», spiega. […]
Argomenti che smascherano la vera ragione sociale di Unirai. Non solo un sindacato giallo, come denunciano in tanti, che anziché operare a difesa di tutti i lavoratori — mobilitati per difendere la libertà d’informazione — si muove a copertura dei vertici aziendali. Bensì una sorta di format che per composizione, piattaforma, orizzonte strategico e parole d’ordine somiglia molto a una corporazione: da esportare, se dovesse funzionare, in altre società pubbliche ed apparati dello Stato. Capace di rompere l’unità sindacale, creare una sponda a favore del governo, imporre la voce del padrone.
giampaolo rossi roberto sergio carlo conti foto di bacco (2)
[…] In prima linea, non casualmente, l’intero stato maggiore del nuovo corso Rai. Convinto d’essere a un passo dalla vittoria. «Da noi si può andare tranquillamente in onda, ci sono i redattori, c’è quasi tutta la line », si è sbilanciata Cora Boccia venerdì in assemblea, anticipando l’esito della ricognizione che si farà stamattina alle 9, quando alla consueta riunione di sommario si conteranno le forze in campo.
Lei sa bene che il suo direttore, Gian Marco Chiocci, vuole a tutti costi trasmettere il Tg1, anche in formato ridotto. E lo stesso potrebbe avvenire al Tg2, se solo il direttore Antonio Preziosi si persuadesse a strappare.
D’altra parte sono in maggioranza colonnelli gli iscritti a Unirai. Oltre alla vicedirettrice della testata ammiraglia, fedelissima del dg Rossi, negli elenchi del sindacato di destra compaiono le altre tre vicedirettrici, Vanya Cardone, Grazia Graziadei e Maria Rita Grieco; il caporedattore Angelo Polimeno; i vice Gianni Maritati e Susanna Lemma (moglie di Preziosi); le caposervizio Sonia Sarno e Cecilia Primerano, le conduttrici Barbara Capponi e Laura Chimenti.
Per il notiziario cadetto, i vicedirettori Antonio Samengo, Fabrizio Frullani ed Elisabetta Migliorelli; i caporedattori Anna Mazzone, Adriano Monti Buzzetti e Adriano Farné; la vice Federica Corsini (moglie del ministro Sangiuliano); la conduttrice Manuela Moreno. Ma, a sorpresa, avrebbe dato la sua adesione pure Massimo D’Amore, il vicedirettore del Tg2 sponsorizzato dal Pd. E Roberto Gueli, che il M5S ha voluto come terzo condirettore alla TgR. A riprova che il salto sul carro, in Viale Mazzini, resta lo sport più praticato. […]
Lettera di Roberto Gueli a Dagospia:
Smentisco la fake sul mio nome scritta oggi da Repubblica (a cui ho già inviato una nota) e diffido tutti da utilizzare il mio nome avvicinato a sindacati. Viceversa dovrò affidarmi ai miei avvocati di fiducia.
Grazie
Roberto Gueli
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