DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Vera Martinella per www.corriere.it
Una diagnosi di cancro equivale a una sentenza di morte?
No, la probabilità di morire per un tumore è costantemente diminuita negli ultimi decenni. Guarire dal cancro o convivere con un tumore per anni, come avviene con altre malattie croniche, oggi è possibile.
Accade sempre più spesso, anche in Italia, dove sono oltre tre milioni e mezzo le persone che vivono dopo una diagnosi di cancro. In particolare per alcuni tipi di neoplasie (come quelle di seno, prostata o tiroide) oltre il 90% dei malati è vivo a cinque anni dalla diagnosi e in media questa «fatidica soglia» viene raggiunta dal 65% dei pazienti.
Alla fine degli anni Settanta solo poco più del 30% delle persone colpite dal cancro sconfiggeva la malattia e negli anni Novanta quasi il 47%. Ci sono forme di cancro che ancora oggi restano molto spesso letali e, in ogni caso, ogni paziente è una storia a sé: le sue probabilità di guarire definitivamente o quanto resterà in vita dipendono da moltissime variabili, come il tipo preciso di neoplasia, se è aggressiva o meno, se si è già diffusa ad altri organi o no, lo stato di salute generale della persona, la disponibilità di cure efficaci, e altro ancora.
Il cancro è contagioso?
No, in nessun modo un tumore può essere trasmesso da una persona a un’altra. L’unica eccezione è la donazione di organi: sebbene sia un evento rarissimo (2 casi circa ogni 10mila trapianti), è capitato che pazienti a cui erano stati trapianti organi di persone che in precedenza avevano avuto il cancro si siano poi a loro volta ammalate di tumore. Proprio per questo motivi i medici evitano oggi accuratamente di utilizzare per i trapianti organi di individui con una storia di tumore alle spalle.
lotta della ue contro il cancro
Altro discorso è invece quello dei tumori che sono causati da un virus (circa 38mila nuovi casi ogni anno in Italia), come il Papillomavirus o HPV (responsabile di cancro a cervice uterina, vulva, vagina, pene, ano e orofaringe, lesioni pre-cancerose e condilomi genitali), i virus dell’epatite B e C o da batteri, come l’Helicobacter pylori (causa di cancro allo stomaco). Se resta fermo il fatto che anche questi tumori non possono essere «contagiati» da un soggetto a un altro, virus e batteri possono invece essere trasmessi.
I telefoni cellulari provocano il cancro?
Non secondo gli studi scientifici finora condotti: a oggi non ci sono prove. Il tema del legame fra cellulari e tumori è molto dibattuto e se ne parla dagli anni Novanta. L’Organizzazione Mondiale di Sanità ha classificato le radiofrequenze nel gruppo 2b dei «possibili cancerogeni», ma diverse ricerche epidemiologiche hanno escluso connessioni.
Un atteggiamento mentale (positivo o negativo) può influenzare le probabilità di ammalarsi o guarire?
A oggi non c’è alcuna evidenza scientifica che indichi che la psiche possa influire sul tumore, o che lo stress provochi il cancro. È normale che i malati si sentano tristi, arrabbiati, scoraggiati ed è certo che un atteggiamento positivo possa aiutare a vivere meglio il difficile periodo prima, durante e dopo le terapie. Per questo è importante che, insieme alla malattia, ci si prenda cura anche del benessere psicologico dei pazienti.
Mangiare zuccheri farà peggiorare il mio tumore?
No. Sebbene la ricerca abbia chiaramente dimostrato che le cellule cancerose consumano più zuccheri (glucosio) di quelle «sane», nessuno studio ha finora documentato che i cibi dolci possano far peggiorare un tumore o che, se si smette di mangiarli, la lesione diventerà più piccola. Nessuna relazione è stata mai appurata anche tra dolcificanti e cancro: le diverse indagini condotte non hanno individuato legami.Bisogna invece tener presente che una dieta ad alto contenuto di zuccheri (e bisogna fare attenzione anche alle bibite zuccherate, sempre più diffuse) può contribuire a far ingrassare e i chili di troppo sono un fattore di rischio per diversi tipi di cancro.
Se qualcuno in famiglia ha avuto un tumore, lo avrò anch’io?
Non necessariamente. I tumori sono causati da mutazioni genetiche che solo in pochissimi casi possono essere «trasmesse» all’interno del nucleo familiare. La maggior parte delle persone con un familiare stretto (genitore, fratello o sorella, ma anche nonni o zii) che ha avuto un tumore non corre pericoli superiori al resto della popolazione e solo una quota minoritaria di casi può essere catalogata come ereditaria.
La maggior parte dei tumori è dovuto ad altre cause, quali mutazioni che si verificano nel corso della vita di un individuo come conseguenza dell’invecchiamento o dell’esposizione a «fattori ambientali» (dal fumo all’alimentazione scorretta, dalle radiazioni ai cancerogeni inquinanti, per esempio sul lavoro). A oggi sono note alcune mutazioni genetiche ereditarie (come quelle dei geni BRCA1 e BRCA2) che fanno lievitare rischio di sviluppare un tumore per le quali già esistono specifici test che vengono consigliati alle persone considerate a rischio.
Se nel mio nucleo famigliare non ci sono mai stati casi di cancro, significa che non sono a rischio?
No. Secondo i dati più recenti, nel 2022 in Italia sono stati registrati quasi 400mila nuovi casi di tumore e circa il 40% delle persone dovrà fare i conti, a un certo punto della propria vita, con una diagnosi di cancro. Molto, però, può essere fatto da ogni singola persona per limitare il proprio pericolo di ammalarsi e per favorire una diagnosi precoce, che contribuisce a far aumentare notevolmente pe probabilità di guarire. Il Codice europeo contro il cancro è consiste in 12 semplici azioni quotidiane per diminuire il proprio rischio di sviluppare un tumore e quello dei propri familiari.
Ci sono erbe o prodotti «naturali» che possono guarire i tumori?
No. Alcuni studi scientifici indicano che alcune terapie complementari (come yoga, meditazione o agopuntura) possono aiutare i pazienti a gestire meglio gli effetti collaterali delle terapie anticancro, ma in nessun modo erbe o altre cure «naturali» possono sostituire i trattamenti ufficiali che hanno dimostrato di essere efficaci: chirurgia, chemioterapia e altri trattamenti farmacologici, radioterapia, immunoterapia. E’ anzi fondamentale procedere con estrema cautela perché ci sono anche rimedi fitoterapici che, usati in concomitanza con altre terapie (farmaci chemioterapici, ad esempio), possono aumentare l’efficacia, e quindi la tossicità, o al contrario annullarne l’attività. In ogni caso i pazienti devono parlarne con il proprio oncologo per evitare di avere danni, anche gravi, invece che benefici.
I deodoranti fanno venire il cancro al seno?
No. I più accurati studi scientifici finora condotti non hanno trovato alcuna evidenza che colleghi gli agenti chimici tipicamente presenti in anti-traspiranti e deodoranti e l’insorgenza di carcinoma mammario.
L’intervento chirurgico o la biopsia possono provocare la diffusione del tumore in altri organi?
La probabilità che un’operazione o una biopsia causi la diffusione di cellule cancerose nell’organismo, favorendo lo sviluppo di metastasi, è estremamente bassa: i chirurghi seguono procedure standard e utilizzano metodi «specifici», seguendo passaggi ben precisi, proprio per evitare che questo accada.
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